Ente
La donna, la casa, il bambino. Rivista mensile di ricamo, moda, biancheria
- La donna, la casa, il bambino. Rivista di moda (altra denominazione di autorità)
- La donna, la casa, il bambino (altra denominazione di autorità)
Data: 1929 - 1967
- Luoghi di attività
- Luogo:
- Milano
- Storia istituzionale
- Nel 1929 era nata la testata «La donna, la casa, il bambino», rivista mensile di ricamo, moda, biancheria. Si trattava di una rivista molto simile a «Mani di fata», in simultaneità con la quale venivano spesso banditi concorsi per le lettrici, con premi in denaro fino a 15.000 lire. Il formato però era più piccolo e maneggevole (l’altezza fu dapprima di 34 cm e poi si ridusse a 32,5 cm) ed il numero di pagine variava dalle 26 alle 32. Perfino il costo era identico a «Mani di fata», e aumentò da 60 centesimi del 1932 a una lira la copia nel 1933. La testata, pubblicizzata come “la rivista ideale di tutte le mamme”, usciva il 15 di ogni mese, ed ogni numero conteneva modelli in lana per bambini e per signora, ricami di facile esecuzione, novità e modelli di biancheria per piccoli e per donna ed eleganti figurini.
Immancabili gli allegati: solitamente un disegno decalcabile e una tavola con disegni a grandezza naturale. La rivista era tutta in bianco e nero e solo il foglio centrale si presentava a colori. Tra le rubriche vanno citate: la corrispondenza con le lettrici (La corrispondenza di Annetta), una rubrica con consigli per mantenersi belle e per realizzare cure facili ed alimenti semplici (Le cose che fanno piacere), una rubrica di cucina, e dal 1960 anche una rubrica astrologica dedicata alle mamme. Elemento caratteristico della testata «La donna, la casa, il bambino» erano i consigli per arredare la casa, che assunsero maggior peso soprattutto grazie al boom economico degli anni ’60, quando sulle tavole allegate alla rivista nacque una sorta di rubrica a sé stante, intitolata Qualche idea per la vostra casa. Poi c’era la parte letteraria con novelle e racconti di autrici quali : Anna Fumagalli, Adriana Nazzari, Tina Manzo e Olga Maria Ceretti. La rivista riservava anche molto spazio alla pubblicità, soprattutto a quella delle edizioni Mani di Fata: albums, disegni.
«La donna, la casa, il bambino» regalava anche dei buoni da scontarsi sull’acquisto di merci presso i negozi Canetta. Nel secondo dopoguerra Vittorio Canetta fu il responsabile della testata, che fino a tutti gli anni 40 veniva stampata dai fratelli Magnani di Milano. In seguito «La donna la casa il bambino» fu stampata presso l’Istituto grafico Vanzetti e Vanoletti. Nel 1960 la proprietà e direzione della testata passarono ad Alfredo Canetta e dal 1965 furono utilizzati i tipi della ditta Barigozzi, mentre il prezzo della rivista arrivò a 150 lire. «La donna la casa il bambino» in sostanza proponeva ancora una volta al ceto femminile medio – borghese una idea di donna che doveva essere prima di tutto “donna di casa” sorridente, soddisfatta del proprio destino e attiva consumatrice, un po’ secondo quella “mistica della femminilità”11 che esplose nel dopoguerra, dapprima in USA e poi in Italia. La rivista proseguì le pubblicazioni fino al 1967, per poi fondersi con «Mani di fata».
Fonte: http://moda.san.beniculturali.it