Ente
Cartiera di Ponte Strona
- Cartiera Verde (altra denominazione di autorità)
- Luoghi di attività
- Luogo:
- Guardabosone
- Storia istituzionale
- Nel 1948 la Cartiera Ponte Strona era già in attività, in quanto risulta un contributo al fondo di soccorso invernale ai disoccupati (da “Il Corriere Biellese”, 5 febbraio 1948).
Nel 1956 risulta che, dopo alterne vicende, la Cartiera Ponte Strona, installata nell’ex opificio tessile Tonella di Guardabosone, fosse passata nelle mani del Cavaliere del Lavoro Conte Ing. Giorgio Sisini di Milano, tra le cui proprietà figurava anche la Settimana Enigmistica. Fino al 1957 aveva prodotto soltanto cartoni usuali ma, dopo aver introdotto nuove macchine ed una più efficiente direzione tecnica, in quell’anno avviò con ottimi risultati la fabbricazione di vari tipi di cartone di alta qualità per gli usi più svariati. In seguito a tali cambiamenti vennero assunte nuove maestranze e venne aumentato il ritmo lavorativo. Risulta che, nello stesso anno, l’azienda avesse in programma di ampliare il proprio stabilimento e di installare altri macchinari per intensificare ulteriormente la produzione creando così nuove possibilità di lavoro nell’interesse della popolazione locale (da “Il Biellese”, 15 ottobre 1957).
Nel 1961 il Sindaco di Guardabosone, Fortunato Bussi, fautore, con altri sindaci, della costruzione di una nuova strada sulla sponda destra del Sesia, progetta di costruire a Guardabosone una nuova carrozzabile per l’accesso diretto alla Cartiera Ponte Strona (da “Eco di Biella”, 24 agosto 1961).
Nell’aprile 1963 l’amministrazione comunale delibera quanto segue: “Concessione alla Cartiera Ponte Strona di Guardabosone di spostare il passaggio in regione Molino, a condizione che venga sistemato ed asfaltato il passaggio nuovo, per una lunghezza da 3 a 6 metri. La stessa Cartiera dovrà erogare a favore del comune un contributo occorrente per l’installazione di due centri luminosi lungo il nuovo passaggio. È stato inoltre stabilito di fissare di comune accordo un incontro fra i rappresentanti dell’Amministrazione comunale e quelli della Cartiera sopra menzionata, circa la progettata costruzione della carrozzabile della Madonna del Carretto” (da “Eco di Biella”, 14 aprile 1963).
Ma già nel 1965 la Cartiera, che contava un discreto numero di operai, sospende temporaneamente l’attività.
Le cause della chiusura, avvenuta nell’aprile del 1965, si trovano descritte in un articolo de “il Biellese” del 13 gennaio 1967, in cui si parla dell’imminente ripresa dell’attività: “I motivi principali della chiusura dell’azienda che dava lavoro a circa sessantacinque persone [...], si fanno risalire all’inquinamento dell’acqua del torrente Strona, indispensabile per la lavorazione. Anni addietro, sorse a monte della «Fonte Strona» una nuova cartiere: l’acqua limpida da essa utilizzata per il processo produttivo, veniva restituita al torrente assai sporca. Questo fatto preoccupò i dirigenti dell’azienda più a valle la cui produzione, un cartoncino fine da stampa, necessitava di acqua pulita. Ebbe cosi Inizio una specie di guerra e tutt’oggi ancora l’armistizio deve essere firmato [...]. La vicenda allo stato attuale non sembra possa trovare una soluzione se non in un compromesso. Se si potesse vantare come diritto l’anzianità, la questione sarebbe risolta subito. La cartiera Ponte Strona è in attività da diversi lustri infatti, ma ciò non ha acquisito a essa la prerogativa di utilizzare l’acqua dello Strona allo stato naturale [...]. Il problema nasce dalla mancanza di norme che classifichino le acque. La ricerca di un «modus vivendi» che consenta all'azienda a valle di riprendere e continuare la propria attività sembra comunque si possa raggiungere”.
Relativamente alla vertenza dell’inquinamento delle acque del torrente Strona, qualche tempo dopo sembra che, grazie alla buona volontà e allo spirito di comprensione delle parti, la vicenda si fosse avviata a favorevole soluzione.
Ma nel 2011 l’azienda, nonostante potesse contare sulle forniture di carta alla “Settimana enigmistica”, entra in crisi, la prima di altre crisi che seguiranno, ferma la produzione e si avvia al fallimento. L’impianto viene messo in vendita dal tribunale. Ad aggiudicarsi lo stabilimento è un gruppo milanese con soci genovesi: ma la loro scommessa dura soltanto fino al luglio del 2013, non per colpa degli ordini, ma per gli insoluti da parte dei clienti. Le banche non erogano più prestiti e l’unica soluzione è arrendersi. All’epoca i dipendenti erano una trentina. E c’erano progetti anche per ampliare l’attività. La coppia che gestiva l’impianto si era trasferita anche a Guardabosone per seguire di persona l’attività.
Dopo vari tentativi di vendita all’asta, l’immobile viene piazzato nuovamente. Nel 2016 si presenta un imprenditore dal Veneto, Roberto Berlese, per rilanciare l’azienda con un progetto innovativo che avrebbe sfruttato anche le fonti di energia alternative: la Cartiera Verde. Dopo aver ottenuto i permessi e aver eseguito alcuni lavori, tutto sembrava pronto a partire. Si parlava di 70 assunzioni, qualcuno era già stato messo sotto contratto. Erano stati fatti anche importanti lavori innovativi all’interno dell’impianto. Ma per una serie di vicissitudini il progetto non è mai partito. L’imprenditore, con una lettera, getta la spugna e nel 2020 la cartiera finisce nuovamente sotto custodia giudiziaria.