Persona
Barchi, Maria
- Nascita
- Luogo:
- Papozze (Rovigo)
- Data:
- 4 settembre 1904
- Attività/mestiere/professione
- Qualifica:
- operaia tessile
- Qualifica:
- filatrice
- Biografia / Storia
- Intervista a Maria BARCHI raccolta presso la sua abitazione a Vigliano B.se il 10/03/1992 da Aurora Zedda.
Sono presenti: - il figlio Paolo
- la sig.ra Liliana Battistello
- la sig.ra Anna Montini Spadin
Trascritta da Valeria Preto.
Le parti in " corsivo " riportano le frasi in dialetto con il quale l'intervistata si è espressa.
- D: Vigliano, il giorno 10 marzo del '92. Mi dici dove sei nata?
- M: Papozze, in provincia di Rovigo.
- D: E che data.
- M: 4 settembre del 1904.
- D: Il tuo papà e la tua mamma che cosa facevano? Te lo ricordi?
- M: Il mio papà e la mia mamma non me lo ricordo, perché la mia mamma è morta che io avevo 5 anni... è cominciata lì la vita, eh sì... il mio papà, invece, no, il mio papà aveva 84 anni, aveva.
- D: Allora, tu mi hai appena detto: "E' cominciata da lì la vita" da quando è morta la tua mamma; avevi 5 anni. Ecco, prova a raccontarmela, questa vita, prova a vedere, da quando avevi 5 anni, che cosa ti ricordi.
- M: Nella vita, che cosa mi ricordo... mi ricordo che la gente che abita davanti a me - siamo cugini: il papà di quell'Aldo lì, sarebbe il fratello di mia mamma - allora, loro erano in 20, 22, in famiglia, e in casa di mio nonno, il papà, erano proprio tanti.
Allora io che ero senza mamma, ed ero anche senza papà, non perché è mancato, ma il lavoro che aveva, lui era via, stava via, andava via con i geometri, gli ingegneri, facevano i rivestimenti del Po, e lui, siccome aveva studiato, mio padre, aveva studiato la politica, ma era intelligente, insomma, allora lavorava insieme ai padroni...
quei tempi là... perché una volta non bisognava avere un diploma, una cosa... insomma; basta che si riesce un pochino... allora io mi trovavo che ero senza mamma e senza papà, perché il papà non lo vedevo mai. Poi è venuta la guerra del '15, e così sono sempre stata insieme agli altri, insieme i zii... allora, quando ero a casa dei nonni, questi del papà... stavo lì... ero nata lì... c'era ancora mia nonna...; quando è morta mia nonna è finita, eh, perché il nonno poverino per tanto farci... che cosa faceva? E gli altri avevano i suoi figli da guardare.
Allora c'era due ore di strada a piedi per andare, da quegli altri nonni, quelli da parte della mamma, e allora mi dicevano i miei, là, i parenti del papà: "Ma fatti guardare un po' da quei nonni là, eh!".
Io avevo un fratello: si prendeva... - malcalzati e malvestiti, eh, perché una volta non c'era niente, non c'era neanche soldi per _____
malvestiti... d'inverno fa freddo... - e allora prendevamo una borsa, con qualcosa dentro, un pezzo di pane, e via che si camminava a piedi e si andava da questi nonni qui: e contenti!... loro avevano la cascina.
Quando mi vedevano, il mio zio più vecchio andava subito a mungermi le vacche, perché diceva che a me piaceva il latte: mi piaceva perché mi faceva anche bene.
Allora che cosa si faceva: si stava lì... anche lì, dopo, non c'era più la nonna... si stava lì un mese o due e poi... :"Adesso, è ora che andiate a casa vostra!" Allora si prendeva di nuovo il bastone e la borsa e si andava a casa di là: ho fatto quella vita, va bene...
- D: Hai fatto quella vita lì, ma sei riuscita ad andare a scuola?
- M: A scuola? Sì, ma a scuola sono andata poi al mio paese, sì là... ho fatto la terza, perché una volta più che la terza...
- D: Sì, ma, comunque, un pochino però ci sei andata a scuola!
- M: Sì, sì, sono andata a scuola.
- D: Ecco. Che cosa ti ricordi? Ti piaceva andare a scuola?
- M: Oh, mi piaceva, sì! Mi piaceva proprio andare a scuola. Si faceva la terza, sì ho fatto la mia terza: l'ho fatta, l'ho fatta. Poi si lavorava in campagna.
- D: Quante ore lavoravi in campagna?
- M: Oh, in campagna...
- D: Quante ore? Quanto tempo lavoravi?
- M: Eh, a casa, non c'erano ore... tante volte mi chiamavano a fare la polenta, perché si era in tanti, polenta grossa, allora mia nonna, poveretta, non aveva la forza di girare 'sta polentona: facevano... sai, erano in 22, eh... allora andavo ad aiutare la nonna anche a fare la polenta... e andare in campagna, ci andavo quando avevo tempo, insomma...
- D: Raccontami...
- L: Adesso le faccio io una domanda... che avevano anche del... era una famiglia che aveva anche degli ideali politici, perché il padre è stato perseguitato...
- M: Quell'uomo lì è stato la mia rovina!
- D: Sì, dimmi.
