Ente
Cotonificio Fratelli Poma fu Pietro
- Fratelli Poma fu Pietro S. A. Manifatture Italiane Riunite (altra denominazione di autorità)
- The company [English version by Della Livorno, find out after the Italian text] (altra denominazione di autorità)
- Its workers and production [English version by Della Livorno, find out after the Italian text] (altra denominazione di autorità)
- Cotonificio Poma (altra denominazione di autorità)
- S. A. Cotonifici Riuniti Fratelli Poma fu Pietro (altra denominazione di autorità)
Data: 1863 - 1961
- Link esterni
- Natura giuridica
- Qualifica:
- Società Anonima
- Luoghi di attività
- Luogo:
- Miagliano
- Luogo:
- Biella - Via Lamarmora,1
- Qualificazione:
- Sede Sociale
- Luogo:
- Occhieppo Inferiore
- Luogo:
- Sagliano
- Luogo:
- Andorno
- Luogo:
- Torino - Corso Montevecchio 39-41
- Qualificazione:
- Uffici amministrativi
- Luogo:
- Biella - Via Gramsci,1
- Storia istituzionale
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La ditta
A Miagliano, lungo la valle del Cervo, nel 1863, nacque il Cotonificio Poma. Nel 1870 si iniziò a costruire il villaggio operaio che costituisce, assieme al villaggio della Filatura di Tollegno e a quello Trossi di Vigliano, il più importante esempio di edilizia sociale del Biellese. Il Cotonificio Poma arrivò ad occupare oltre 4.000 operai nei vari stabilimenti di Miagliano, Biella, Occhieppo Inferiore, Sagliano ed Andorno. Nel periodo 1889-1892 circa, il Cotonificio Fratelli Poma fu Pietro cambiò la sua denominazione in Cotonificio Italiano (con sede a Torino e con uno stabilimento anche a Genova). Si trattava di una società per azioni costituita nel settembre del 1889 cui fu aumentato il capitale sociale nel gennaio del 1891, ma il colosso cotoniero non superò la morte di Antonio Poma e il sodalizio fu sciolto. Il cotonificio tornò a essere una realtà tutta biellese. Chiuse nel 1961. Gli subentrò il Lanificio Fratelli Botto.
Sul bisettimanale "L'Eco dell'Industria - Gazzetta Biellese", in data 10 febbraio 1884, si legge un brano della scrittrice inglese Eliza Lynn Linton che descrive il cotonificio e le sue pertinenze, con una interessante riflessione sulle ciminiere e sull'uso dell'acqua del Cervo: "nell’alveo della valle, s’erge il gigantesco cotonificio di Miagliano, appartenente ai fratelli Poma, che sono tra i più grandi manufatturieri del Piemonte. Il colossale stabilimento industriale è mosso dall’acqua del Cervo, che fu abilmente utilizzata a tale scopo e gli alti camini non si coronano di fumo che quando l’acqua diventa insufficiente ed in vece sua si ricorre al coke ed al carbone. Per conseguenza non è dato di presumere l’ubicazione di questo immenso opificio per mezzo del fumo ma conviene lasciar la strada maestra e discendere per un ripido pendio affine di vedere completamente il centro di così attiva industria. Ciò fatto, si arriva ad una piccola cittaduzza accoccolata pittorescamente tra gli alberi sulla riva del fiume. Più in giù ancora sono le case degli operai, per giungere alle quali dovete discendere un altro po' e fare un giro alquanto più lungo. Mi fu detto che questo opificio impiega in tutto 7000 persone. Sembra un numero enorme e per quanto grande sia il sito, non pare grande abbastanza per contenere tanta gente. Ma questo è quanto vi dicono, se è esagerazione non ne siete responsabili voi*" In calce una nota del traduttore: "*In realtà il cotonifìcio di Miagliano non ne impiega che un migliaio all'incirca".
Le maestranze e la produzione
Nel primo nucleo dello stabilimento, edificato nel 1864-1865 su cinque piani (tre fuori terra), si trovavano gli uffici della direzione, una parte della preparazione alla tessitura, i magazzini dei filati per la trama e la "catena" (ordito), la bobinatura, l'orditura, la ritorcitura (5.700 fusi), la spolatura per alimentare le navette dei telai e, infine, 200 telai meccanici.
