Inventario
Fondo
Fondo Giovanni Cantono Ceva
Data: circa 1930-1970
Il fondo documentario del marchese Giovanni Cantono Ceva è costituito da documenti originali e alcune copie ordinati in 89 fascicoli. L'arco cronologico di riferimento va dal 1930 circa al 1970.
Per quanto riguarda l'ordinamento imposto, vista l'assenza di ordinamenti pregressi (la documentazione era in parte suddivisa in ordine alfabetico, ma senza particolari distinzioni all'interno dei fascicoli) e vista anche l'esiguità della consistenza, si è proceduto identificando gli ambiti di prevalenza della documentazione stessa. Le carte, infatti, restituiscono almeno quattro "categorie" principali: l'attività imprenditoriale e professionale del marchese, la sua attività amministrativa e politica, la sfera del privato e un ultimo e non meglio definibile contesto di "varie".
Nello specifico, anche la categoria dell'attività imprenditoriale e professionale è stata organizzata secondo il principio della prevalenza rispetto a esperienze specifiche dello stesso marchese, ovvero: Banca di Biella (liquidata all'inizio degli anni Quaranta e "assorbita" dalla Banca Gaudenzio Sella) , Texitalia (e iniziative di carattere tessile), attività di commercialista (a Biella e a Milano), Officine di Netro, risicoltura nel Vercellese (commercio con l'estero) e infine il carteggio e gli atti giudiziari vari che riguardano la sua attività imprenditoriale e professionale in genere (con prevalenza di corrispondenza dei numerosi creditori).
L'attività politica: dall'impegno come Prefetto della Provincia di Vercelli appena dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale a quello nel Partito Liberale Italiano, dalla carica di vicesindaco del Comune di Biella alle simpatie monarchiche.
Nel privato si devono segnalare i costanti ma non facili rapporti con il padre Luigi e con il fratello Stanislao detto "Lao", spercialmente per la gestione della magione di Ronco Biellese (la Ceresa). Nelle carte varie spiccano due alcune lettere che testimoniano legami tra il marchese Giovanni Cantono Ceva e l'on. Giuseppe Pella e l'on. Enrico Mattei in riferimento all'AGIP.
Nel complesso va rimarcata la difficoltà di ripartire correttamente la documentazione in quanto, spesso, l'ambito privato e quello professionale risultano mescolati, probabilmente fin dall'origine dei documenti stessi. Fatto questo che testimonia una certa "confusione" gestionale da parte dello stesso "soggetto produttore". Senza contare che, per alcune carte, non stato possibile stabilire logicamente un nesso tra lo stesso marchese e gli individui e i contesti documentati.
Per quanto riguarda l'ordinamento imposto, vista l'assenza di ordinamenti pregressi (la documentazione era in parte suddivisa in ordine alfabetico, ma senza particolari distinzioni all'interno dei fascicoli) e vista anche l'esiguità della consistenza, si è proceduto identificando gli ambiti di prevalenza della documentazione stessa. Le carte, infatti, restituiscono almeno quattro "categorie" principali: l'attività imprenditoriale e professionale del marchese, la sua attività amministrativa e politica, la sfera del privato e un ultimo e non meglio definibile contesto di "varie".
Nello specifico, anche la categoria dell'attività imprenditoriale e professionale è stata organizzata secondo il principio della prevalenza rispetto a esperienze specifiche dello stesso marchese, ovvero: Banca di Biella (liquidata all'inizio degli anni Quaranta e "assorbita" dalla Banca Gaudenzio Sella) , Texitalia (e iniziative di carattere tessile), attività di commercialista (a Biella e a Milano), Officine di Netro, risicoltura nel Vercellese (commercio con l'estero) e infine il carteggio e gli atti giudiziari vari che riguardano la sua attività imprenditoriale e professionale in genere (con prevalenza di corrispondenza dei numerosi creditori).
L'attività politica: dall'impegno come Prefetto della Provincia di Vercelli appena dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale a quello nel Partito Liberale Italiano, dalla carica di vicesindaco del Comune di Biella alle simpatie monarchiche.
Nel privato si devono segnalare i costanti ma non facili rapporti con il padre Luigi e con il fratello Stanislao detto "Lao", spercialmente per la gestione della magione di Ronco Biellese (la Ceresa). Nelle carte varie spiccano due alcune lettere che testimoniano legami tra il marchese Giovanni Cantono Ceva e l'on. Giuseppe Pella e l'on. Enrico Mattei in riferimento all'AGIP.
Nel complesso va rimarcata la difficoltà di ripartire correttamente la documentazione in quanto, spesso, l'ambito privato e quello professionale risultano mescolati, probabilmente fin dall'origine dei documenti stessi. Fatto questo che testimonia una certa "confusione" gestionale da parte dello stesso "soggetto produttore". Senza contare che, per alcune carte, non stato possibile stabilire logicamente un nesso tra lo stesso marchese e gli individui e i contesti documentati.