Ente
I.P.I. Istituto Professionale Industriale "Galileo Ferraris"
- Scuola di Avviamento Professionale "Giovanni Schiaparelli" (altra denominazione di autorità)
- IPSIA Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato (altra denominazione di autorità)
- Storia istituzionale
- Da "Biellettrico 1882-1962: dalla prima scintilla all'ENEL":
Una vera svolta in senso formativo si registrò solo più tardi, ovvero con l’attivazione dell’Istituto Professionale Industriale “Galileo Ferraris”, ma già prima che si chiamasse così. La storia di questa scuola è complicata dal fatto che, a lungo, prima dell’intitolazione al grande elettrotecnico, vi fu confusione tra la Scuola di Avviamento Professionale e la Scuola Tecnica Industriale, entrambe dedicate all’astronomo “Giovanni Schiaparelli”. La prima, però, era quella che siamo abituati a chiamare scuola media inferiore (postelementare e per i minori di quattordici anni, età alla quale era stato elevato l’obbligo di frequenza du rante il Fascismo). La seconda, triennale, offriva una formazione tecnica specifica. La Scuola di Avviamento Professionale “G. Schiaparelli” era nata negli anni Trenta. Ma nell’agosto del 1941 “con provvedimento del Ministero dell’Educazione Nazionale la R. Scuola di Avviamento Professionale «G. Schiaparelli» è stata elevata a R. Scuola Tecnica Industriale con annessa R. Scuola Professionale. Con questa nuova istituzione che corona tutto un lavoro di attiva incessante preparazione e che ha trovato nel Conte Rivetti e nel Cons. Naz Garbaccio i più autorevoli sostenitori l’industre, operosa Biella vede così completato l’ordinamento degli Studi d’istruzione tecnica”. Due istituti per certi versi complementari con lo stesso nome nella stessa sede (ex Collegio di San Francesco) che preparavano al lavoro specializzato. L’elettrotecnica era miscelata ad altre materie, priva di un suo corso specifico e di un laboratorio dedicato, ma comunque presente nell’ambito della didattica della meccanica e della tecnologia tessile di base. Lunedì 29 novembre 1954 alla “Schiaparelli” ebbero inizio “due corsi (uno diurno e uno serale) per elettricisti, espressamente autorizzati dal Ministero della pubblica istruzione. Il corso diurno, riservato ai giovani liberi da ogni impegno, avrà la durata di sei mesi con 24 ore settimanali di lezioni teorico-pratiche; al corso serale saranno invece ammessi soltanto coloro che risultano occupati durante la giornata. La durata di quest’ultimo corso è pure di 6 mesi, ma le ore di lezione settimanali sono soltanto 10. La quota di iscrizione è fissata nella misura di 500 lire”. L’anno seguente i corsi furono riproposti. La “Schiaparelli” era senza dubbio una scuola dinamica. La sua esistenza in vita dipendeva dalla capacità di attrazione nei confronti di potenziali artigiani o di operai di alta specia lizzazione. Nel settembre del 1956 si era perfezionata “la costruzione di un nuovo locale e si sta procedendo al suo allestimento come laboratorio per misure elettriche, con dinamo, alternatori e altre macchine. Il laboratorio viene a potenziar l’officina per elettricisti già in funzione e il complesso è destinato all’uso in comune per il corso libero di elettricisti e per i meccanici dei due corsi regolari dell’istituto. L’offerta formativa era aggiornata e incrementata di continuo e si puntava all’adeguamento rispetto alla richiesta del mercato del lavoro con ben maggiore agilità rispetto ad altri istituti più tradizionali o ingessati nei programmi ministeriali. Eppure, i settanta allievi non rappresentavano un numero così elevato (i professori erano in tutto sedici!) e la ragione di tale carenza stava nella difficoltà di comunicare i contenuti dei corsi medesimi. Il futuro IPSIA non riusciva a farsi