Una prima descrizione della fabbrica si ha da "L'Eco dell'Industria - Gazzetta Biellese" dell'8 ottobre 1871. In un articolo dedicato all'industria cotoniera sviluppatasi nel Biellese, si legge che "nel nostro Biellese abbiamo alquante manifatture che si occupano della tessitura del cotone. Ma se ve n’ha alcuna che per la grandezza od imponenza giganteggi su tutte le altre son quelle certamente fra di noi fondate dagli egregi ed infaticabili fratelli Poma fu Pietro. Il cotonificio di Biella-Piazzo, situato nell’ex palazzo della famiglia Dal-Pozzo [nota], tinge cotoni filati e li tesse, uno di gran lunga a lui superiore è quello, pochi anni or sono fabbricato a Miagliano presso Andorno che coi 700 e più telai automatici viene ad essere benché non ancora finito, uno degli stabilimenti più grandiosi d’Italia. Una manifattura pel cotone che vorrà eguagliare se non ecclissare quella di Miagliano sarà quello che ora stassi compiendo dalla ditta medesima in Occhieppo Inferiore presso Biella. Non possediamo ancora alcuna filatura, ma i fratelli Poma vorranno fra poco completare i loro cotonifici coll'erigerne una grandissima sul territorio di Candelo ove il terreno è già fin d'ora preparato". Non si hanno altre notizie circa l'impianto di uno stabilimento sul territorio candelese, ma quelle relative a Miagliano sono interessanti.
Un'altra descrizione dello stabilimento di Miagliano si trova su "L'Eco dell'Industria - Gazzetta Biellese" dell'8 ottobre 1882. All'epoca "i telai messi in molo a Miagliano sono 750, dei quali 200 sono alla Jacquard, due per tela da imballaggio e gli altri meccanici. Questi telai sono lutti disposti in un solo salone di 800 m. q. Le macchine per formare le catene sono quarantuna ed ognuna di esse ne prepara per dieci pezze al giorno; i torcitoi ammontano a trentasei: a far matasse sugli arcolai meccanici si impiegano duecento cinquanta ragazzi di un’età superiore ai dieci anni. Il cotone non si fila ancora nel biellese e la Ditta Poma compra il cotone filalo dappertutto ove le conviene e ne consuma in media novecento pacchi al giorno di k. 4 e mezzo l’uno. Tutti i cotoni della Ditta Poma si tingono a Miagliano in una vasta tintoria arricchita di tutti i processi i più moderni. Gli operai dello stabilimento di Miagliano ammontano a 1550, dei quali 50 sono impiegati nell’opificio meccanico quali falegnami, fabbri, ecc. [...] Gli operai lavorano undici ore al giorno".
A quelle macchine se ne aggiunsero altre: ben prima della fine dell'Ottocento nel solo salone grande "battevano" ritmicamente ben 980 telai. Con quella capacità produttiva, attorno al 1900, dalla tessitura di Miagliano uscivano ogni anno almeno 2 milioni di metri di tessuto.
Per alimentare tutti quei telai era necessario disporre di una sufficiente quantità di filato. Se inizialmente la filatura non era inclusa nel ciclo produttivo dello stabilimento miaglianese, dal 1887 i Poma cominciarono a produrre in proprio una quota rilevante dei filati necessari. In quell'anno fu acquistata la fabbrica già attiva in regione Polla e nel 1891 fu completamente ristrutturata. In quella sede staccata erano in funzione 14.000 fusi che garantivano non meno di un milione di kilogrammi di filo di cotone greggio ogni anno. Nella stessa fabbrica era operativa la tintoria che riusciva a tingere tra i 2 e i 2,5 milioni di chilogrammi di cotone, sia in filo (matasse o rocche), sia in fiocco.
La produzione del cotonificio attorno al 1900 è descritta efficacemente nell'album intitolato "Manufacture de coton Fratelli Poma fu Pietro" (1900 circa).