- M: La mia rovina di... perché il mio papà è andato... ha studiato... come si dice... per fare il prete...
- D: In seminario
- M: In seminario. E' andato in seminario fino all'ora di andare a soldato... una volta, a soldato, i quegli anni di mio papà... andavano a soldato con 22 anni, 23, e poi facevano due o tre anni, due anni e mezzo, di soldato... e allora mio padre quando è andato a soldato, ha dovuto smettere di andare in seminario: a soldato... quando è stato soldato... invece di aspettare di andare in seminario, ha studiato la politica, hai capito.
Tutto il tempo del soldato, lui studiava politica.
Quando è venuto a casa da soldato, mio padre, finita la guerra del '15, no...
- D: Del '18, nel '18
- M: Allora, nel '18... io avevo... ero del '4...
- L: Avevi 14 anni
- M: 14 anni. Allora mi ricordo che mio nonno mi diceva... mi raccontava... allora mio padre, anche mio nonno... mi diceva... quando è venuto a casa da soldato, dice... allora... sai, gli ha dato un po' di largo, sai... gli diceva: "Di', ma guarda che c'è il posto, neh, là nel seminario! Devi andare nel seminario! Ti hanno tenuto il posto..."
"Sì, papà, sì papà..."
Però, non voleva mica andare in seminario, lui: ha fatto tutti i versi...
Allora gli ha detto: "Ma ci vai o non ci vai?"
"Guarda, papà - gli ha detto - mi dispiace dirtelo..." - perché mio nonno, invece, era tanto attaccato alla chiesa eh... e poi una volta, quasi tutti...
- L: Eh beh, nel Veneto, specialmente...
- P: Giù di là...
- M: Quasi tutti... e allora, quando... :"Allora, ti sei deciso?"
"Guarda, papà, bisogna che te lo dica: io in seminario non ci vado più!"
"Oh... Santo... - me lo raccontava anche mio nonno questo qui - cosa hai mai fatto! Cosa mi hai mai fatto! Adesso non vengono più a darci la benedizione!" E una roba e un'altra... t'sè... tante robe...
- D: Come fosse successa una disgrazia, era un po' come se fosse successa una disgrazia!
- M: Sì, sì! Come una disgrazia! E allora mio padre :" No, papà, guarda... se è per quello - dice - io non voglio darti quel dispiacere: vado via! Vado via da casa: mi prendo i miei due figli e vado via!"
" Eh no, portare via..." - non voleva che ci portasse via io e mio fratello, noi due fratelli: e siamo sempre stati lì. Tanto si è messo insieme... ti dicevo... insieme con i geometri, gli ingegneri... hanno incominciato a fare i rivestimenti attaccato al Po... voi non so se lo sapete...
- D: Sì, sì, ho capito, gli argini del Po, gli argini...
- M: E allora stava lì, lui, con... ma non lavorare... misurare, metter giù... tutto...
- L: Tutte le loro specialità...
- M: Ma lui, seminario, niente da fare... ha lavorato, così... lui ha lavorato fino a che... dopo è arrivata l'altra guerra, e allora è andato all'altra guerra... poi nell'altra guerra è rimasto anche ferito, poverino: una pallottola qui... mi pare...
- D: Ascolta. Ma tu, in che periodo vieni qua, a Biella? In che periodo?
- M: Io, qui, sono venuta nel '34
- D: Nel 1934
- M: Sì
- D: E come sei venuta? Raccontami come hai fatto a venire qua.
- M: Come ho fatto a venire qui?
- D: Sì, come hai fatto...
- M: E' venuto mio padre, prima, qui. Prima... perché bisognerebbe che le raccontassi tutto quello che è successo a mio padre...
- D: Eh, sì, allora, raccontami...
- M: ... che allora... mio padre era socialista, allora... erano socialisti...
- L: Poi comunista
- D: Sì
- M: Allora, mio padre... siccome che aveva studiato la politica... il segretario del Fascio era, erano tutti ragazzi che avevano fatto la terza "stracca" come ho fatto io: mio padre, invece, aveva studiato, allora loro lo volevano, lo volevano per forza, invece mio padre non si vendeva: gli davano 8 o 10 giorni e poi, avanti: di notte venivano a prenderlo, e toccava sempre a me, perché non volevo che prendessero il mio papà... eh...
- D: Tu dicevi 8 o 10 giorni di galera, faceva?
- L: No, gli davano 8 o 10 giorni di tempo, perché desse una risposta affermativa...
- M: Eh, una risposta, perché andasse insieme a loro, invece mio padre non voleva nessun... ma neanche a pensarlo, niente!
Allora, come hanno fatto? Hanno fatto che non lo hanno lasciato più lavorare, ecco. Ha perso il lavoro: capisce? E intanto, lì, venivano a prenderlo di notte e toccava sempre a me andare ad aprire, perché una volta non avevano le armi, i fascisti, avevano solo l'olio e il manganello. E allora: manganello e olio... prima io... ma sopra non andavano, perché avevano paura che mio padre fosse armato, e che...
- D: E ti picchiavano... proprio a te?
- M: Eh sì! e la prima volta che sono venuti... che sono venuti su, mio padre diceva: "No, no, non andare te, non andare te! Ti fanno male!"
