Persona
Piacenza, Guido
Data: 1881
- Link esterni
- Nascita
- Luogo:
- Pollone
- Data:
- 2 febbraio 1881
- Biografia / Storia
- Il 2 febbraio 1881 nasce a Pollone Guido Piacenza. Oltre ad essere un noto industriale tessile, insieme al fratello Mario egli dà prova di grandi abilità in campo alpinistico, aeronautico ed esplorativo.
Guidato dall’entusiasmo per il volo in mongolfiera, nel 1909 gareggia alla famosa Gordon – Bennet di Zurigo a bordo del pallone aerostatico “Albatros” in qualità di pilota (accompagnato dal copilota Edgardo Bellia). Sempre nello stesso anno conquista il record italiano di altezza in aerostato, raggiungendo la quota di 9200 m. Un notevole risultato, se si pensa che l’anno prima aveva compiuto la seconda traversata delle Alpi da est a ovest a bordo dello stesso pallone.
Nel 1910 la passione per il volo lo vede tra i promotori del primo campo d’aviazione biellese; nello stesso anno appronta un pallone per effettuare osservazioni della cometa di Halley e prelevare campioni dell’atmosfera ad alta quota. In collaborazione con il fisiologo Angelo Mosso, studia il comportamento umano ad alte quote.
Guido unisce la sua passione per la mongolfiera con l’innato l’interesse scientifico e il campo della pura sperimentazione, arrivando a realizzare a Viareggio un’originalissima teleferica la cui forza per sollevare la cabina con i passeggeri viene fornita da un pallone a idrogeno. L’apparecchio rimane in funzione per alcuni mesi, fino a quando non viene distrutto da una tempesta. La costruzione e la progettazione della teleferica, unica di questo tipo mai costruita nel mondo, viene appoggiata dal capitano Frassinetti e dall’ingegner Porro Lodi di Milano.
Nel 1911 ottiene l’autorizzazione per compiere la traversata dell’Himalaya dal Kashmir al Nepal: un sogno che si realizza. Guido dovrà però abbandonare il progetto a causa delle fratture riportate in un incidente di volo. Da notare che la traversata dell’Himalaya è stata compiuta, limitatamente alla regione dell’Everest, solo nel 1990.
Nel 1912 l’imprenditore biellese parte per l’Africa e viaggia per il Congo belga per vie fluviali e terrestri, in compagnia dei medici Lorenzo Borelli e Mario Neri, a fine esplorativo, fino ad arrivare in Uganda. Egli non è solo un viaggiatore ma anche un bravissimo fotografo e film maker: scatta infatti centinaia di fotografie e realizza sequenze filmate con una macchina da presa di 35 millimetri, utilizzata per documentare una regione abitata da popoli al tempo quasi sconosciuti. I materiali fotografici e videoamatoriali da lui forniti costituiscono una fonte documentale eccezionale e trasuda la voglia di testimoniare, da un punto di vista etnografico, una realtà lontana e diversa da quella occidentale.
Il suo sguardo si posa in particolare sul popolo Mangbetu, un’etnia che dalla metà del XVIII secolo estese il suo controllo su diversi gruppi di lingua sudanese del Congo nord orientale. Il popolo è tutt’ora noto per l’usanza della deformazione del cranio a fini estetici.
Alla collezione di immagini e riprese del viaggio in Congo sono state dedicate diverse serate di videoproiezione, tra le quali quelle del Museo del Cinema di Torino, che rivolge da sempre una grande attenzione verso le testimonianze visive di inizio di Guido Piacenza.
Alice Krizman