Ente
Associazione Biellese fra rappresentanti e commercianti di materie tessili e affini
- Associazione Biellese del Commercio Laniero [dal 1945] (altra denominazione di autorità)
- Associazione Nazionale del Commercio Laniero [dal 1947] (altra denominazione di autorità)
Data: 9 aprile 1920
data di fondazione, ancora in attività
- Luoghi di attività
- Luogo:
- Via Lamarmora, 23 - Biella
- Qualificazione:
- Sede
- Telefono/Fax
- Telefono 6-86
- Storia istituzionale
- "Ha per iscopo:
Tutelare e difendere i diritti e gli interessi generali della classe e farne osservare i doveri;
vigilare a che trafficanti improvvisati, sedicenti rappresentanti di commercio, non abbiano a pregiudicare il buon nome della classe;
intensificare il commercio in Italia e in particolare nel Biellese e promuovere relazioni commerciali, anche con l'estero, dando serio affidamento sull'onorabilità dei suoi componenti;
dirimere e comporre eventuali controversie d'indole commerciale che sorgessero fra i soci, o fra questi e altre ditte;
appoggiare e sostenere moralmente e materialmente tutte quelle istituzioni che abbiano attinenza coll'opera da essa svolta.
Possono far parte dell'associazione quali soci effettivi i rappresentanti o commercianti di materie prime ed affini per l'industria tessile, residenti in Biella o nel circondario, regolarmente iscritti alla Camera di Commercio, che siano di nazionalità italiana o, se stranieri, risiedano in Italia da almeno tre anni.
Presidente: comm. avv. Silvio Reda, Segretario: Faustino Gremmo".
Dal “Annuario Generale della Laniera”, 1926
"Le contingenze pandemiche hanno eclissato non pochi anniversari importanti che cadevano in questi quasi venti mesi di stravolgimento delle nostre vite. L’anno scorso, all’inizio della primavera, ricorreva il centenario di fondazione dell’Associazione Nazionale Commercio Laniero o, secondo la denominazione originaria, l’Associazione Biellese Rappresentanti e Commercianti Materie Tessili ed Affini. Un sodalizio non dei più famosi, ma non per questo meno rilevante di altri, anzi. Entrambi i nomi indicano precisamente in quale ambito operava l’associazione, e stupisce che, considerando la vocazione laniera del territorio biellese, non fosse già nata molto prima. Forse, in epoche precedenti, non se ne era sentita la necessità, ma in quel frangente la situazione era, con tutta evidenza, mutata. In effetti, sul finire del 1919 e nelle prime settimane dell’anno successivo, la stampa locale si occupò parecchio di un certo fermento tra coloro che si interessavano di rappresentanze commerciali, soprattutto di tipo tessile. La questione è ben tratteggiata in un articolo apparso su “La Tribuna Biellese” del 14 marzo 1920 dal quale apprendiamo che “da qualche tempo, in Biella, sono spuntati come funghi numerosi rappresentanti e negozianti di ogni sorta di roba, giovani per lo più sui 18-20 anni, affatto o quasi digiuni di pratica commerciale, e di onestà personale, i quali, approfittando dell’eccezionale momento di forte ricerca, s’arrabattano offrendo talvolta merce esistente soltanto nella loro immaginazione, a prezzi cervellotici, ovvero, con campioni avuti di seconda, o di terza mano da altri intermediari del loro stampo. Comperano sul venduto, vendono senza fattura, giuocando all’azzardo e danneggiando commercio e commercianti”. Ovviamente, alcune di quelle “operazioni” erano sfociate in cause penali e in conseguenti sentenze, perché di criminali si trattava. “Questi piccoli trafficanti improvvisati trascorrono abitualmente il pomeriggio e la serata in alcuni pubblici esercizi, giuocando e scialando, e quando sono a corto di denaro e non si presenta alcun buon affare, taluni sentono il bisogno di rifornirsi colla rapina e col furto. Pel buon nome dei rappresentanti biellesi, è ora che cessi un tale sconcio e ci pare che, almeno in parte, potrebbero rimediarvi le Autorità, vietando di esercire Ufficio di rappresentante o negoziante a chi non abbia compiuto un sufficiente tirocinio presso una casa commerciale od industriale e non sia regolarmente iscritto alla Camera di Commercio. In tal modo, si colpirebbe un’altra categoria di parassiti che eserciscono clandestinamente il commercio alle spalle degli onesti citrulli, che pagano fior di imposte e... sovrimposte anche per loro!”