Persona
Pria, Alfredo
Data: 1867-1934
- Nascita
- Luogo:
- Valle Mosso (Crocemosso)
- Data:
- 30 novembre 1867
- Morte
- Luogo:
- Biella
- Data:
- 28 maggio 1934
- Attività/mestiere/professione
- Qualifica:
- imprenditore tessile
- Titolo
- cavaliere
- Biografia / Storia
- Alfredo Pria (1867-1934): nato a Crocemosso da famiglia di umili origini è il ritratto dell’uomo “fatto da sé”, che deve la sua posizione unicamente alla sua “forza di volontà, al carattere, all'operosità incessante”. Dopo le scuole elementari a dieci anni inizia a lavorare come attaccafili presso la ditta Torello Picchetto Molina, poi Ditta F.lli Garlanda, di Vallemosso, paese limitrofo a quello natìo. Nel 1879 fu assunto come apprendista tonditore alla Colongo Borgnana Picco. Nel 1882 entrò nella fabbrica dei Bertotto come capo apparecchiatore, successivamente alle dipendenza di Pietro Reda e quindi alla Gallo Giuseppe & C. Negli anni successivi ricopre diversi ruoli in altri stabilimenti che gli consentono di maturare l’esperienza necessaria per mettersi in proprio. A trent’anni fonda una società con altri lavoratori (Efisio Piana, Giovanni Berzonetto e Felice Ravelli) con sede a Pavignano. Nei primi anni del Novecento la società rileva il lanificio Boussu e dal 1920 Alfredo Pria ne diventa unico proprietario, rimanendo a capo di uno dei più importanti lanifici storici biellesi. Il nome del lanificio rimarrà legato a quello del Cav. Alfredo Pria anche dopo la sua morte avvenuta nel 1934.
- Fonti
- Ecco il necrologio apparso su "Il Popolo Biellese" del 31 maggio 1934 sotto il titolo "In morte di Alfredo Pria":
"Forte, vigoroso e saldo come una quercia, malgrado l’età era il ritratto stesso della salute; fino a poco tempo fa nessuno avrebbe potuto supporre che un male repentino ed inesorabile avesse dovuto strapparlo cosi presto ai suoi cari ed al suo lavoro. Alfredo Pria apparteneva alla categoria di quei capitani d’industria che debbono la loro notorietà, la loro posizione e la loro potenza produttiva unicamente a loro stessi, alla forza di volontà, al carattere, all'operosità incessante, quasi cocciuta, di un lavoro che non ha conosciuto soste mai durante tutta la loro esistenza. Di umili origini, fu semplice operaio addetto al finissaggio, da giovanissimo, in un lanificio di Vallemosso. Poi con l'applicazione e lo studio divenne capo reparto ed in seguito, in società con Ravelli e Berzonetto, assunse la direzione di un lanificio a Pavignano fino al 1912. Poi la Ditta subì qualche trasformazione e fino al 1920 restò sotto la denominazione Ravelli e Pria. Finalmente col rilievo del Lanificio Bossu a Biella Riva egli rimase unico proprietario dell’importante azienda, coadiuvato poi dal figlio Antonio. Apparentemente rude nel tratto e deciso nelle azioni, era di una generosità non comune verso quanti ricorrevano a lui per lavoro, aiuti od altro. Di carattere fermo e vivacissimo negli atteggiamenti, durante il periodo bolscevizzante del dopo guerra aveva tenuto testa alla tracotanza dei capi sovversivi e della massa aizzata senza accettare imposizioni e soprusi dai demagoghi. Fu dei primi industriali ad avvicinarsi al Fascismo ed a comprendere, nel loro significato di collaborazione e di elevazione della massa, i sindacati fascisti delle primitive formazioni. Amico sincero — e non solo a parole —- del nostro giornale e del nostro lavoro, Alfredo Pria coadiuvò in ogni migliore forma alla creazione delle nuove istituzioni Fasciste. Le istituzioni benefiche ed i bisognosi non bussarono mai invano alla porta della sua azienda o della sua casa. Godeva larghissime simpatie negli ambienti industriali e commerciali ed era amato dalle maestranze che lo sapevano severo ma giusto, burbero ma intimamente buono, veramente buono. La sua scomparsa ha suscitato generale rimpianto in tutta la popolazione. Noi da queste colonne, anche a nome degli amici e dei fascisti, porgiamo alla straziata vedova Irma Aimone, al figlio camerata Antonio, alle figlie, alle famiglie Azario, Anderi, Mongilardi ed ai parenti tutti le più sincere espressioni di cordoglio".