Persona
Nelli, Giulia
- Biografia / Storia
- Sono nata nel 1992 a Legnano, in provincia di Milano, dove attualmente vivo e lavoro. Il mio percorso formativo è stato improntato allo sviluppo di una professionalità più completa possibile nel settore culturale, unendo il lavoro di artista con le competenze dell’exhibition designer e del curatore, nella convinzione dell’importanza di una ricerca multidisciplinare, teorica e pratica. Come artista sto portando avanti un progetto che analizza la relazione di ciascun uomo con l’ambiente naturale e sociale, nella convinzione che sia necessario ricostruire i legami che, resi liquidi dai nuovi mezzi di comunicazione, necessitano di trovare nuovo senso nella vita reale. Il mio percorso artistico è iniziato dallo studio dell’arte cinese, della quale ho cercato di reinterpretare la rappresentazione del paesaggio, con un’opera che si è classificata terza al concorso “Twin City – Civilization Redesign 2016” ed è stata esposta alla 21° Guangzhou International Art Fair nel 2016. Successivamente affrontando il tema del rapporto dell’individuo con il paesaggio e della sua ricerca di senso nell’ambito del territorio di appartenenza e all’interno della rete di legami sociali di cui fa parte, ho ricercato una forma espressiva personale maggiormente drammatica, dotando le mie opere di una dimensione scultorea, attraverso rilievi e giochi di vuoti e di pieni. Per ottenere tale effetto ho scelto come materiale principale i collant in poliammide ed elastan, in quanto, da un lato, la bellezza di questa microfibra è sinonimo di eleganza, di confort e di innovazione e, dall’altro lato, l’affermarsi dei collant ha rivestito un’alta valenza simbolica nel processo storico di emancipazione femminile. Dell’amore per l’arte orientale rimane nelle mie opere sia l’importanza attribuita al gesto, sia la ricerca di una leggerezza delle forme e di una certa essenzialità visiva, tesa ad evidenziare geometrie in potenziale divenire. L’uso dei materiali tessili mi consente di esaltare il ruolo del gesto e della manualità, mettendomi in contatto diretto con la materia: i collant di cui si compongono le opere vengono strappati, tirati e ridotti al loro elemento essenziale – il filo – che intesse il proprio percorso di vita ora solitario, ora intrecciato al destino di altri. L’azione dello strappare crea in me una forte sensazione di liberazione mettendomi in contatto con le aree più profonde del mio subconscio, mentre le successive azioni dell’annodare e dell’intrecciare mi consentono di attivare un processo di ricostruzione e di trasformazione della materia secondo una sensibilità femminile, che si ripropone di ricreare spazi in cui l’anima si senta protetta come in un ventre materno. La scelta dei materiali allude, appunto, in modo simbolico all’intimità femminile