Fondata nel 1884, la Piaggio trasferì a Biella la produzione tra il 1944 e il 1946. In seguito all’Armistizio dell’8 settembre 1943 l’esercito tedesco occupò gli stabilimenti Piaggio di Pontedera; primi bombardamenti alleati determinarono il trasferimento nel Biellese di una parte della azienda, trasferimento completato nell'aprile 1944. Oltre all'edificio di via Lamarmora oggi occupato dalla Camera del Lavoro, la Piaggio aveva officine a Pavignano, Vigliano, Candelo, Gaglianico, Lessona, tutte impegnate nella produzione di eliche e pezzi di ricambio per l'aviazione tedesca. Il personale trasferito era pari a 450 unità, scese a 335 l'anno seguente dopo la Liberazione. Nel luglio 1944 l'Officina di Vigliano fu teatro di un incendio, provocato dai partigiani come sabotaggio. Secondo una relazione del Comitato di Liberazione Nazionale, lo stabilimento ha sempre lavorato al minimo per rallentare la produzione per l'esercito tedesco giustificando al tempo stesso il mantenimento dell'attività.
Nel mese di luglio 1945, oltre alla Commissione il Comitato di Liberazione Nazionale chiese e ottenne di partecipare alla gestione dello stabilimento di Biella con potere consultivo accanto alla Commissione interna.
Tra il 1944 e il 1945 a Biella nacque il prototipo della Vespa, progettato dagli ingegneri Renzo Spolti e Vittorio Casini a partire da un esemplare di scooter - realizzato qualche anno prima da un ingegnere torinese - di proprietà del conte Carlo Felice Trossi il quale ospitava nella foresteria del castello di Gaglianico la famiglia Casini. Dalla Liberazione in poi, lo stabilimento si è dedicato alla costruzione del nuovo prodotto