Ente
Mila Schön
- Mila Schon (altra denominazione di autorità)
- Couture Mila Schön (altra denominazione di autorità)
- Mila Schoen (altra denominazione di autorità)
- Mila Schön Investment (altra denominazione di autorità)
- Mila Schön Couture (altra denominazione di autorità)
Data: 1958 - in attività
- Link esterni
- Luoghi di attività
- Luogo:
- Milano
- Storia istituzionale
- Mila Schön nel 1958 apre un piccolo atelier in via San Pietro all’Orto. Nel ’65, invitata da Gian Battista Giorgini, presenta nella magica Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze la sua collezione di alta moda, con la quale riscuote un grande successo di fronte alla stampa e ai buyer statunitensi: troneggiano su tutto i suoi tessuti double. Lei stessa dichiara: ‘L’intransigenza con cui concepisco un interno uguale all’esterno è una mia cifra. Il double face mi dà l’idea dell’ordine, della pulizia di stile che va cercata soprattutto nelle parti invisibili dell’abito’.
Nel ’66 presenta le sue creazioni a Dallas e Houston, ricevendo il Neimann Marcus Award, l’Oscar della moda, per l’attenta ricerca e scelta del colore degli abiti (prima di lei, avevano ricevuto l’ambito premio Salvatore Ferragamo nel 1947, Emilio Pucci nel 1954 e Roberta di Camerino nel 1957). Nello stesso anno, a New York, i suoi modelli vengono indossati da donne del calibro di Angie Engelhard, moglie del re dei diamanti, che la prima volta ospita Mila a sfilare in casa sua, e poi ancora Lady Astor, Babe Paley, Jean Kennedy Smith, Jacqueline Kennedy (in seguito Onassis) e la sorella Lee Radziwill.
Risale sempre ad allora il trasferimento dell’atelier nella sede di via Montenapoleone 2. Sono i primi anni ’70, e l’integerrima Mila si muove sicura tra rigore e fasto, alternando capi di inaudita limpidezza a creazioni elaborate; quando i tempi lo impongono, allarga il campo d’azione a territori limitrofi al suo spettro creativo: nel 1972 nascono le prime collezioni di prêt-à-porter femminile e maschile, a cui presto viene affiancata una linea completa di accessori: borse, calzature, foulard e profumi.
Intanto stabilisce liaison durature con fotografi (Ugo Mulas, in primis) capaci di dar corpo e sostanza iconografica alla sua visione. È il primo marchio italiano a essere importato in Giappone. Nel 1986 la multinazionale giapponese Itochu entra a far parte del capitale sociale dell’azienda e nel 1992 ne acquista l’intero pacchetto azionario. Nonostante la definitiva cessione del marchio, la Itochu detiene un ruolo di carattere meramente finanziario, dal momento che la parte creativa e organizzativa dell’azienda continuano a rimanere sotto il controllo della fondatrice.
Già dal ’95 la Maison decide di abbandonare l’alta moda per dedicarsi interamente al prêt-à-porter. Viene chiamata a disegnare le collezioni Anna Domenici, a lungo braccio destro creativo di Mariuccia Mandelli.
Dal ’98 la Griffe si dà una nuova strategia, e decide di affidare le sue linee a un ufficio stile formato da otto giovani creativi, nati in casa oppure formatisi presso la Central Saint Martins School of Art and Design o al Royal College of Arts di Londra: Cristina Barreto, Lisa Cameron, Stefano Citron, Greg Myler, Federico Piaggi, Darryl Rodriguez, Paolo Trillini e Steven Verno. Ogni creativo ha la propria specializzazione: chi la conoscenza delle lavorazioni di maglieria, chi della costruzione dei capi, chi del colore. L’intento, rivelatosi vincente, è quello di rimanere legati alla filosofia dell’azienda, con un occhio rivolto verso il futuro.
Lo stile Schön, caratterizzato da purezza grafica e linearità, si distingue da sempre per il rigore del taglio e la grande essenzialità. Nonché per il costante rapporto tra ricerca stilistica e progettazione (basti pensare alle astrazioni geometriche di Klimt (1966), alla scultura Bauhaus (1968), alle sperimentazioni di Fontana (1969) con i tagli e ai mobiles di Calder).
Nell’ottobre del 1999 avviene una svolta per il marchio Mila Schön Investment: il Gruppo emiliano di Mariella Burani acquisisce il 100 per cento dell’azienda, rilevandolo dalla giapponese Itochu. Nel settembre del 2002 viene nominato il nuovo designer del marchio: Marc Helmuth, forte della grande esperienza maturata in Francia a fianco di Thierry Mugler, di Yves Saint-Laurent e di Alber Elbaz da Lanvin.
Nel 2007 La Brand Extension S.r.l. rileva il contratto di licenza dalla Mariella Burani con lo scopo di rilanciare il marchio e nel febbraio del 2008 Bianca Gervasio viene nominata direttore creativo: cinquant’anni esatti dopo l’inizio, la storia della Casa di Moda ricomincia con una attenta riscoperta delle origini, nella consapevolezza che la formula inventata da Mila Schön è così precisa e definita, così perfetta, da risultare atemporale nella sua assoluta modernità.
Le cravatte di Mila Schön sono prodotte dalla ditta Nuova Schontess.
Fonte: Dizionario della moda