La produzione è definita "variegata" e "estesa". La filatura "fornisce una quantità di fili diversi che dai titoli più grossi fino al 40. Tali filati sono esclusivamente destinati ad alimentare una parte del fabbisogno della tessitura" (il filato mancante doveva essere ancora acquistato da fornitori esterni). La ritorcitura di Miagliano (con quella di Occhieppo Inferiore) produceva "i ritorti uniti e multicolori a seconda del numero di fili ritorti", mentre la tintoria, che da sola occupava 300 operai, gestiva "tutte le operazioni di lavaggio, bianchissaggio, di tintura in matasse e in bobine [rocche], in fiocco, in nastro [tops] e in pezza, e della stampa su filo ecc." Era ragione di vanto l'organizzazione specifica della tintoria: "installazioni grandiose e speciali, in edifici distinti, sono destinati esclusivamente alla tintura in blu indaco e in rosso d'Alizarina". La tessitura consentiva di produrre "le qualità di stoffe più varie che la moda, ossia il gusto moderno e le necessità dei consumatori possono immaginare. Tutte le materie prime tessili vi sono impiegate: il cotone dal N° 2 al N° 120, la lana, la seta, la iuta, il lino, il pelo di cammello, il filo metallico...". Le pezze tessute a Miagliano (e a Occhieppo Inferiore) raggiungevano ogni giorno lo stabilimento di Biella su vagoni "completi" delle Ferrovie Economiche Biellesi. Colà giunte erano sottoposte alle operazioni di appretto e a quelle preparatorie per la spedizione. A Biella le stoffe erano oggetto di procedimento di finissaggio che, evidentemente, a Miagliano non erano attivi. La varietà della produzione era così sintetizzata: "dai fazzoletti da 1 franco e 20 alla dozzina fino ai gobelins da 4 franchi il metro, dagli stami molto leggeri da 70 grammi fino agli spessi tessuti da arredo da più di 600 grammi al metro, dalle modeste tele di cotone dai vivi colori che tanto piacciono alle donne del popolo fino alle novità di lana e seta di cui ci vestiamo noi eleganti, dalle coperte ordinarie da letto ai tappeti da tavolo a imitazione dei tappeti turchi e persiani, dai poncho per l'America del Sud ai pakamas per l'India, dai «lonetas» per le scarpe destinate alla Plata alle flanelle leggere per le Isole Canarie, dalla tela macana per il Messico, dai fazzoletti economici agli eleganti mordenzati...". La "potenza" complessiva dei Poma era di 2.500 telai. Da quelle macchine i tessuti di puro cotone e di tessuti misti potevano arrivare in ogni angolo del mondo. Quella globalizzazione ante litteram era spiegata con poche parole: "è così che gira la grande ruota del lavoro; così sono restituiti all'America, all'Asia, all'Africa, sotto forma di tessuti, quei fiocchi di cotone che erano arrivati dai campi arsi dal sole degli Stati Uniti, dell'India, dell'Egitto". Quella grande ruota richiedeva "all'industria della vecchia Europa le trasformazioni che fanno di questo filamento una delle materie più utili per i differenti bisogni della società moderna".
Negli anni Venti del Novecento le maestranze miaglianesi superavano le 2.000 unità e tutto il "sistema Poma" contava più di 3.000 addetti. E' superfluo sottolineare che il cotonificio fu fin dall'inizio un grande polo attrattivo per lavoratori e lavoratrici (di tutte le età). Le condizioni di lavoro erano per certi versi migliori rispetto ad altri stabilimenti tessili biellesi, ma anche a Miagliano sussistevano gli stessi problemi endemici dell'industrializzazione locale (ambienti non sani, malattie "professionali", infortuni e incidenti gravi, difficoltà di convivenza, tensione sociale ecc.). Tuttavia la fabbrica di Miagliano era un mondo a sè con le sue caratteristiche e le sue regole
[nota] : in verità i Poma occupavano l'antico convento di San Domenico, mentre a nel palazzo dei Dal Pozzo della Cisterna era attivo, all'epoca, il Maglieficio Boglietti.
ENGLISH VERSION:
Poma Brothers' cotton mill: the company
The Pomas’ Cotton Mill was founded in Miagliano, along the Cervo Valley, in 1863. The textile workers’ village construction began in 1870 and, along with the village at the Filatura (Spinning mill) in Tollegno and the one at the Trossi mill in Vigliano, it represents the most prominent example of social housing in the Biellese region. The Pomas’ cotton mill employed up to 4000 textile workers inside its several factories of Miagliano, Biella, Occhieppo Inferiore, Sagliano and Andorno. During the period that spans the years 1889 to 1892, circa, the Fratelli fu Poma Cotton Mill changed its denomination to Italian Cotton Mill with its Headquarters in Turin and with one more factory also present in Genoa. It was a Public Limited Company formed in September 1889 whose capital shares was increased in January 1891, but the cotton giant did not outlive the passing away of Antonio Poma and the corporation was dissolved. The cotton mill went back to be a uniquely Biellese reality. It closed down in 1961. The Bottos’ wool mill took over the factory.
