Buenos Aires, Argentina , tumulato nel Cimitero di Chiavazza (Biella)
Data:
2 Giugno 1949
Attività/mestiere/professione
Qualifica:
imprenditore tessile
Data:
1906
Qualifica:
deputato
Data:
1924-
Biografia / Storia
Vittorio Buratti (Biella-Chiavazza 17 ottobre 1888 - Buenos Aires 2 giugno 1949) primogenito di Giuseppe, alla morte del padre e dello zio Raimondo continuò a gestire con i fratelli l'azienda di famiglia sotto la ragione sociale "Raimondo Buratti" in onore dello zio che alla prematura scomparsa del padre divenne il loro unico tutore.
Si deve a lui a costruzione dello stabilimento di Chiavazza nel 1931 che ospita l'attuale "Filati Buratti S.p.A.", uno stabile di mattoni rossi che ancora oggi rappresenta una tappa storica nell'architettura delle fabbriche biellesi dell'epoca.
Si sposò nel 1916 in prime nozze con Emma Agostinetti Ferrua che morì di parto nel 1920 dando alla luce il primogenito che morì dopo due giorni. Egli divenne, quindi, erede unico del patrimonio della moglie che diede in beneficenza. Si può, infatti, ricondurre a lui la nascita di storiche istituzioni chiavazzesi, tra cui la "Associazione Maschile Circolo Virtus", la "Associazione Femminile Circolo Fervens", la "Cappella dell'Oratorio", il "Salone del Teatro Sociale" e la "Casa Sociale Associazioni Cattoliche Chiavazza". Nel 1926 si risposò con Virginia Zanchi da cui ebbe una figlia, Angiola Teresa.
Nel 1936 acquistò la Villa Malpenga a Vigliano Biellese e due anni dopo ricostruì la rocca sul Bric di Zumaglia. Il 29 maggio 1941, per i suoi meriti industriali, ottenne il titolo di conte della Malpenga.
Oltre ad essere un imprenditore impegnato fu anche parlamentare (dal 1924 al 1943, durante la XXVIIa Legislatura del Regno d’Italia). Fu inoltre nominato "Cittadino Onorario" di New York dal celebre sindaco Fiorello La Guardia per le benemerenze acquisite fra gli emigranti italiani sia nel Nord sia nel Sud America.
Nel 1937 Benito Mussolini lo nominò Presidente dell'Ente Tessile Nazionale, nomina che fu accettata a patto che fosse apolitica. Passò gran parte della sua vita in viaggio tra l'Italia, gli Stati Uniti e il Sud America. A Pergamino, duecento chilometri a nord della capitale argentina, costruì e nel giro di pochi mesi avviò un'azienda tessile in società con un imprenditore tessile della zona. Durante i suoi lunghi soggiorni argentini morì a Buenos Aires nel 1949