" No, no, no" - avevo ancora... una forza, uno spirito... del diavolo - e la prima volta che mi è successo quell'affare lì, che sono venuti di notte... hanno tagliato le luci del paese... sono venuti di notte per venirlo a prendere... ma mio padre non è venuto giù: sono venuta sotto io; ho aperto la porta e ho detto: "Se volete mio padre, andate sopra!" E allora non ci sono andati, perché avevano paura che fosse armato. Allora non ci sono andati. A me, lo spavento e le botte che ho preso... sono state tanto terribili... che ho fatto due mesi... due anni, quasi, sempre con la febbre a 41, 42, e anche a passare, sempre, sempre: avevano deciso di andare al sanatorio, eh... e c'era un dottore che veniva... che io avevo anche il fidanzato... quando sono venuti, erano passati gli anni, eh... perché dal '24... dal '24 è morto Matteotti...
- D: Sì
- L: Vedi come si ricorda bene!
- M: Nel '24 è morto Matteotti, no?
- D: Sì, sì.
- M: E io ho sempre lottato, sempre, sempre, sempre, quando passava quel periodo, che lui doveva presentarsi, e lui non si presentava e allora gli dava la palla... e si andava in campagna dai miei nonni tutta la notte. E io andavo sempre con mio padre.
- L: Scusate: faccio un attimo di pausa. Questa storia, è una storia che qualche volta...
< INTERRUZIONE > - M: E allora lì... quando è morto il Matteotti, nel '24... erano in pochi, 7 o 8 che non andavano nei fascisti... e allora si nascondevano... ed è morto Matteotti... e voleva raccontare il funerale: perché gli hanno fatto il funerale: lo hanno portato via con un "cartun"! e... l'hanno buttato... fatto un buco nel cimitero... e io... avevo sempre tanta paura che mi succedesse qualche cosa... alla sera, era quasi sera...: "Ah, il mio papà non viene più a casa: chissà che cosa è successo?" E allora sono andata a _______________
Allora ... perché allora c'era la linea che portava alla strada del paese di Matteotti e a Rovigo, sempre per gli argini del Po: non c'erano strade intermedie, una volta in campagna, là da noi, e si andava sempre per gli argini. Allora mi sono messa, camminando pian piano, pian piano, e... "chissà se arriva, se arriva..." e poi dopo, da lontano, faccio che vedere che arrivano... _______________
"Oh - dico - se Dio vuole, arrivano! Arriva, arriva il mio papà, arriva il mio papà. Ah - dico - papà, siete arrivato!" perché davo del voi, una volta al mio papà...
Una volta si dava del voi... Ah che contenta che ero! Ero così contenta...! Neanche ho fatto in tempo a dire così, che c'era già il camion... il camion sotto l'argine del Po, dei fascisti.
- D: Li stavano aspettando.
- M: Li stavano aspettando. Sono venuti su... in 5 siamo andati giù nel Po... io sono andata nel Po... solo che il Po non è subito profondo, ha le "canarie", e se si va, si va fino al ginocchio, nell'acqua... bisogna andare tanto più in là per andare giù... per annegarsi, per dire... e allora siamo stati nell'acqua, invece quelli che, con il manganello, lì, li hanno fatti andare lì davanti... uno è morto, uno gli hanno levato un occhio, uno il braccio... cioè gli hanno fatto male, proprio...
- D: Cioè, li hanno proprio caricati!
- M: Eh sì, li hanno proprio... li hanno battuti. E allora noi siamo stati nell'acqua fino alla mattina. Alla mattina, quando si è fatto giorno, siamo venuti su e abbiamo fatto per andare a casa.
Quelli... mio padre no... gli altri hanno trovato tutti la casa bruciata. e il mio papà, non l'hanno bruciata quella del mio papà, perché aveva la scala in comunione con il fratello del segretario del Fascio... eh, suo fratello! e allora non l'hanno bruciata.
Allora lì... una tragedia, una tragedia: gli hanno bruciato tutto, neh!... e mio padre invece... perché aveva in comunione la scala con il fratello del segretario del Fascio. E allora non gliel'hanno bruciata. Allora siamo andati avanti... l'affare... sempre così, sempre così. Fino che è venuto che è morto mio nonno, il papà del papà. Allora noi... avevano la terra, avevano le bestie, anche loro in campagna, in campagna... e allora mio padre... invece... si sono divisi i fratelli, quello che c'era, e a lui hanno dato i soldi, a mio papà, e allora ci ha comperato la casa, il mio papà: e intanto lui è venuto che io mi sono sposata, intanto mi ero sposata... avevo 22 anni...
- D: Ti sei sposata giovane
- M: E dovevo avere questo qui: questo qui è il primo figlio. Allora ci ha comprato la casa, un bella casa, una casetta, insomma, in campagna, e contenti, contenti, contenti... sono venuti a darci fuoco alla casa. Ah!
- D: Sempre i fascisti!
- M: Allora... ne ho passate di tutte le sorti... dovevo avere questo qui, che sarò stata di nove mesi, otto mesi, con questo... e la mia mamma... la mia nonna tu non l'hai conosciuta, la Casimira, no perché lavorava in filatura...
- L: La seconda mamma
- M: Lei era la seconda mamma...
- D: perché il tuo papà si è sposato di nuovo?
