Ente
Cappellificio Cervo S.r.l.
- Cappellificio Cervo S.A. (altra denominazione di autorità)
- Società Anonima Cappellificio Cervo, già Cooperativa Cappellai (altra denominazione di autorità)
- Cappellificio Cervo S.p.A. (altra denominazione di autorità)
- Link esterni
- Note alle entità collegate
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- Luoghi di attività
- Luogo:
- Sagliano Micca
- Indirizzo
- Indirizzo:
- Via Libertà 16
- Stato:
- Italia
- Regione:
- Piemonte
- Provincia:
- Vercelli
- CAP:
- 13065
- Storia istituzionale
- Nel 1897 nacque la “Società Anonima Cooperativa tra i cappellai nel Biellese”, nel 1921 divenne “Società Anonima Cappellificio Cervo già Cooperativa” e nel 1950 “Cappellificio Cervo S.p.A.”; acquisisce anche i marchi Barbisio (che nacque nel 1862) e Bantam.
Oggi la ragione sociale è Cappellificio Cervo S.r.l.
La storia dei cappellifici nel biellese è molto antica, infatti sin dal Settecento vi sono i mastri cappellai e dall’Ottocento l’arte del fare i cappelli è una componente importante dell'economia della Valle del Cervo, di Tavigliano, Andorno e Sagliano. La produzione tipica è rappresentata dai cappelli di lana, ma non mancano quelli di pelo che sul finire dell'Ottocento prendono il sopravvento in un mercato in costante crescita ed evoluzione. Già negli anni '30 il Cappellificio Barbisio esporta in America ed in Africa. L'unica pecca delle aziende biellesi è la carenza nell'innovazione tecnologica; il basso costo della manodopera e l'ottima qualità non sono sufficienti per combattere la concorrenza degli stabilimenti di Alessandria e Monza. Esiguità negli investimenti, debolezza strutturale, inadeguatezza delle comunicazioni e operai-mastri cappellai fortemente specializzati, con alto potere contrattuale e decisionale, portano l'industria biellese ad una fase di impasse. La strada per il superamento è la specializzazione: produzione esclusiva di cappelli in pelo fino, ma il grande passo non basta poiché la guerra dà un ulteriore colpo al settore.
Oggi unico depositario di quell'arte antica resta il Cappellificio Cervo che racchiude in sé anche il celebre marchio Bantam. Tra i fatti più interessanti della storia aziendale vanno ricordati l'incremento di capitale del 1924 a cui contribuirono con il proprio salario gli stessi dipendenti; le esportazioni che già negli anni '30 raggiungevano la Turchia e il Sudamerica; i 1.300 cappelli prodotti al giorno negli anni '50 del Novecento. I macchinari dello stabilimento, ancora utilizzati, sono del 1916.
Il cappello viene fatto ancora a mano secondo le seguenti fasi di lavorazione tradizionali:
- la preparazione del pelo è un procedimento antico e con molti segreti: il pelo, generalmente di coniglio e di lepre, viene selezionato con cura dal vello dei migliori esemplari e trattato al fine di renderlo resistente alle fasi di lavorazione successive. L'iter completo prevede: distensione delle pelli, secretaggio o mordenzatura, essiccazione, cimatura, taglio o tosatura, soffiatura, cernita, stagionatura e mischia.
- lavorazione in bianco: con questo termine vengono definite le prime fasi della creazione del cappello. Si parte dal processo di mischiatura, che garantisce l'omogeneizzazione del pelo e la separazione dalle scorie, per poi passare alla divisione in pesate e alla successiva creazione delle falde, ottenute facendo aderire il pelo a forme coniche con getti di acqua calda. La falda, primissima fase del feltro, ha una consistenza insufficiente e viene rinforzata prima con l'imbastitura poi con la follatura. Il feltro così ottenuto passa alla formatura e alla stagionatura della durata di sei mesi.
- lavorazione in nero: i feltri asciutti e stagionati, possono essere tinti qualora il procedimento non fosse avvenuto sul pelo sfioccato, poi si avviano alla fase di modellatura a vapore effettuata su forme in legno che danno vita ad una prima sagoma del cappello. Con l'apporto indispensabile del calore, dell'umidità e del vapore il feltro viene poi stirato e perfezionato nelle sue parti. In questa fase della lavorazione si utilizzano ancora molti strumenti artigianali antichi.
- guarnitura: il cappello, dopo il controllo e la rifilatura dell'ala, passa alla guarnizione. In questa fase vengono inserite tutte le finiture previste: dal marocchino alla fodera alla cinta alla gala, all'inconfondibile marchio composto da eleganti lettere in oro impresse al torchio.
- Archivi
- Nel 2011 Acta Progetti ha effettuato il riordino dell’archivio (100 metri lineari circa) fino al 1970 (con susseguenti al 1998) e lo ha informatizzato sul software Guarini Archivi. La documentazione successiva deve ancora essere inventariata, ma la consistenza totale comprende tutto l’archivio. L’archivio riordinato è articolato in 3 subfondi, 21 categorie, 71 serie, 27 sottoserie, 987 unità. I subfondi concernono i tre cambiamenti societari dell’azienda e sono: • Società Anonima Cooperativa tra i cappellai nel Biellese (1897-1920; con susseguenti al 1928 per i fascicoli del personale e al 1984 per i marchi), consta di 20 unità. • Società Anonima Cappellificio Cervo già Cooperativa (1921-1950; con susseguenti al 1996 per i fascicoli del personale), consta di 253 unità. • Cappellificio Cervo S.p.A. (1950-1998), consta di 704 unità.