. C’era, quindi, un bisogno oggettivo di porre freno e regola a un mercato davvero selvaggio, generato da un settore che, dopo la Grande Guerra e in pieno “biennio rosso”, stentava a trovare pace e operava in emergenza, tra tensioni sindacali, commesse altalenanti, e disponibilità di materie prime, di ausiliari e di semilavorati tutt’altro che continua. Se poi anche i venditori costituivano un problema, tutto si complicava ulteriormente. La soluzione, però, poteva venire solo dai commercianti e dai rappresentanti, che scelsero di tutelare se stessi e la loro clientela assicurandosi a vicenda una concorrenza leale e garantendo ai clienti un corretto trattamento, e non furti o raggiri. In occasione del settantesimo di fondazione dell’associazione, nel 1991, fu stampato un volume che rievocava a grandi linee la storia del sodalizio. Nelle prime righe si legge che la data di nascita della Associazione Nazionale del Commercio Laniero non era nota con assoluta precisione, ma che 16 aprile 1920 si riuniva già il primo Consiglio Direttivo. Grazie a qualche ricerca, possiamo provare a dare qualche miglior ragguaglio su come andarono le cose. Un mese prima, i giornali locali avevano pubblicato alcuni trafiletti di questo tenore: “Allo scopo di tutelare gli interessi generali della nostra classe e di conservarle quel carattere di serietà che pel passato l’ha sempre distinta e per evitare che trafficanti improvvisati abbiano a macchiare con azioni immorali una categoria benemerita dell’industria tessile, un gruppo di Rappresentanti e Commercianti residenti nella nostra città, ha dato adesione alla proposta di costituire in Biella una Associazione fra i Rappresentanti e Commercianti di materie prime e articoli affini inerenti l’industria tessile”. All’uopo si era riunita una commissione che si premurò di diffondere l’invito. “Preghiamo pertanto la S. V. a voler intervenire o di farsi rappresentare alla adunanza che avrà luogo la sera del 18 corrente, alle 20,80, nel salone del Circolo Commerciale, gentilmente concesso, onde gettare le basi per la regolare costituzione della nostra Associazione”. I membri della commissione erano Francesco Borsano, Antonio Ceria, Enrico Loni, Secondo Ratto, Alfredo Segre, Severino Sella, Pierino Trivi e Giuseppe Zanon. Tutti nomi stranoti sia nell’ambiente tessile, sia in quello amministrativo e anche culturale cittadino. Ecco, appuntamento per giovedì 18 marzo 1920 al Circolo Commerciale. Il 20 marzo, sabato, su “La Tribuna Biellese” comparve questo breve comunicato: “Giovedì sera nel salone del Circolo Commerciale ebbe luogo l’annunciata adunanza per la costituzione di un’Associazione Biellese fra Rappresentanti e Commercianti materie prime ed affini per l’industria tessile. L’assemblea riuscì oltremodo numerosa ed animata e venne approvata all’unanimità la proposta costituzione dando mandato ad una commissione composta dei Sigg. Barbera Giuseppe, Borsano Francesco, Buratti Riccardo, Cerià Antonio, Gerodetti Oreste Gremmo Candido, di compilare uno Statuto da portarsi all’approvazione di una prossima, riunione. Venne pure approvata una proposta per la costituzione di un fondo sociale che sarà precisato alla prossima assemblea”. Non si era ancora all’atto costitutivo, ma non mancava molto. Venerdì 9 aprile (da “La Tribuna Biellese” del 15 aprile 1920), “ebbe luogo nel salone del