- M: Il mio papà si è sposato di nuovo... e doveva comprare un bambino... lei... non ce l'ho detto prima... quando, la prima volta che sono venuti a trovarmi i fascisti, lei aveva da comprare il bambino, e l'ha comprato morto.
- D: Senti che ti dico una cosa. Allora. Il tuo papà si è risposato: ecco. Che esperienza hai avuto, tu, con questa seconda moglie di tuo papà? Ti sei trovata bene?
- M: Sì, io sì. Aveva pochi anni più di me, perché aveva 22 anni meno di mio papà!
- L: Oh allora sì, eh!
- D: Allora era giovane, quasi una sorella.
- M: Era come me, come una sorella, sì, sì. Allora sono venuti a darci fuoco alla casa. Allora dovevo avere questo qui, che ero sposata, ma ero sposata, in casa con mio papà, perché una volta non c'erano gli appartamenti pronti per quando ci si sposava... mia suocera, quando ha sentito che dovevo avere il figlio, la suocera, mia, ha detto: "Pietro - con il mio papà - facciamo che sposarli! _ le prepariamo una camera e che venga a casa nostra, sotto a casa nostra" nella casa, non nell'appartamento, no... con la camera. Allora quella notte lì, avevo, nella stanza, dentro il fuoco e le fiamme e il fumo... e io avevo questo qui da comperare, e la mia Savina, mia sorella, non so se qualcuno la conosce... _________________________
ho preso la mia... il mio baule con la biancheria, lì... l'ho buttata fuori dalla finestra, e poi ho preso mia sorella, così, e mi sono buttata giù dalla finestra, la finestra alta dei metri, eh, sopra lì, e mi sono buttata dalla finestra.
- D: Ma avevi solo una sorella?
- L: E un fratello.
- M: Io avevo... quella sorella lì era...
- L: Ah, della seconda mamma!
- D: Ah, ho capito.
- M. Io avevo solo un fratello.
- D: Avevi solo un fratello; ma è vissuto sempre con te...
- M: No è andato... poi si è sposato... ma è morto giovane.
- D: Ah ecco. Prima tu me l'hai raccontato, che andavate dai nonni, tu e tuo fratello, è vero?
- L: Ecco. Questa qua, invece, era piccola, quando lei se l'è presa...
- D: Volevo invece vedere se tu mi raccontavi quando... il giorno che ti sei sposata. Il matrimonio, come è stato, il matrimonio?
- M: Ma il matrimonio, guarda... anche che dovevo avere poi il bambino...
- D: E com'eri vestita?
- M: Ah, beh... un vestito grigio, mi ricordo, era estate, e faceva caldo: avevo un vestitino di cotone... sai una volta... e siamo andati a Venezia... che mio papà, dato con il suo lavoro... aveva... doveva venire... andava tanto a Venezia, facendo quel lavoro del Po, e allora andava a Venezia e mangiava a Venezia... e allora ci ha portati in un... in quel posto là, a mangiare, dove andava sempre lui.
- D: A Venezia.
- L: Tu e tuo marito
- M: E poi alla sera, di ritorno.
- L: Il viaggio di nozze in un giorno.
- M: Eh, sì, perché non abbiamo dormito via.
- D: E ascolta. Ti sei sposata in chiesa?
- M: perché non c'erano soldi, eh...
- D: Ti sei sposata in chiesa?
- M: In chiesa, sì, sì.
- D: Ti sei sposata in chiesa.
- L: Ecco. E poi, quando sei venuta qua.
- M: E poi, dopo, quando loro ci hanno dato fuoco alla casa, ______
________________________ e i vicini di casa sono venuti ad aiutare... __________________ e davanti si poteva ancora abitare... ma dopo il mio padre si è deciso proprio di andare via, ma lui non doveva venire di qui, doveva fare come hanno fatto tutti i suoi amici che sono andati all'estero: lui invece è venuto qui, perché c'erano questi qui che avevano i commestibili...
E poi era venuto mio padre, anche, ad abitare qui, perché se no che cosa faceva? E allora io ero sposata e dopo sono venuta anch'io qui, perché si aveva il negozio di commestibili dei miei suoceri, e non si andava tanto bene, e allora mio marito ha detto: "Ma guarda, per perdere qui e andare a lavorare in un altro posto, andiamo allora dopo c'era anche il mio papà, perché il mio papà, dopo, è venuto qui, lui; quando ci hanno bruciato la casa, ha detto: "Cosa faccio qui? E' tutto un "seminario" che non si finisce più, e ce l'hanno sempre con me, dappertutto, e poi non ci sarebbe più il lavoro...!"
- D: Va bene. E quando sei arrivata qui, quando sei arrivata qui, sei andata subito a lavorare in fabbrica? Dove sei andata a vivere?
Continua sempre a raccontare la tua vita.
- M: Purtroppo.
- D: Dimmi
- M: Quando sono venuta qui... siamo venuti qui il mese di marzo... e il mese di giugno, luglio e agosto, mi sembra, dopo le ferie sono andata a lavorare in filatura.
- L: E in che anno era, Maria?
- M: Del '34
- L: Ecco, nel '34 è andata a lavorare in filatura
- M: Ecco, e nel '36 mi è capitato...