In the twice weekly newspaper “L’Eco dell’Industria - Gazzetta Biellese”, on the 10th of February 1884, there appeared a passage by the English Writer Eliza Lynn Linton who describes the cotton mill and its workers, with an interesting reflection about both the chimneys and the use of the Cervo river waters: “At the bottom of the valley, the gigantic Cotton Mill of Miagliano rises, it belongs to the Poma brothers who are the greatest manufactures in Piedmont. The colossal industrial factory is driven by the waters of the Cervo river, which were cleverly used for such a purpose and the tall chimneys crown themselves with smoke only when there is a want of water and in its place they resort to the advantage of both coke and coal. It follows that one cannot guess this huge factory location by means of its smoke but you might as well leave the main road and descend down a steep incline so as to be able to see as a whole the centre of such a bustling industry. Soon afterwards, one reaches a small town picturesquely nestled amongst the trees along the banks of the river. Further down still, are the textile workers’ houses, which entail a further descent and a much longer stroll to be gotten to. I was told that this mill employs a total of 7000 people. It sounds like a huge number and however large the site may be, it does not look sufficiently big to house so many people. But this is what people say, if it is an exaggeration you are not responsible for it*”. In the translator’s foot note one reads: “*As a matter of fact the cotton mill in Miagliano only employs about a thousand workers”.
ENGLISH VERSION:
Poma Brothers' cotton mill: its workers and production
Inside the factory’s first group of buildings that was built in 1864-1865 on five floors (three of which were above ground level), you could find the Headquarters, a section of the weaving process, the warehouse for the threads of the weft and the warp, the winding, the warping, the twisting ( with 5,700 spindles), the threading into the looms shuttles, and last but not least, 200 power looms. A first description of the factory was presented by “L’Eco dell’Industria- Gazzetta Biellese” newspaper, dating back to the 8th of October 1871. Inside an article devoted to the cotton industry that developed in the Biellese region, the following appeared: “Within our Biellese region we have several factories that deal with the process of cotton weaving. However, the ones that tower above them all, be it for size or grandiosity, are without any doubt the ones founded by the distinguished and tireless Fratelli Poma fu Pietro. The cotton mill at Biella-Piazzo which is found inside the former Dal Pozzo family’s mansion, both dyes and weaves yarns. However, far more outstanding is the cotton mill of recent construction (a few years old only) that was erected in Miagliano, near Andorno which with an excess of 700 power looms is one of the most imposing factories in Italy, albeit still not completed. A similar cotton mill that is aiming at matching if not even upstaging the one in Miagliano, is the factory under construction by the same entrepreneurs in Occhieppo Inferiore, near Biella”.
Yet another description of Miagliano’s mill is to be found in “l’Eco dell’Industria-Gazzetta Biellese” newspaper dating back to the 8th of October 1882. Back then “the working looms in Miagliano are 750, 200 of which are Jacquard types, two for burlap and the rest are power looms. All these looms are placed inside a single large 800 square metres room. There are forty one warping machines, each one capable of preparing warp sufficient to produce ten pieces of cloth each day; there are thirty six twisting machines: there are two hundred and fifty youngsters older than ten years of age who are employed to produce skeins on the powered twisting machines. In the Biellese region the cotton is yet to be spun and the Pomas’ factories buy the ready-spun cotton anywhere at the most convenient price and use up an average of nine hundred packs daily, each weighing four and a half kilograms. The cotton produced by the Pomas’ factory is dyed in Miagliano within a large dying plant which is equipped with the most up to date processing equipment. At the factory in Miagliano there are 1550 textile workers of whom 50 are employed on the engineering side of the mill as carpenters, blacksmiths, etc. […] The textile workers work eleven hours every day”.
- Funzioni e attività
- Dalla “Guida storico-artistico-industriale di Biella e circondario”, 1873
Sede di Biella, Piazzo
Tipologia di fabbrica: cotonificio
Anno di attivazione: 1818
Telai mossi a mano: 50
Operai: 60
Tintoria e torcitoi trasportati a Miagliano
"I telai si trovano nell' ex palazzo della famiglia Dal Pozzo, e le catene vengono preparate nei grandiosi stabilimenti, pure dei suddetti, siti in Miagliano e Occhieppo Inferiore, dei quali a suo luogo sarà fatto cenno. Nei locali di Biella (Piazzo) si trovano i vasti magazzeni per la merce ultimata, e gli uffici per l'amministrazione".