Circolo Commerciale, l’adunanza dei rappresentanti e commercianti di materie tessili ed affini, per l’approvazione- dello statuto e la nomina del Consiglio Direttivo. L’adunanza numerosa, sia pel numero dei presenti, che per le adesioni pervenute, approvò definitivamente lo Statuto presentato dalla Commissione, e nominò il Consiglio Direttivo nelle seguenti persone; Presidente: Avv. Silvio Reda, Consiglieri: Barbera Giuseppe, Bignami Carlo, Bersano Francesco, Buratti Riccardo, Gilardino Rodolfo, Halenke Augusto, Pozzo Vincenzo, Tittoni G. B. Revisori: Ceria Giuseppe, Emilio Cerrutti, Sella Severino”. Dunque, con buona approssimazione, la ignota data di costituzione ora dovrebbe essere nota: il 9 aprile 1920. L’associazione si mise subito all’opera cercando di affrontare e superare le difficoltà che la categoria stava vivendo. Una tra le più gravi era l’isolamento del Biellese dal punto di vista delle comunicazioni. Certe situazioni hanno origini remote… Ma quelle per cui i commercianti e i rappresentanti si impegnarono non erano le comunicazioni viarie o ferroviarie, bensì quelle telefoniche. Su Nel 1928 la “attivissima” Associazione Biellese fra Rappresentanti e Commercianti si fece portavoce di una parte consistente della popolazione che fruiva di un pessimo servizio e, soprattutto, di tariffe ingiustamente maggiorate a causa di scarsa attitudine della STIPEL a investire in migliorie delle linee. Dalla pubblicazione del 1991 si apprende che il sodalizio, come tutti gli altri, fu fascistizzato. Ma prima di perdere la propria autonomia ideologica, l’associazione fece in tempo a pubblicare sull’“Annuario Generale della Laniera” il suo statuto originale, almeno per quanto riguarda lo scopo sociale. “Tutelare e difendere i diritti e gli interessi generali della classe e farne osservare i doveri; vigilare a che i trafficanti improvvisati, sedicenti rappresentanti di commercio, non abbiano a pregiudicare il buon nome della classe; intensificare il commercio in Italia e particolarmente nel Biellese e promuovere relazioni commerciali, anche con l’estero, dando serio affidamento sull’onorabilità dei suoi componenti; dirimere e comporre eventuali controversie d’indole commerciale che sorgessero fra i soci, o fra questi e altre ditte; appoggiare e sostenere moralmente e materialmente tutte quelle istituzioni che abbiano attinenza coll’opera da essa svolta. Possono far parte dell’associazione quali soci effettivi i rappresentanti o commercianti di materie prime ed affini per l’industria tessile, residenti in Biella o nel circondario, regolarmente iscritti alla Camera di Commercio, che siano di nazionalità italiana o, se stranieri, risiedano in Italia da almeno tre anni”. Di certo le sanzioni economiche del 1935-1936 e l’isolamento dell’Italia di Mussolini fino alla guerra non devono aver reso la vita facile all’Associazione Biellese fra Rappresentanti e Commercianti. Ad un certo punto non ci sarà più stato nessuno da rappresentare e niente da commerciare. A quel punto il sodalizio si scioglie. Non in modo ufficiale, solo per impossibilità di raggiungere lo scopo sociale. In ogni caso, a conflitto terminato, si dovette ricostituire. Su “L’Eco dell’Industria” di sabato 3 novembre 1945 si legge: “Riunitisi venerdì scorso nei locali della vecchia Associazione Commercianti e Rappresentanti di Materie Tessili al Palazzo Centro-Biella, i soci hanno deliberato in assemblea generale la riforma della loro società sotto il nuovo nome di Associazione Biellese Commercio Laniero. Ha riferito sul lavoro preparatorio il sig. Olivieri quale reggente designato dal C.N.L. di Biella. L’assemblea ha espresso la sua viva gratitudine al sig. Olivieri per l’intelligente opera svolta. Udito lo schema di statuto provvisorio del quale ha dato lettura il dott. Bernero, l’assemblea ha respinto l’idea