- D: Sì, e ascolta. Hai imparato subito a lavorare in filatura?
O hai tribolato un po'.
- M: Con lo spavento che avevo addosso, io in filatura non dovevo andare, non dovevo andare in filatura, perché io, con le macchine.. così, tremavo tutta.
- L: Eh, aveva un po' paura
- M: Avevo proprio tutta __________ addosso, per la paura che avevo passato negli anni indietro.
- D: Eh già, eh già.
- M: Capisci? Allora ero in un reparto sotto e mi han portato in un reparto sopra. Là, mi ricordo ancora, c'erano le macchine grosse, erano più pericolose... a me mi sembrava. E c'era proprio...
E' stata la mia rovina.
- D: Com'è che è andata questa storia qui, me la racconti? Com'è successo?
- M: E' successo...
- L: 'Stà disgrazia.
- M: Ma sì... allora sai che c'erano le cinghie... le cinghie che faceva girare e avevano i ganci. E avevo una testa di capelli ricci. E mi ha preso i capelli.
- D: Ti ha preso i capelli e ti ha portato via la...
- M: Proprio la... il "coso" capelluto. Proprio la pelle capelluto. Tutto il capelluto.
- L: Anche il cranio si vedeva.
- M: Anche l'orecchio, qua. Mi ha preso lì.
- L: Guarda, è dal '36 che è così. Sìcché sono 51 anni.
- M: Avevo 31 anni.
- D: Ma dopo hai potuto ancora lavorare in fabbrica?
- L: No, dopo ha fatto un calvario...
- D: Raccontami, raccontami.
- M: Allora, io sono stata due anni in ospedale, due anni. Si sono messi d'accordo - disgraziati - l'ospedale e l'infortunio, perché là c'era uno solo delle plastiche, a Milano, e si pagava. Allora, due anni, mi hanno tenuta. E mi hanno rovinata.
- L: E quando è andata a Milano...
- M: Per la plastica, me l'avrebbero fatta subito. Quelli che gli è successo, che ce n'è, qui a Biella, ah... ma loro...
- D: Vuoi dire che il padrone della fabbrica non ha neanche dovuto pagarti l'intervento... niente.
- M: Oh, ma allora... Lui mi ha sempre dato la busta, l'ha sempre data a mio padre.
- L: La busta. Ma avrebbe dovuto interessarsi di più per farti curare.
- M: No, no, no. Era tanto bravo, poveretto, ma... però... Mi mandava a casa la busta, anche che non lavoravo
- L: Però....
- M: Sempre, ma... però non si è interessato per questa cosa qui.
Ma una volta era tutto diverso.
- L: E che lei... a parte, adesso la vedi così, ma ci sono dei momenti, che ancora poco fa...
- M: Sì, mi hanno fatto la trapanazione e sono stati altri due anni o tre, a Milano. Per...
- L: Ma ne ha fatti...
- M: Sono andata a Milano, dopo, a fare la plastica.
- D: E quando sei andata poi a Milano, cosa ti hanno detto?
- M: Al Policlinico di Milano ho fatto due volte la trapanazione al cranio. Due volte la trapanazione al cranio.
- L: perché non aveva....
- M: perché non c'era il margine, non poteva mettere... C'era solo il cranio.
- L: Solo il cranio.
- M: Non potevano mettermi una plastica sul cranio se non c'è il margine.
- D: Quanti anni hai tribolato, per questa storia?
- L: 56 anni.
- M: Ancora adesso. perché adesso io non ho una plastica, non ho più niente. Ho solo il cranio.
- L: Deve fare sempre medicazioni, deve sempre fare...
- M: E adesso ho un professore, lì a Pavia, che l'ultima, questa, l'ho fatta quattro anni fa.
- P: Quattro anni fa....
- M: L'ho fatta qui davanti. Io, qui davanti, avevo come una carta trasparente, mi era rimasta. Si vedeva dentro.
- L: Pensa te, che roba!
- M: Allora... allora lui, il mio professore, lì a Pavia, mi ha detto, tante volte: "Guarda che sei da operare, hai la testa rotta ma ce l'hai dura. Sei da operare e non vuoi operarti. Ma perché non vuoi operarti? - dice - Guarda che una mattina ti tiri su e non ci vedi più" E sentivo io che mi capitava così, ma non volevo operarmi. E allora... mi era venuto un male... male agli occhi, ma dei mali...
- L: Aveva degli occhi... sembrava che li perdesse!
- M: Sono andata da quello lì... oculista che c'è sopra la Standa. Allora mi ha visitata bene, mi ha misurato la vista e dice: "Ma cara signora - dice - ma se lei non va ad operarsi, qui..." Eh, come mi aveva detto il professore, lo stesso. "Che lei hai... si gonfia i muscoli della testa e ci porta la luce negli occhi" E difatti era proprio così.
- L: Aveva gli occhi che... rossi, infiammati, pieni di________ Adesso la vedo bene.
- M: Sì, sì.
- L: Ma c'è stato quel periodo, l'ultima operazione che ha fatto...
- M: E allora mi sono decisa. Mi sono decisa. Sono andata dal mio dottore e sono venuta ad operarmi. "Qualcuno fa ___________"
"Eh, sì." Sono andata per gli occhi e dico... mi ha detto che bisogna operarmi, se no... "Quante volte te l'ho detto io. Saresti già guarita e staresti già bene, e non hai voluto"
- L: Insomma, avrebbe visto meglio.
