Libero docente in zoologia e in zootecnia nell'università di Bologna
Nazionalità
Italiana
Titolo
Conte
Biografia / Storia
Nacque a Bologna il 21 marzo 1886 da Francesco e Lina Bianconcini, in una famiglia dell'alta borghesia di banchieri e proprietari agrari, da poco insignita del titolo comitale per meriti culturali e per attività benefiche. Il giovane crebbe in un ambiente di elevato livello culturale oltreché sociale, che gli consentì di incontrare eminenti personalità del mondo scientifico e letterario. Nel 1907 fu con A. Ghigi al sesto convegno internazionale di zoologia a Boston, ed ivi poté conoscere J. L. Agassiz, H. Osborn, W. Bateson e altri grandi zoologi; da questi contatti fu spronato ad applicarsi a quegli studi biologici che già lo avevano attratto, e lo fece con tanto impegno che le pubblicazioni di quegli anni gli valsero la libera docenza in zoologia nel 1915.
Dal 1907 fu per alcuni decenni direttore di aziende agricole nelle zone di bonifica del Bolognese e, come tale, operò efficaci modifiche ed innovazioni agrarie.
Quando nel 1913 il ministro segretario di Stato per le colonie nominò una conimissione governativa per lo studio agrologico della Tripolitania, ne fu membro, competente per il settore tecnico-biologico. Nel 1921 il governatore Giuseppe Volpi gli chiese di studiare e suggerire proposte sui provvedimenti da prendere per le piccole concessioni attorno a Tripoli. Nel dicembre del '22, assumendo l'incarico di direttore nell'Ufficio per la colonizzazione, si immerse in problemi non più soltanto tecnici ma anche politici e sociali.
Lasciò l'Ufficio di colonizzazione nel '26, ma continuò a occuparsi intensamente di politica e di agronomia coloniale; fu rappresentante italiano alla conferenza di Parigi per l'agricoltura tropicale e subtropicale, fu nella commissione per lo studio agrologico della Cirenaica e nel consiglio dell'Ente di colonizzazione della Libia.
Eletto, nel 1917, presidente dell'Associazione agraria bolognese, sostenne la collaborazione di classe, i concordati tra datori di lavoro e lavoratori a carattere provinciale da stipularsi tra organizzazioni sindacali riconosciute dallo stato, il collocamento in forma mista. Continuò a sostenere negli anni successivi queste linee in vari scritti, poi raccolti in Libertà e Collaborazione.
Non accettò, fin dagli inizi, il fascismo: respinse la tessera del partito, non sovvenzionò le iniziative e le attività, in qualsiasi forma, dei fascisti, ebbe contatti, in Italia e all'estero, con antifascisti e svolse una continua propaganda. Il 26 giugno 1935 rifiutò di giurare, quale docente universitario, e, conseguentemente, dovette rinunziare all'attività di insegnamento. Nel 1942 rinunciò alla ricompensa al valor militare concessa alla memoria del figlio Franco, ufficiale degli alpini, morto in Albania, «senza voler portare un'arma» per non fare «mai male ad alcuno».
Dopo l'8 settembre nella sua casa di San Martino (Minerbio) accolse ebrei e altri perseguitati, tra i quali Mario Finzi e Gian Giuseppe Palmieri. Fu uno dei primissimi, tra i cattolici bolognesi, che sostenne la necessità «che i cattolici partecipassero con la loro forza, coi loro organismi e colle loro idee al movimento di liberazione». Il suo contributo nel CLN, che si riunì varie volte nel palazzo di sua proprietà in via Farini, fu notevole.
Grazie alla sua amicizia con il gen. Frido Von Senger, comandante del corpo d'armata tedesco a Bologna, riuscì in varie occasioni ad evitare violenze e a ottenere soccorsi per la popolazione.
Nel 1911 sposò Elvira (Lilla) Belgrano con la quale ebbe i figli Franco, Flavia e Marilina.
Morì a Firenze nel gennaio 1953.
Luoghi di attività
Luogo:
Bologna
Luogo:
Minerbio
Luogo:
Tripolitania
Luogo:
Firenze
Cariche e funzioni
Qualifica:
Vice-presidente e Presidente dell'Associazione Agraria Bolognese
Date:
1911 - 1919
Qualifica:
Direttore Ufficio Colonizzazione della Tripolitania
Date:
1922 - 1925
Qualifica:
Presidente della Commissione Risanamento delle finanze comunali di Minerbio
Date:
1945
Qualifica:
Commissario straordinario dell'Associazione Nazionale famiglie caduti in guerra della provincia di Bologna