di creare diverse categorie di commercianti e rappresentanti tenendo conto di esse categorie soltanto nella composizione del Consiglio direttivo. Le cariche sociali saranno elette quanto prima. Alla fruttuosa discussione hanno partecipato molti dei presenti, fra cui i sigg. Borri, Schneider, Guelpa, Boschetti, Buratti, Guala, Bertrand, ecc. Il Consiglio della nuova associazione sarà composto di dieci membri”. Fu una rinascita. Sotto l’egida del Comitato di Liberazione Nazionale, il sodalizio riprendeva il suo cammino con nuove prospettive, ambiziose e ampie. Non passarono due anni che “Il Commercio laniero si organizza nazionalmente”. Con questo titolo il citato “Eco dell’Industria” del 17 marzo 1947 ragguagliava sugli sviluppi di un ente che stava per aprirsi al mondo assumendo la statura che l’industria tessile biellese aveva di fatto già assunto. “L’Associazione Biellese Commercianti Fibre Tessili si è data, nella sua recente assemblea generale, un ordinamento a base nazionale prendendo il nome di Associazione Nazionale del Commercio Laniero. Questa trasformazione è stata dettata dal fatto che l’Associazione, per quanto composta in gran parte di biellesi, si vede affidati dei compiti di ordine nazionale quale quello che viene dal decreto ministeriale che crea un particolare regime di ripartizione e di vigilanza sulla ripartizione delle lane estere. In base a tale decreto l’Associazione Nazionale del Commercio Laniero dovrà disporre per i visti di una parte delle lane d’importazione e precisamente di quelle che fanno parte della quota assegnata al Commercio Laniero. Parecchie altre mansioni sarà, via via, chiamata ad esercitare la detta associazione sul piano nazionale in quanto è pura fantasia sperare, per il momento, in un ritorno a quella libertà di commercio internazionale che è nei voti di tutti. Con la Associazione Nazionale del Commercio Laniero due sono le associazioni di ordine nazionale che ora hanno la loro sede a Biella, la suddetta e la vecchia e gloriosa «Laniera»”. Il Direttivo fu eletto con questi membri: Alfredo Bertrand, Luigi Bertotto, Emilio Boggio, Mirto Borri Brunetto, Paolo Cucco, Romualdo Ferrarone, Gustavo Gaia, Giuseppe Gatti, Ugo Giordana, Massimo Guala, Guido Miglietti, Giovanni Olivieri, Giovanni Schneider, Emanuele Tarantino e Lucio Gino Zanon. “All’unanimità è poi stato eletto a presidente il sig. Olivieri Giovanni; a vice-presidente il sig. Guala Massimo, mentre a revisori dei conti effettivi i sigg. Buratti Ferdinando, Margara Paolo, Torre Luigi, e supplenti: Bertero Guglielmo e Ratto Secondo”. Erano frangenti incerti. L’approvvigionamento delle lane era ancora più incerto e allargare la base del sodalizio al territorio nazionale fu un ottimo sistema per cercare punti d’appoggio più saldi. Il Biellese, da solo, non poteva farcela e, proprio perché la sua leadership si era ormai del tutto consolidata, non poteva lasciare che il resto dell’Italia procedesse senza guida. Da allora la strada percorsa è stata molta. Settant’anni di impegno su più fronti e sempre con una visuale estesa, globale (nel 1966 si parlava già dell’opportunità Cina in sinergia con l’Istituto Commercio Estero, nel 1974 si curavano le relazioni con l’Australia dei produttori di merinos in collaborazione con l’Unione Industriale Biellese, gestendo l’imprevedibile, tra gli strascichi della crisi petrolifera e lo “spregiudicato e ambiguo comportamento del Giappone”, nel 1976 si discuteva di core-test e di floor-price, e alla via così), ma senza clamore, lavorando alla maniera dei veri biellesi. Quanti, fuori dal “giro”, possono dire di aver già sentito nominare l’associazione? Ma quanto è stata importante l’associazione per lo sviluppo dell’industria biellese e, di conseguenza, del territorio biellese?
Dal "Eco di Biella”, 13 settembre 2021 [Danilo Craveia]