- M: "Allora fammi l'operazione" Ben, mi ha fatto l'operazione e sono stata meglio, non mi dà fastidio neanche la luce. Non potevo neanche andare fuori...
- L: Doveva andare in giro con gli occhiali scuri. Non riusciva neanche più a vedere.
- M: Neanche andare fuori.
- L: Invece, adesso vedo che... che l'occhio è più... Vedi che ha la carne rosa lì.
- M: E sono andata per farmi fare questa operazione. Mi han fatto... mi hanno tagliata da qui a qui, tagliata. Mi han tirato giù per tre dita...
- L: La carne.
- M: E allora gli occhi sono venuti giù, perché avevo gli occhi su.
- L: Alti.
- M: E poi mi ha tagliato tre pezzi qui e mi li ha messi qui.
- D: Sì, ho capito, un trapianto.
- M: E' stata una fortuna.
- L: Ma quattro anni fa, con l'età che ha... pensa un po'.
- P: Lì, a Pavia.
- L: Pensa un po'.
- M: E adesso, il mio professore, quando vado là... adesso è da un po' che non vado...
- L: Sì, tanto, se stai bene...
- M: Me l'ha già detto lui, dice: "Guarda, vieni a trovarmi quando vuoi, mi fai un piacere che te non puoi immaginare" perché io so... perché quel professore lì era all'università, ancora, quando io sono andata a Milano. Veniva a fare pratiche. Veniva a fare pratiche dal mio professore, a Milano. Era un ebreo il mio professore, era un ebreo. E c'era da pagare. L'infortunio, quando io ho fatto l'infortunio, che mi hanno liquidata, poi... A Vigliano... mi hanno tenuta a Vigliano e poi mi hanno mandata fuori, mi hanno dato sei mila lire. Sei mila lire, mi hanno dato, di liquidazione. Allora, io, queste sei mila lire, le tenevo. Avevo bisogno di spenderli per mangiare, che non c'era niente, eppure li ho tenuti, per potere andare a vedere se qualcuno mi faceva qualche cosa. Allora sono venuti qui dei parenti che c'avevo a Milano e mi hanno portata a Milano. E mi hanno portata a Milano, ma là, a Milano, avevo una cugina che faceva l'infermiera e il suo professore mi ha indicato di andare lì. Dice: "Vadi lì, vedrà che..." Ma sì, sono andata lì, ma quando mi ha vista ha detto: "Oh, per carità!"
- L: Doveva andare due anni prima per...
- M: "Ma cosa devi fare? Ma perché non ti hanno mandata prima? Non ti hanno mandata quando ti sei fatta male?"
- D: Colpa di questi qua di Biella, tu dici?
- M: Eh, sì, eh. Ah, l'ho sentito io... "Vieni - e mi teneva per un braccio - vieni e ascolta, ascolta" L'ha chiamato il professore di Biella, il professore che mi ha assistita io, insomma, allora.
"Disgraziato - dice - siete dei deficienti a fare soffrire una donna e morire, magari, con una famiglia. - Dice - che lei doveva venire subito qui, che sarebbe già guarita e non si ricorderebbe neanche più del fatto." E invece ho sofferto tutta la vita e soffro ancora adesso.
- L: perché deve poi sempre...
- D: E la tua vita com'è continuata poi, già... a parte la malattia, la disgrazia...
- L: Avevi già dei figli e... dopo la disgrazia... o l'avevi già...
- M: ________________________ E l'ho comperata, perché allora avevo... io, quando mi sono fatta male, si è fermata la mestruazioni...
- L: Eh, già.
- M: E non l'ho mai più avuta. Allora....
- D: Eh, già. Pensavi...
- M: _______ Silvestrini... te lo ricordi il Silvestrini?
- L: Oh...
- M: Mi ricordo che mi diceva sempre: "Maria, ascoltami, ascoltami, Guarda, lo so che non hai bisogno di figli, non bisogno di averne... ne hai tre"
- L: Ne aveva tre.
- M: "Averne quattro, messa come sei che non potrai mai fare niente... devi avere un figlio, se no vai a finire in un manicomio"
- L: Infatti doveva avere il quarto perché sai...
- M: Non capivo più niente, mi era girata la testa. Ebbene, sono andata... sono venuta a casa e quando sono venuta a casa, allora, sono arrivata... prima sono andata a Milano a fare la mia prima operazione e poi dopo, quando sono venuta a casa, sono rimasta incinta della figlia. Adesso ha già cinquant'anni. Ha un anno in meno della Rita. E... ho comperato quella figlia lì. Ho comperato quella figlia lì e l'ho allattata che i figli, io, non li ho mai allattati. Ci ho dato il latte. Anche in tempo di guerra, che è nata del '42, ho dovuto allattarla fino a venti mesi, perché non avevo niente da darci da mangiare, allora ci davo il latte. E, combinazione, ne avevo proprio da... da sostenerla. E... ho comperato questa figlia. E poi basta. Io sono stata bene. Ho comperato la figlia e io sono stata bene dopo. Dopo mi toccava andare a fare, ogni tanto, a fare 'ste plastiche perché, come dico, non resistivano. Non resistivano perché il "terreno" non era sano.