Per la tintoria la fabbrica si serve dell'acqua condotta in Piazzo mediante il canale derivato dal torrente Oropa, alla distanza di 4 chilometri.
Dalla “Guida storico-artistico-industriale di Biella e circondario”, 1873
Sede di Miagliano
Tipologia di fabbrica: cotonificio
Anno di attivazione: 1866
Forza motrice (corso d’acqua): torrente Cervo
Forza: 100
Telai ad acqua: 550
Operai: 1000
Vap. per la tintoria; gazometro per l'illuminazione a gaz dello stabilimento
"E' questo il più grandioso cotonificio che esista in italia. Oltre i generi comuniconfeziona una straordinaria quantità delle cosiddette Caroline, tessuto che prima era portato da noi dagli stabilimenti Svizzeri o Inglesi".
Dalla “Guida storico-artistico-industriale di Biella e circondario”, 1873
Sede Occhieppo Superiore, lungo l' Elvo
Tipologia di fabbrica: cotonificio
Anno di attivazione: 1870
Forza: 50 con turbine e macchine a vapore
Telai ad acqua: 300
Operai: 350
Genere di fabbricazione: tessuti di cotone colorato
"Questo opificio consiste in un grande salone, sistema americano, in cui sono uniti tutti i telai con i relativi innaspatoi (bobinoirs) per le trame e le catene. i mezzi tanto di trasmissione come quelli per dare movimento ai telai sono nascosti: lodevole disposizione per ottenere maggiore spazio e per evitare disgrazie"
Dal “Annuario Generale della Laniera”, 1926. Produzione: “Filatura e ritorcitura di filati di cotone e di cascami uso lana, tintoria, mercerizzazione e stampa dei filati, tessitura di articoli di cotone e misti con lana e con seta, tinti in filo, rifinitura degli stessi ”
Anno di fondazione: 1889
Sede stabilimenti: Biella, Occhieppo Inferiore, Miagliano, Sagliano, Andorno
Capitale sociale: 10 000 000 Lire
Esportazione: In tutti i paesi per tutti gli articoli prodotti.
Telegrafo: Cofiano; Telefono: Biella 46, Torino 47296
Istituzioni: Cassa previdenza per gli impiegati, cassa depositi per gli operai, cassa di assicurazione infortuni, asilo infantile, cucina economica e magazzino alimentare in Miagliano.
Dal “Annuario Generale della Laniera”, 1934. Produzione: “Tessuti di ogni tipo di cotone e misti con lana e con seta, tinti in filo.”
Anno di fondazione: 1889
Sede stabilimenti: Torino, Occhieppo Inferiore, Andorno Micca (esercitati totale n. 6)
Presidente: Conte Comm.Ing. Giacomo Salvadori
Capitale sociale: 10 012 500 Lire
Telegrafo: Cofiano; Telefono: Biella 46, Torino 47296
Dalla “Guida Laniera. Guida e indirizzi del Lanificio Italiano”, 1962: produzione di “Miagliano: tessitura e rifinizione in proprio e per terzi. Drapperie e lanerie cardate e pettinate di medio peso. Sagliano: filatura cardata in proprio e per terzi, filati per tessitura, maglieria, tipi di fantasia.”
Anno di fondazione: 1825
Sede stabilimenti: Miagliano, Sagliano
Presidente Pio Poma; consigliere delegato dott. ing. Anselmo Poma
Telegrafo: Cofiano
Cotonificio.
Cessata
Dal ” Annuario Generale dell’Industria Tessile 1962-1963”
Filatura: filati di cotone, di lana cardata e pettinata.
Tessitura: tessuti di cotone e di lana
- Archivi
- L'archivio (2.000 disegni circa) è conservato nell'azienda dismessa che ora è di proprietà del Lanificio Fratelli Botto ed è sede del Consorzio Biella the Wool Company il cui presidente è Mr. Nigel Thompson.L’archivio è conservato in 3 armadi lignei e comprende circa 2.000 disegni tecnici dalla metà del XIX secolo alla metà del XX, la documentazione amministrativa e contabile e i campionari non sono distinguibili dall’archivio del Lanificio Fratelli Botto finché la documentazione sarà frammista. Vi sono anche planimetrie del Lanificio di Pollone e forse carte della Pettinatura Europa.
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