Ente
Comune di Candelo
- Link esterni
- Indirizzo
- Indirizzo:
- Candelo, piazza Castello 19
- Stato:
- Italia
- Regione:
- Piemonte
- Provincia:
- Biella
- CAP:
- 13878
- Indirizzo email
- candelo@pec.ptbiellese.it
- Storia istituzionale
Principali avvenimenti storici
L'Imperatore Ottone III, con suo diploma del 22 ottobre 988, confermava Candelo a Manfredo di Cavaglià, figlio di Ajmone conte di Vercelli.Pervenuto al conte Amedeo VI di Savoia nel 1374, il figlio Amedeo VII, lo infeudò al piacentino Gerardo Fontana (27 luglio 1387). Per poco più di cento anni, Candelo restò per metà dei Fontana e per l'altra metà ai discendenti del Cavaglià cioè ai Novellino, Lessona e Villani. Nel 1489, gran parte di Candelo venne in possesso di Sebastiano Ferrero, generale delle Finanze di Lodovico il Moro e tutto il territorio, nel volgere degli anni, entrò nella sua giurisdizione, per passare poi per successione al ramo dei Ferrero Fieschi, Principi di Masserano.Nel 1577, il feudo di Candelo venne eretto in contea in favore di Besso Ferrero Fieschi. Dal 1554 al 1558, Candelo fu ripetutamente occupato da truppe francesi del Brissac. La peste fece più volte la sua comparsa in Candelo specie agli inizi ed alla fine del Sec. XVI, ma ben più triste fu quella del 1630, '31 e '32. L'esame dei registri di una sola parrocchia ci dà queste paurose statistiche: 1630, su 63 decessi 26 di peste; 1631 su 111 morti 90 di peste; 1632 su 15 decessi 3 di peste.Anche dopo i capovolgimenti politici e le varie insurrezioni di Masserano che portarono i Ferrero Fieschi a stabilirsi in Spagna, Candelo continuò ad essere feudo di questa famiglia.Il 6 luglio 1723, Candelo venne infeudato a Vittorio Amedeo Fieschi; il 14 dicembre 1750 al Principe Filippo Vittorio Amedeo Ferrero Fieschi; il 5 gennaio 1784, al Principe Carlo Pasquale Ferro Fieschi.Anche a Candelo si fecero sentire i fermenti della Rivoluzione francese; durante il periodo della dominazione napoleonica ha avvio l'iter, che si concluderà nel 1819, del nuovo palazzo Comunale sugli spalti diroccati e dopo l'abbattimento delle case prospicienti per creare la piazza attuale. Col ritorno dei Savoia e la restaurazione, tornarono in vigore i vecchi statuti comunali e ritornò la norma che impediva ai forestieri di possedere beni immobili a Candelo, pena la confisca a favore del regio erario. Nei moti del 1821 furono coinvolti anche dei candelesi: il capitano Pio Moglia, condannato a cinque anni di carcere, il capitano Giuseppe Viana, destituito e il sottotenente Luigi Serra, destituito e poi riammesso.Nel 1848, al primo parlamento subalpino, ritroviamo un candelese, l'ingeniere Giuseppe Pozzo; nello stesso anno Candelo ospita le truppe piemontesi in rotta e dieci anni più tardi sarà la volta degli Austriaci. Nello stesso anno accoglierà le truppe del generale Garibaldi di passaggio a Biella.Durante la I guerra mondiale pagherà un tributo di sangue elevato e, a perenne ricordo, resta il monumento eretto nei pressi delle scuole elementari. Numerosi candelesi combatterono per la libertà al tempo del Fascismo, così come documenta la lapide in Piazza Castello.Nel corso dell'800 e del '900 sono impiantate a Candelo diversi impianti a carattere industriale, tra cui quelle alimentari, quelle legate alle materie prime (zolfo) e alcune fabbriche tessili.Fino a qualche decennio fa, importante anche l'anima contadina della comunità, a cui si deve l'eccezionale conservazione del borgo medievale del Ricetto (oggi museo e luogo di cultura, turismo e arte) proprio perché ha saputo mantenere intatta la sua funzione: i contadini della zona hanno depositato i raccolti e vinificato nelle circa duecento cellule che lo costituiscono.