Enrichetta nasce a Biella l’11 agosto del 1874, terza nata di Tommaso Ferrero della Marmora e Maria Luisa d’Harcourt.
Il suo è un destino segnato da una grande responsabilità fin dalla nascita. Dopo la morte dei due fratelli, Enrichetta è l’ultima possibilità rimasta alla famiglia di evitare l’estinzione. Sarà il re Umberto I, alla fine di marzo del 1900 a stabilire che il titolo di marchese della Marmora fosse trasmissibile per via femminile ai maschi primogeniti. Per questo i figli di Enrichetta porteranno anche il nome La Marmora.
Enrichetta trascorre la sua gioventù tra Biella e Torino dove incontra nel 1899 il grande amore della sua vita, Mario Mori Ubaldini degli Alberti che diventa suo marito il 12 aprile di quell’anno. Insieme Mario e Enrichetta decideranno una serie di interventi importanti per il miglioramento di Palazzo La Marmora e Mario dedicherà la vita allo studio e al riordino delle carte dell’archivio La Marmora.
La vita di Enrichetta sarà segnata spesso da momenti di grande tristezza e da problemi depressivi che le derivano dalle vicende familiari complesse cui passa attraverso: la perdita prematura del marito nel 1918, la perdita del figlio Giulio, morto a soli 16 anni nel 1920, la difficoltà di accettare che la figlia Raffaella diventi suora missionaria e non abbia quindi una famiglia propria, il rapporto non facile col terzo figlio Guglielmo.
Enrichetta è estremamente orgogliosa del nome La Marmora e delle gesta che i quattro generali hanno compiuto nel Risorgimento, tanto da sostenere sempre con grande entusiasmo il mito che li circonda, un atteggiamento che non trova concorde il figlio. In un primo tempo, Enrichetta e Guglielmo saranno divisi anche dalle rispettive opinioni sul fascismo verso il quale la marchesa sembra ben disposta mentre il figlio ne è un fiero antagonista. Sarà l’entrata in vigore delle leggi razziali alla fine degli anni Trenta a segnare una netta presa di distanza di Enrichetta dal partito di Mussolini. La posizione del fascismo nei confronti degli ebrei urta profondamente la sua sensibilità cristiana e Enrichetta ripudia il movimento, ritrovando grazie a questo passo anche una nuova sintonia col figlio.
Si ammala di tumore nel 1945 e muore a Biella nel 1948. E’ sepolta a Torino nella cappella di famiglia.