Ente
Unione Monarchica Italiana
- Unione Monarchico Italiana (altra denominazione di autorità)
Data: 1944 - in attività
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- Unione Monarchica Italiana
- Storia istituzionale
- L'Unione Monarchica Italiana (UMI) è un'associazione politica italiana trasversale ai partiti, fondata nel 1944 sotto il Regno di Vittorio Emanuele III. L'intento del movimento è di restaurare in Italia la monarchia costituzionale. L'UMI sostiene il principe Amedeo di Savoia nella questione dinastica.
L'organizzazione nacque ufficialmente il 1º ottobre 1945 a Firenze, dove fu tenuto il primo congresso. La nuova associazione assunse la denominazione provvisoria di "Unione Monarchica Italiana", e il 20 ottobre ricevette l'autorizzazione da un'omonima organizzazione romana a utilizzare questa sigla in cambio della promessa di gestire il movimento giovanile della neonata associazione monarchica, il Fronte monarchico giovanile.
La sua finalità era l'instaurazione, con metodo democratico, della monarchia costituzionale in Italia in caso di sconfitta nel referendum istituzionale.
Al termine della Seconda guerra mondiale a seguito dell'esito del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, si vide la vittoria della repubblica sulla monarchia.
L'Unione monarchica italiana divenne inizialmente un movimento elitario, composto principalmente da personalità di spicco dell'ex Regno d'Italia, senza scendere nell'agone elettorale.
Nel 1961, con l'elezione di Sergio Boschiero a segretario nazionale del Fronte monarchico giovanile, l'associazione assunse una connotazione nazional-popolare.
La morte di re Umberto II, ormai da anni in esilio, e l'allontanamento di Boschiero dalla dirigenza contribuirono alla fine dell'attività politica del movimento, restando quella di testimonianza. La questione dinastica sorta in seno a Casa Savoia ha portato al mantenimento di alcune sezioni e sedi storiche in importanti città. Fra queste, degna di menzione è quella dell'UMI di Milano (prima in corso di Porta Romana, poi in via Donizetti), che mantenne, fino alla sua chiusura, una posizione dichiaratamente ed espressamente favorevole ad Amedeo di Savoia-Aosta. Pian piano la linea in favore di Amedeo conquistò sempre più persone, fin quando si arrivò al punto che tutta l'U.M.I. si schierò in favore al duca d'Aosta, posizione mantenuta tuttora.
L'UMI è poi tornata in vita nel 2002 per iniziativa di Gian Nicola Amoretti e Sergio Boschiero.
Nel corso del XII congresso nazionale, svoltosi a Roma dal 23 al 25 novembre 2012, Boschiero è stato nominato presidente onorario, mentre Alessandro Sacchi è stato eletto presidente e Davide Colombo segretario nazionale.
L'attività principale del movimento oggi mira all'abolizione dell'articolo 139 della Costituzione: “La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”. Questo per aprire alla possibilità di un nuovo referendum istituzionale.
Alle Elezioni politiche del 2018, nelle liste della Lega - Salvini Premier, viene eletto alla Camera dei deputati il Prof. Giuseppe Basini, ex militante del PLI ma anche componente dell'ufficio di presidenza dell'UMI.
L'UMI crede nel ritorno della monarchia costituzionale parlamentare, cioè della forma democratica che vede la figura del Capo dello stato interpretata da un sovrano secondo il principio di "il re regna ma non governa", principio applicato da pressoché tutti gli stati di istituzione monarchico costituzionale. L'associazione vede all'interno dell'istituzione monarchica la difesa della democrazia poiché questa non è espressione di una ideologia ma di tutta la volontà dello stato incarnando, con la sua continuità, la collaborazione delle generazioni e mostrandosi come un capo dello stato senza colori se non quelli dello stato che rappresenta. Inoltre lo vede come antidoto alle oligarchie e importante all'interesse generale poiché è interesse della dinastia regia equilibrare le forze che agiscono all'interno di uno stato evitando che ciascuna prevarichi fino a minacciare la corona. L'UMI inoltre vede attraverso il ritorno della monarchia un ritorno alle idee risorgimentali che hanno formato lo Stato italiano adattandole però alla situazione contemporanea attraverso una chiave moderna e non legata al passato.
Fonte: Wikipedia