- D: Eh, già, eh, già.
- M: E ho sempre sofferto per questo.
- D: Hai sempre sofferto per questo... cioè, praticamente, questa storia ha segnato un po' tutta la tua vita. Lavorare, non hai più potuto lavorare.
- M: E adesso, come dice il professore, lì: "Vieni a trovarmi che mi fai un piacere quando vieni" Dice sempre ai suoi allievi: "Se sapeste, questa donna... ve lo racconterò quando non c'è, perché ce n'è tanto da raccontare" Dice sempre: "Vieni a trovarmi quando vuoi, ma io non posso farti niente"
- D: Senti, raccontami cosa ti ricordi dell'ultima guerra, poi. Sei qui, tu, quando c'è l'ultima guerra, no?
- M: Sì.
- D: Eh. Hai avuto qualche esperienza? Cioè, tuo marito era un partigiano? Era un operaio? Com'era?
- M: No, operaio. Operaio.
- D: Ah, lavorava in fabbrica.
- M: Lavorava in Pèttina.
- D: Stava in Pèttina.
- M: Faceva il muratore, veramente. Mio marito ha sempre fatto il muratore. E quando mi è capitata la disgrazia a me, si è fatto subito il posto in Pèttina, perché... come faceva? E allora lo hanno messo di notte e di giorno aveva la famiglia. E allora ha lavorato in Pèttina fino alla fine che... è andato in pensione. E poi è morto: non ha neanche visto la pensione, è morto subito. Ah!
- P: Del 'due, era, del 'due.
- M: E' andato in pensione alla fine dell'anno e il 7... ha fatto 27 anni che è morto, sabato
- P: Il sette di marzo. - M: Volevamo tirarlo su da ____________________________e l'abbiamo buttato in _____________________________
- A: Di', ma della mia... l'hai poi finita... il comune... qualcosa... qua e là....
- M: No, niente.
- D: Racconta un po'... di che cosa?
- M: Io dal comune non ho avuto niente, io. perché io sono andata due volte a chiedere, due volte: la prima volta non facevano... non hanno fatto il "lacé": hanno chiuso la latteria... avevo la bambina che aveva due anni... allora... tutti andavano a farsi fare il biglietto per andare nella cascina per...
- D: Ah, per prendere il latte perché avevi la bambina piccola e c'era la guerra...
- M: Eh, prendere il latte, ecco. Sono andata io e allora, c'era il podestà... che guarda... lo trovavo... adesso no, perché non vado tanto al cimitero, ma quando andavo la cimitero e l'ho visto al cimitero, mi veniva voglia di scappare per... "Cosa c'è?"
"Sono venuta - dico - tutti vengono a fare il biglietto... della latteria... per andare alla cascina a prendere il latte per i bambini: io ho una bambina... ah già ne ha una anche lui... - dico - ho una bambina come la sua... mi faccia il biglietto - dico - non voglio mica dei soldi, voglio il biglietto, non è per me il latte..."
"Ah, noi non facciamo i lattai!". Non facciamo i lattai e non mi ha fatto il biglietto.
- D: Sempre, perché eravate una famiglia antifascista e... sempre per questi motivi qui, insomma.
- M: Eh già! Sempre perché mio padre, quando è venuto qui in Piemonte... quando è venuto qui in Piemonte, mio padre, è andato a lavorare a Candelo, che c'era una fabbrica, lì, che facevano le pietre... non so, io, non mi ricordo più neanche... so che mi diceva, delle volte... Ha lavorato sei mesi, poi quando hanno saputo che era comunista... niente, più niente... ha fatto più niente.
- L: Eh le repressioni...
- D: Tu hai un ricordo molto forte di questo... discriminazione politica, vero.
- M: Sì, tanto, tanto.
- D: Hai anche un bel ricordo di tuo papà. E' vero. Eri molto affezionata a tuo papà.
- M. Eh, ma mio padre mi voleva tanto bene: tanto attaccato, era tanto attaccato a me, mio papà, sempre, sempre, sempre.
- L: Ed è rimasta quell'idea anche a lei, vero.
Ti è rimasta l'idea del tuo papà, eh?
- M: Oh...!
- L: Ecco, l'idea... anche pur soffrendo tanto, però quell'idea ti resta... quegli ideali fino a...
- M: Oh! Ha fatto tanto per me il mio papà, proprio. E io ero attaccata. Avevo paura che me lo maltrattassero, che lo ammazzassero, che... tanto del brutto e del cattivo, eh, avevo paura. Io sempre con lui, sempre. Si andava da... come dicono... quello lì che è morto... dal '24...
- L: Matteotti
- M: Matteotti. Si andava... perché diceva che quando capitava qualche cosa, succedeva qualche cosa, di andarlo a denunciare, a lui... allora mio padre mi prendeva insieme e si andava... "Cara la vostra bersagliera - mi faceva - tu devi venire una bersagliera!"
- D: Tu hai conosciuto proprio Matteotti, di persona l'hai conosciuto, allora!
- M: Sì, sì, sì. Oh...
- D: Eh, eravate proprio amici!
