La spianata di Chiavazza digradante verso il Cervo dalle colline di Pavignano e di Ronco si è dimostrata una zona piuttosto vantaggiosa per l’impianto di industrie tessili. Ma anche il meccanotessile ha trovato in quell’area, ricca d’acqua e servita da una buona viabilità stradale e, dalla fine dell’Ottocento, anche ferroviaria, un sito interessante. Oreste Rolando vi avviò la sua impresa nel 1877 dopo aver lavorato per più di venticinque anni come lattoniere idraulico. Coadiuvato dai figli, proprio nel 1877, il Rolando prese a riparare e poi ad assemblare sfilacciatrici e battitoi. Quarant’anni dopo, la pubblicazione Macchinario tessile descriveva così la produzione dell’officina Oreste Rolando: «Battitoi per lana e cotone – diavolotti – sfilacciatrici per lana e cotone – apparecchi ferma doghe – apparecchi per la distribuzione dell’olio di ricino direttamente dentro la mescolatrice mediante sprezzatrice – mescolatrici». Della ditta Rolando lo Scanzio Bais scrive che nel 1926 «una importante casa tedesca acquistava i diritti di sfruttamento internazionale del listello a cuneo che evitava la rottura delle doghe delle sfilacciatrici». All’epoca della pubblicazione di “Dai acqua!” (1960), «il listello a cuneo è ancor oggi il marchio di fabbrica delle Officine Oreste Rolando, dirette dai figli Arnaldo, Edgardo, Luciano, e Mario a cui si sono già associati i nipoti».
(da da Craveia D., Il meccano-tessile biellese dalla Restaurazione al Fascismo, in «Studi e ricerche sull’industria biellese», vol. 3, Bollettino DocBi 2012)