conoscere. Solo nel 1957 fu poi creata la “sezione elettricisti”. Da “Eco di Biella” del 9 settembre si apprende che “con recentissimo provvedimento ministeriale è stata istituita presso la Scuola tecnica Industriale Statale «G. Schiaparelli» di Biella la sezione per Elettricisti, in aggiunta alle due già esistenti per Meccanici e per Tessili. Tale sezione avrà inizio col prossimo anno scolastico ed è, come le altre, biennale. Per l’iscrizione ad essa occorre la licenza di una scuola d’Avviamento di qualsiasi tipo oppure la licenza media”. Due anni dopo, sempre alla “Schiaparelli”, fu attivata una scuola serale biennale per elettricisti. Il 1959 era cominciato con importanti novità. Il Ministero della Pubblica Istruzione intende va riformare le scuole tecniche conferendo loro un ruolo di maggior rilievo. “Nel Biellese si ha ora un solo istituto professionale, la Tecnica Schiaparelli di Biella, che ha sede assie me alla scuola di avviamento […]. Con la riforma, la Tecnica Schiaparelli, anziché costituire solo la continuazione dell’avviamento, diverrebbe il nucleo principale, e potrebbe istituire sedi staccate in altri centri del Biellese dove avrebbe sotto la propria giurisdizione le locali scuole di avviamento” (come quelle autonome di Valle Mosso e Trivero). Un cambio di prospettiva non indifferente. Ma per l’anno scolastico 1959-1960 tutto rimase come pri ma. Tuttavia, il cambio di passo era nell’aria. Finalmente, nell’estate del 1960, si arrivò al traguardo. “Col prossimo anno scolastico avrà inizio in Biella l’Istituto Professionale di Stato per l’industria e l’artigianato: esso è il nuovo organismo scolastico creato per risolvere su basi concrete il complesso problema dell’istruzione professionale in Italia e sostituisce la vecchia Scuola Tecnica Industriale. Rispetto a quest’ultima l’Istituto in parola, che è triennale e fa parte delle scuole medie di secondo grado, mira ad una più estesa preparazione tecnologica e pratica e svolge dei programmi più aderenti alle necessità della attività produttiva locale. In Biella il nuovo Istituto sarà formato da tre specializzazioni il cui fine è quello di preparare rispettivamente all’attività tessile, meccanica ed elettrica. In quest’ultima specializzazione troverà largo posto anche la radiotecnica. Chi lo volesse dopo aver conseguito la licenza dell’Istituto in parola, può continuare gli studi iscrivendosi, previo esame, al terzo anno dell’Istituto Tecnico Industriale di pari indirizzo. Per l’iscrizione alla prima classe dell’Istituto Professionale necessita la licenza di scuola Media o di Avviamento professionale di qualsiasi tipo. Le tasse scolastiche per la iscrizione alla prima classe possono essere pagate in due rate e sono le seguenti: immatricolazione L. 1.500; frequenza L. 4.800; contributi di laboratorio e consumo materiale L. 1.000. Totale lire 7.300. Per ogni altra informazione e per l’iscrizione rivolgersi alla Segreteria dell’Istituto Professionale, in piazza Martiri della Libertà”. In sintesi, una scuola davvero nuova. Tre anni finalizzati a una formazione aggiornata e di livello. L’anno seguente era già ora di bilanci, e i dati erano confortanti, specialmente se analizzati in un contesto occupazionale che ricorda molto quello attuale. Da “il Biellese” del 12 settembre 1961: “È noto a tutti il grave problema della manodopera qualificata, di cui nella nostra industria si sente moltissimo la mancanza. Il progresso tecnico richiede sempre nuovi specialisti, che devono essere preparali attraverso le scuole tecniche, secondo criteri moderni ed aderenti alle necessità. A Biella, una scuo la veramente funzionale sotto questo aspetto è certamente l’Istituto di Stato per l’Industria e l’Artigianato «G. Schiaparelli» che ha sede in piazza