- M: Sì, tanto, tanto, eh! Veniva a prendere il mio papà con il "biroccino"; aveva il "biroccino" e veniva perché aveva delle terre giù alla bassa, e allora veniva a prendere il mio papà per la terra, per misurare, per fare, così... ah, l'ho conosciuto bene! E poi ci ha dato i soldi per prendersi le armi: gli ha comperato un fucile, una rivoltella... i soldi per prendersi il fucile, il mio papà.
- D: Ah sì?
- M: perché dice: "Tu sei proprio in mezzo alla ________________"
- D: Ho capito. Gli ha dato i soldi perché si comprasse delle armi per difendersi
- M: Eh, per difendersi, per sentirsi più sicuro. E difatti se loro non sapevano che aveva queste armi, venivano sopra a prenderlo, quando sono venuti lì per... tre volte, neh, sono venuti a casa! a casa mia per prenderlo, mio padre, tre volte... e sono sempre andata io, ad aprirli...
- L: E' un'esperienza... trovare ancora lucida così una donna che abbia conosciuto Matteotti e che sia ancora così lucida nel raccontarlo...
- M: Mi sembra di vederlo... ancora adesso!
- D: Senti. Raccontami dei tuoi figli. Che cosa... che cosa ricordi dei tuoi figli: li hai cresciuti, li hai mandati a scuola... hai potuto seguirli nonostante questa...
- M: I miei figli? Sì, sì. Ah, io gli ho fatto quello che si poteva fare, perché siamo sempre stati poveri: io non ho potuto tanto aiutarli, e... li ho sposati, e...
- L: No. Se hai faticato ad allevarli.
- M: Ad allevarli e mandarli a scuola. Quando tu non c'eri...
- A: Ah, io non c'ero, allora...
- M: Questo... poi l'hanno mandato a casa... il Monsù Mario li ha fatti ritirare...
- D: Ecco
- M: La mia Anna e il Paolo li hanno ritirati.
- L: E il Luigi, invece?
- D: E il Monsù Alberto, invece, chi era?
- L: Era un proprietario della filatura, tanto per capirlo, ecco sì. Ed erano i parenti degli altri Rivetti, proprietari della Pettinatura Italiana, ed erano cugini e avevano l'altra azienda che si chiamava la filatura.
- D: Allora i tuoi figli li hanno portati in un collegio, in un...
- M: Sì, lì a Biella, al...
- D: All'IPAI
- L: No, al seminario, al...
- M: No, al seminario... lì, al...
- L: perché ce n'erano due, a Biella, di...
- M: perché non mi ricordo più come si chiamasse... la memoria..."
- L: Ce n'era uno in via Rivetti, che era un orfanotrofio, ma era femminile...
- M: E poi questo qui, che era un po' indisposto, perché ha avuto tante malattie da piccolo, l'avevano portato al Cottolengo, questo...
- L: E invece la Anna...
- M: E invece, la Anna è sempre stata lì al...
- L: E il Luigi dov'era?"
- M: E il Luigi, invece, l'aveva preso il mio papà
- L: Ah ecco. Praticamente ha vissuto questi due anni...
- M: Eh, sì, quando lo hanno portato al Cottolengo, allora io stavo a casa, e allora il mio Ivo l'ha portato a casa.
- L: E questo è il periodo che lei ha passato, questi due anni, in ospedale, e ha dovuto disgregare anche la famiglia, perché in questo caso uno in un angolo e uno in un altro. Poi dopo sei anni...
- D: Sei tornata a casa, e quando sei tornata a casa, poi, vi siete riuniti...
- M: Ah ci siamo riuniti di nuovo! Sì, ma avevo bisogno di andare e venire, che là... così...
- D: Insomma, diciamo che per quattro o cinque anni...
- M: perché, quando mi facevano le plastiche, no, per la testa, andava bene, ma erano le gambe che non potevo più camminare, che adesso mi danno fastidio quelle lì... perché io non avevo dolori nelle gambe, ma a tagliare sempre, i muscoli ne hanno sofferto e non mi danno la forza di andare...
- D: Certo, eh!
- L: Dai, Maria, non lamentarti, neh, per piacere, che hai due gambe...!
- D: ...qualcosa di... non so... vuoi ricordare una festa, qualcosa della tua vita, o va bene così?
- M: Oh, va bene così: non ho avuto tanto di buono!
- D: Neh sì che non hai tanti ricordi...
- M: Mio marito diceva sempre: " Ah, adesso che siamo in pensione, ci prendiamo il nostro Massimo - allora lavorava ancora, eh - questo è il nipote - prendiamo il nostro Massimo... tanto loro sono giovani, ne comprano ancora di figli... e ce la spassiamo qualche volta, che andiamo via qualche volta a spassarcela, che non abbiamo visto niente di buono nella vita!" e difatti se ho sofferto io, soffriva anche lui, è inutile stare lì.
- L: Eh, sì, eh! E invece .... sicché, figùrati!
- Luoghi di attività
- Luogo:
- Vigliano biellese
- Qualificazione:
- operaia di filatura
- Cariche e funzioni
- Qualifica:
- iscritta alla Cgil
- Qualifica:
- iscritta al Pci
- Note ai luoghi collegati
- vive e lavora alla Filatura Rivetti di Vigliano