Persona
Sella, Vittorio (giornalista)
- Nascita
- Luogo:
- Biella
- Data:
- 1890
- Morte
- Luogo:
- Viareggio
- Data:
- 1952
- Attività/mestiere/professione
- Qualifica:
- giornalista
- Biografia / Storia
- Fondatore de "Il popolo biellese", organo del Partito Nazionale Fascista biellese (1922-1943).
Da "Eco di Biella" del 28 aprile 1952:
"Un telegramma pervenuto ieri mattina ad un nostro collega ha recato in città la notizia della morte improvvisamente avvenuta a Viareggio del cav. Vittorio Sella, già direttore de «Il Popolo Biellese» da lui fondato nell'agosto del 1922. Vittorio Sella era nato a Biella nel 1890. Giovanissimo era emigrato all’estero, dove alle ore di duro lavoro alternava, da nient’altro sorretto se non da una severa autodisciplina, ore di intenso studio, formandosi così quella cultura che doveva condurlo a posti di responsabilità nelle organizzazioni sindacali e del giornalismo. Fervente mazziniano, in tutta la lotta politica da lui condotta dai giorni che seguirono la vittoria del 1918, alla quale concorse come ufficiale combattente d’artiglieria, fino agli avvenimenti che hanno caratterizzato la storia di questi ultimi anni, egli s’ispirò, credendo, comunque, di interpretarne lo spirito, al profondo pensiero del grande genovese. Già collaboratore di giornali socialisti, aveva poi seguito Mussolini nella sua politica d’interventismo prima ed in quella fascista poi, collaborando attivamente alla fondazione in Biella, nel 1920, del primo Fascio di Combattimento cittadino e dirigendo i primi Sindacati economici contrapposti alle organizzazioni sindacali rosse. Nell’agosto del 1922, mentre infieriva lo sciopero legalitario che doveva precedere di pochi mesi la Marcia su Roma, fondava «Il Popolo Biellese» che diresse fino al 1942, fino a quando cioè non venne chiamato alla direzione del «Corriere Adriatico», quotidiano di Ancona. Più tardi, ma per poco tempo, fu alla direzione de «Il Telegrafo» di Livorno, che lasciò per passare, in quei difficilissimi mesi che videro l'Italia separata in due fazioni, l’una contro l’altra armata, alla «Gazzetta del Popolo». Fu in quel periodo che Vittorio Sella venne provato dal più grande dolore della sua vita, la perdita dell’unico figliolo [Gabriele Sella, n.d.a.], caduto nella lotta fratricida. Dolore che non trovò mai lenimento e che portò Vittorio Sella ad una profonda conversione spirituale, avvicinandolo al conforto di una Fede che in precedenza non aveva sufficientemente apprezzato. Gli eventi che seguirono il 25 aprile 1945 non interessarono più Vittorio Sella che ritiratosi con la consorte a Viareggio traeva dal soggiorno al mare giovamento alla sua salute già scossa. A Biella Vittorio Sella aveva molti amici e molte simpatie. Amicizie e simpatie che non gli sono mai venute meno, anche nelle ore in cui la passione politica sembrava dover incidere profondamente in tutti ed anche nei più sacri, sentimenti: riconoscimento meritato a chi della propria vita, elevandosi al di sopra delle meschine questioni di parte e degli sterili personalismi, aveva veramente saputo fare una missione di galantuomismo. Ed è perciò che oggi alla sua memoria noi pensiamo siano rivolti i pensieri e gli omaggi di tutti coloro che, accomunati o distanziati da fede politca, ambiscono tuttavia ritrovarsi ed identificarsi con le meno appariscenti, ma più salde espressioni della virtù di bontà ed onestà: poiché Vittorio Sella è stato, innegabilmente, un buono ed un onesto".