Martiri della Libertà (da non confondersi con lo Avviamento Schiapparelli). Al suo se condo anno di vita, l’istituto è già con venientemente attrezzato e dotato di personale insegnante altamente qualificato”. In verità la scuola funzionava da un anno soltanto e il secondo anno era quello in avvio, ma poco importa. Naturalmente, già in quell’anno scolastico 1961-1962 all’IPSIA “G. Schiaparelli” si tenevano corsi serali annuali e bien nali di qualificazione per elettricisti. Si potevano iscrivere i maggiori di quattordici anni in possesso della licenza elementare. Galileo Ferraris venne a reclamare la sua giusta celebrazione nell’estate del 1963. Il 19 luglio, mentre si distribuivano i premi per l’annata appena conclusa (il migliore degli elettricisti risultò il diciassettenne Pier Giorgio Bassoli di Biella), fu data comunicazione che all’inizio delle lezioni dell’annata successiva la scuola avrebbe assunto la sua nuova denominazione. Lo annunciarono il presidente del consiglio di amministrazione dell’Istituto, il Cav. del lavoro Ludovico Cartotti, il dott. Beppe Valetto dell’Unione Industriale, il dott. ing. Francesco Amodeo, direttore dell’Istituto e il comm. Beppe Mongilardi. Era tempo di distinguersi. Anche in ragione delle caratteristiche dell’istituto professionale statale, “un organismo scolastico creato, in analogia a quanto fatto nelle nazioni industrialmente più progredite, per risolvere su basi concrete e razionali il complesso problema dell’Istruzione professionale in Italia”. L’obiettivo era quello di “dare all’allievo una estesa preparazione tecnologica e pratica per la sua futura attività professionale, adattando i programmi alle esigenze dell’attività produttiva locale”. L’aspetto della contestualizzazione territoriale non è marginale e aveva il doppio vantaggio, se correttamente perseguito, di offrire ai nuovi artigiani, inclusi gli elettricisti, l’opportunità di lavorare e di vivere a Biella e nel Biellese, provando a diminuire drasticamente la fuga da un contesto socio-economico che, per quanto industrializzato e ricco, poteva non accogliere tutti, obbligando molti ad abbandonarlo. Questo era un fenomeno che si conosceva bene e anche in ambito scolastico il problema della fuga dei cervelli buoni e delle mani buone risaliva già alla fine dell’Ottocento e alle doglianze del consigliere Casalini. I tecnici formati a Biella lasciavano Biella. Forse con un vero mestiere in mano si poteva invertire la tendenza. “Per queste ragioni le materie d’insegnamento, oltre alla Religione, Cultura Generale, Educazione Civica, Matematica, Fisica e Contabilità Aziendale, sono di stretta pertinenza delle varie specializzazioni: e le esercitazioni pratiche, il cui orario va dalle 13 alle 25 ore settimanali, si svolgono in laboratori modernamente attrezzati e organizzati. L’Istituto professionale di Stato di Biella comprende le seguenti tre scuole di qualifica: aiuto assistente tessitura; congegnatore meccanico; ed elettricista installatore in bassa tensione”. Nella vita lavorativa, assimilata a una esperienza bellica, “come le scuole Tecniche industriali, l’università e i successivi corsi di specializzazione e di aggiornamento sono destinati a formare i quadri direttivi veri e propri dell’industria, l’Istituto professionale «Galileo Ferraris» è destinato a creare i «sergenti» dell’Industria, cioè coloro cui spette ranno funzioni direttive di secondo grado ma cionondimeno eccezionalmente importanti: tant’è che il numero di licenziati dall’Istituto Professionale di Biella è sufficiente a coprire il fabbisogno dell’industria. Non uno di questi ragazzi aspetta un solo giorno prima di trova re un lavoro sicuro e ben rimunerato”. Parole impegnative, ma pronunciate con evidente cognizione di causa.