Nicola Mosso “frequentò tra il 1915-16 e il 1919-20 il corso preparatorio dell’Accademia Albertina di Torino, e, successivamente, il corso superiore di architettura (docente Mario Ceradini), conseguendo nel 1923 il titolo di professore di disegno architettonico. Iniziò l’attività di professionista presso lo studio di Michele Frapolli (un architetto di origine svizzera, fra i più qualificati per le realizzazioni dell’Art Nouveau torinese), dirigendo per qualche tempo il suo studio. Nel 1927 partecipò (unico fra i professionisti italiani) al concorso per il palazzo della Società delle Nazioni a Ginevra (che gli valse l’iscrizione all’Ordine degli architetti nel 1929) [...]. Attratto dal Futurismo elaborò diversi progetti secondo i richiami di questo stile, presentati su alcune delle riviste attive negli anni Venti. Entrato in contatto con Fillia (Luigi Colombo), Filippo Oriani e Mino Rosso, esponenti del secondo futurismo torinese, fece uso di modi decorativi di quella stagione per realizzazioni soprattutto nell’area del Biellese. È il caso della casa Cervo a Biella (1934) con decorazioni plastiche dei tre artisti citati o della stazione per la tramvia elettrica Biella-Cossato (distrutta) del 1932, esposta alla mostra del RIBA (Royal Institute of British architects) a Londra del 1934. Dedicò una grande attenzione all’arredamento e decorazione complessiva degli edifici progettati, utilizzando materiali quali il linoleum e il buxus (quest’ultimo di realizzazione autarchica negli anni Trenta), creando successivamente un complesso di pregio quale la sede dell’Unione degli industriali fascisti di Biella (1937), poi Unione Industriale Biellese (via Torino 56)".
[fonte: Dizionario Biografico degli Italiani]