Persona
Scanzio Bais, Massimino
- Nascita
- Luogo:
- Candelo
- Data:
- 1920
- Morte
- Luogo:
- Biella
- Data:
- 2007
- Biografia / Storia
- "Con la scomparsa di Massimino Scanzio Bais, avvenuta mercoledì 14 [marzo 2007] sera all’hospice “L’Orsa Maggiore” della Lega italiana per la lotta contro i tumori, dopo un breve ricovero, all’età di 87 anni, il mondo del giornalismo biellese perde un’altra grande firma e un’altra grande figura. Originario di Candelo, dove aveva abitato fino al 1957, laureato in Chimica, docente di scienze all’Itis “Quintino Sella” e poi all’istituto per geometri “Vaglio Rubens”, dove aveva lavorato fino a 70 anni compiuti, il dottor Scanzio Bais aveva infatti contestualmente portato avanti la professione di giornalista e scrittore con grande capacità, duttilità e costanza. Chi non ricorda, fra i tantissimi articoli scritti, il suo famoso “Siparietto” settimanale su “il Biellese”, che per decenni caratterizzò la testata diretta da monsignor Oscar Lacchio, al punto che i lettori confessavano di comprarne i numeri “solo” per leggere quella rubrica? Scanzio Bais aveva prima operato all’”Eco di Biella”, fino agli anni Sessanta del Novecento, occupandosi di tutto un po’. Col passaggio a “il Biellese”, eccolo redattore sportivo, commentatore politico, storico, recensore librario, incaricato dei pezzi di fondo con arguzia e intelligenza sottile, sostenute da una scioltezza d’espressione invidiabile, mai scevra però da una punta di ironica polemica. Memorabili le battaglie condotte ai tempi della contrapposizione Dc-Pci, dove l’ultima parola era sempre la sua. Ciò fino alla dismissione dall’incarico di direttore di Lacchio (inizio anni Novanta), quando aveva preferito ritirarsi da quel mondo che aveva tanto amato e al quale aveva dato tanto di sé stesso, senza però defezionare dall’interesse per le vicende della sua terra e della sua gente e dall’amore per la sua famiglia.
I libri, poi. Da “Dai acqua” (Storia dei pionieri dell’industria nel Biellese) a “Nui bièleis”, “E Iddio mandò l’arcobaleno”, “Processo a Pietro Micca”, “Cento anni di gente biellese” (uscito in occasione del centenario de “il Biellese”, nel 1986, e che raccoglieva le due pagine di storia locale pubblicate settimanalmente sulla testata), “Il marito di mia moglie”, spassosissima selezione dei suoi “Siparietti”... «Tenente di Artiglieria a cavallo, durante l’ultima guerra papà si era fatto per intero la campagna di Russia, dalla quale era tornato a piedi - spiega la figlia Elena - ma ci teneva a sottolineare che era riuscito a riportare a casa tutti i suoi uomini. A ricordare questo fatto era ai suoi tempi anche il bidello dei “Geometri”. Le sue ri- flessioni su quel terribile periodo confluirono in “E Iddio mandò l’arcobaleno», che riporta fra l’altro l’elenco completo dei soldati biellesi». Un’ulteriore attività di Scanzio Bais era stata dal 1958 quella di libraio della “Libreria Aglaia” di via San Filippo, poi continuata dal cognato Cavallazzi, fratello della moglie Andreina, mancata quattro anni fa, e indi dalla figlia. Una personalità eclettica la sua, in perenne movimento, una mente sempre vigile. Con l’aggressione del morbo di Alzheimer, un decennio fa, era però iniziato il declino, inasprito dal nuovo male che l’ha condotto alla morte. I suoi partecipati funerali si sono svolti ieri pomeriggio alla parrocchia del Piazzo, quartiere ove risiedeva dal 1974, dopo la lunga parentesi di Biella piano. All’omelìa il parroco don Massimo Minola ha ricordato la sua «penna formidabile, la sua capacità di essere giornalista e ricercatore con grande professionalità» e invitato i suoi cari ad aver fede nella resurrezione.
Dopo la benedizione, le sue spoglie sono state portate al cimitero di Candelo, dove riposano nella cappella di famiglia. La sua scomparsa lascia nel lut- to anche il genero Lino e i nipoti Andrea, Shanti, Francesco e Luciana con le loro famiglie.
[da "La Nuova Provincia di Biella" del 17 marzo 2007]