"A Todi, sua città nativa ed alla quale era tornato, carico di anni, per trascorrervi il meritato riposo dopo molto lavoro, è mancato Armando Comez, che fu per lunghissimo tempo, capufficio stampa dell’Associazione Laniera Italiana e come tale perciò, anche direttore, del «Supplemento commerciale» settimanale stampato dall’Associazione. Alternava la sua vita di lavoro tra Roma e Biella e qui nella nostra città si era meritatamente imposto all’attenzione del mondo industriale ed anche di quello non industriale per le sue brillanti e spiccate doti di uomo di profonda cultura e di larghissima fantasia. Ormai da parecchi anni a Biella non veniva più, così come da parecchi anni, lui ultraottantenne, aveva abbandonato la sua attività presso la Laniera. L’Associazione Laniera gli deve molto per la infaticabile sua opera di organizzatore, che, tra l’altro, resterà legata, nel ricordo, al successo di una magistrale Mostra della lana promossa a Biella nel 1936 ed inaugurata dal Principe di Piemonte, manifestazione che aveva radunato attorno a Comez colleghi giornalisti nostrani e di fuori, nonché una schiera di artisti che alla Mostra avevano impresso un tono di elevato buon gusto e di originalità. Armando Comez aveva anche la penna facile e non soltanto per gli argomenti economici che caratterizzavano la sua attività presso la «Laniera». Riviste letterarie del tempo, e non ultima anche l’Illustrazione Bicilese che si stampava allora nella nostra città, ebbero in lui un collaboratore assiduo e prezioso. Infine si era anche cimentato, e con successo, nella narrativa gialla, che cominciava a quei tempi ad andare di moda, con un volume inserito nella collana dei «gialli» della Mondadori, e che pure venne tradotto in altre lingue. Era un entusiasta della vita, della poesia e dell’amore. Alla sua terra umbra, che amava sopra ogni altra cosa’ al mondo, aveva indissolubilmente legato nel suo cuore anche la terra biellese. Chi biellese, lo conobbe lo rimpiange oggi con molta, affettuosa tri stezza, deponendo idealmente, con i sentimenti della più cara amicizia, i fiori più belli del ricordo".
[da "Eco di Biella" del 9 agosto 1971]