Inventario
Fondo
Luigi Spina
Data: 1761 - 1992
data originale
Le carte conservate in questo fondo documentano l’attività di ricercatore e di militante politico di Luigi Spina, messinese di nascita (1948) ma residente a Biella. La prima destinazione del trasferimento al nord di Spina è stata però Milano, dove ha compiuto gli studi universitari laureandosi con una tesi sui consigli di gestione nell’industria italiana. Dopo la laurea Spina sviluppa il filone della ricerca storica e sociale collaborando con diverse istituzioni, segnatamente con il locale Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea. Contemporaneamente si dedica all’attività politica, contribuendo alle iniziative culturali della federazione milanese del Pci, alla quale è iscritto dal 1968. Trasferitosi a Biella nel 1981, dirige per qualche tempo la commissione cultura del Partito mentre intensifica il suo impegno di ricercatore portando a termine diversi lavori dedicati in prevalenza alla cultura materiale dell’area biellese. Parallelamente si specializza nella progettazione in campo museale, portando tra l’altro a termine l’ideazione di un “ecomuseo” per conto dell’amministrazione provinciale. Fa parte degli organi direttivi di numerose istituzioni culturali biellesi, tra cui il consiglio di amministrazione del Museo del territorio e il comitato scientifico del Centro di documentazione della Camera del lavoro.
Una parte notevole del fondo Spina è costituita dalla documentazione raccolta e utilizzata durante la preparazione di studi o pubblicazioni. Di particolare consistenza (quattro buste) è quella relativa al volume “L’arte del cappello in Valle Cervo”, primo titolo della collana di monografie “Cultura materiale nel biellese” promossa dal Centro di documentazione. Il fondo raccoglie l’insieme della documentazione raccolta in vista della stesura del testo e i materiali redazionali (originali dattiloscritti, bozze di stampa ecc.). La parte documentaria, se si escludono i riversamenti di alcune interviste a esperti e/o protagonisti, è prevalentemente costituita da fotocopie di testi e carte rinvenute presso archivi privati e pubblici, biblioteche ecc. Fanno spicco alcuni documenti riguardanti i primi insediamenti di cappellifici nella zona risalenti alla fine del XVIII secolo (richieste alle autorità, concessioni regie), testi ricavati da pubblicazioni settoriali di provenienza industriale (quale “La gazzetta dei cappellai”, mensile della cappelleria italiana) o sindacale, dell’Ufficio del lavoro ecc. Interessanti anche la riproduzione della manualistica tecnica sull’argomento risalente ai primi del novecento e imperniata sulle collane dell’editore Hoepli. Altro campo d’indagine di cui è restata ampia traccia nel fondo è quello riguardante i consigli di gestione. La documentazione conservata comprende una esauriente bibliografia sull’argomento, testimonianze orali, una ricostruzione dell’esperienza nelle maggiori fabbriche milanesi (Montecatini, Magneti Marelli, Falck, Breda, Alfa Romeo), gli atti dei convegni di studio di Sesto S. Giovanni del 1972 e del 1981. Altri lavori di cui esistono tracce significative sono una ricerca sulle biografie di militanti comunisti milanesi condotta per conto dell’Istituto per la storia della resistenza e una storia della federazione comunista biellese attraverso i suoi congressi commissionata in occasione del 60^ anniversario della sua fondazione. Il restante materiale è costituito da una raccolta di ritagli di stampa (dedicati in particolare alla transizione dal Pci al Pds) e da carte – tra le quali numerosi appunti manoscritti – riguardanti riunioni degli organismi di partito o iniziative e manifestazioni culturali promosse dall’associazionismo biellese. Infine, una cospicua raccolta di volumi pervenuta insieme alla parte documentaria è stata integrata nella biblioteca del Centro
Una parte notevole del fondo Spina è costituita dalla documentazione raccolta e utilizzata durante la preparazione di studi o pubblicazioni. Di particolare consistenza (quattro buste) è quella relativa al volume “L’arte del cappello in Valle Cervo”, primo titolo della collana di monografie “Cultura materiale nel biellese” promossa dal Centro di documentazione. Il fondo raccoglie l’insieme della documentazione raccolta in vista della stesura del testo e i materiali redazionali (originali dattiloscritti, bozze di stampa ecc.). La parte documentaria, se si escludono i riversamenti di alcune interviste a esperti e/o protagonisti, è prevalentemente costituita da fotocopie di testi e carte rinvenute presso archivi privati e pubblici, biblioteche ecc. Fanno spicco alcuni documenti riguardanti i primi insediamenti di cappellifici nella zona risalenti alla fine del XVIII secolo (richieste alle autorità, concessioni regie), testi ricavati da pubblicazioni settoriali di provenienza industriale (quale “La gazzetta dei cappellai”, mensile della cappelleria italiana) o sindacale, dell’Ufficio del lavoro ecc. Interessanti anche la riproduzione della manualistica tecnica sull’argomento risalente ai primi del novecento e imperniata sulle collane dell’editore Hoepli. Altro campo d’indagine di cui è restata ampia traccia nel fondo è quello riguardante i consigli di gestione. La documentazione conservata comprende una esauriente bibliografia sull’argomento, testimonianze orali, una ricostruzione dell’esperienza nelle maggiori fabbriche milanesi (Montecatini, Magneti Marelli, Falck, Breda, Alfa Romeo), gli atti dei convegni di studio di Sesto S. Giovanni del 1972 e del 1981. Altri lavori di cui esistono tracce significative sono una ricerca sulle biografie di militanti comunisti milanesi condotta per conto dell’Istituto per la storia della resistenza e una storia della federazione comunista biellese attraverso i suoi congressi commissionata in occasione del 60^ anniversario della sua fondazione. Il restante materiale è costituito da una raccolta di ritagli di stampa (dedicati in particolare alla transizione dal Pci al Pds) e da carte – tra le quali numerosi appunti manoscritti – riguardanti riunioni degli organismi di partito o iniziative e manifestazioni culturali promosse dall’associazionismo biellese. Infine, una cospicua raccolta di volumi pervenuta insieme alla parte documentaria è stata integrata nella biblioteca del Centro