Persona
Trivero, Sergio
Data: 1933-2011
- Nascita
- Luogo:
- Pettinengo
- Data:
- 1933
- Morte
- Luogo:
- Pettinengo
- Data:
- 2011
- Biografia / Storia
- Da "Eco di Biella" del 14 aprile 2011
"Mite, minuto e vispo, quasi svolazzante, come la sua barba e i suoi capelli bianchi, Sergio Trivero era il più schivo ma forse il più prezioso degli intellettuali biellesi. È morto nei giorni scorsi al Cottolengo dove da qualche tempo, malato, aveva scelto di ritirarsi. Aveva 77 anni. È stato sepolto lunedì a Pettinengo, il suo paese. Aveva iniziato la sua avventura culturale a "il Biellese" dove, giovanissimo, oltre a occuparsi di cronaca, aveva dato sfogo alla sua capacità di dipingere con delicato garbo letterario il mondo femminile dando vita alla rubrica “Asterischi femminili”, poi raccolti in un libro. Ma il giornalismo, fatto di improvvisazione e superficialità, gli stava stretto. La sua Sala. Così negli anni Sessanta approdò alla Biblioteca civica di Biella dove organizzò, diresse e rese insostituibile la “Sala Biella”, la sezione che raccoglie libri e documenti legati alla storia locale. Per quasi mezzo secolo gli studenti biellesi che compivano ricerche di storia locale per la loro tesi si sono rivolti a Sergio Trivero, un “professore” speciale, capace di seguirli, consigliarli, aiutarli, fino a farsi carico del loro lavoro come se le ricerche e le tesi fossero sue. Virtù. Studioso colto e rigoroso, legatissimo alla sua terra, Sergio Trivero aveva due doti che conquistavano subito chiunque lo avvicinasse: la gentilezza e la curiosità. Lo affascinavano la montagna, la cultura popolare, l'arte, la poesia. Era stato egli stesso alpinista e come poeta aveva pubblicato nel 1969 un volume in versi, L'aria d' l'us. Era anche profondamente religioso e, in collaborazione con don Angelo Stefano Bessone, altro studioso biellese, ha compiuto una approfondita ricerca sull'arte sacra popolare, sui dipinti murali e sugli ex voto dei santuari biellesi, sfociata nella pubblicazione di una serie di volumi. Lasciata la biblioteca, Trivero si impegnò a fondo nel DocBi, il centro di studi biellesi, con una intensa collaborazione alla “Rivista Biellese”, di cui, dopo la morte di Carlo Caselli, assunse la direzione. Affascinato da ogni aspetto delle manifestazioni dello spirito, sempre in collaborazione con don Bessone, diede alle stampe nel 2001 un libro rigorosamente laico intitolato Il segreto della Rosa. Una chiesa tra spiritismo e massoneria, in cui sono documentati i legami esoterici alla base della costruzione della chiesa parrocchiale di Rosazza, voluta dal senatore Federico Rosazza, cospiratore risorgimentale aderente alla “Giovane Italia” di Mazzini. L'ultima fatica letteraria, Sergio Trivero l'ha dedicata a una donna originaria del suo paese Clementina Corte, fotografa regista, 1850-1935. Ma nel suo cassetto chissà quanto prezioso materiale è rimasto. Forse anche poesie, perché Sergio Trivero era soprattutto un poeta, un’intellettuale che non amava esibire il peso della sua cultura. Lo incontravi sui bricchi, dove, complice il suo maestro Alfonso Sella, conosceva ogni tipo di erba e fiore, oppure al bar dove, addentando un panino col salame, rievocava quell'indimenticabile bivacco in montagna sotto le stelle. E aveva un hobby tutto suo: collezionava acquasantiere”.