località
Alpe Noveis
Lasciando il paese di Coggiola saliamo la piacevole stradina che porta all'Alpe di Noveis, luogo panoramico adatto per escursioni a piedi. Un tempo rinomato luogo turistico (chiamato "La piccola Svizzera del Biellese), oggi, che di turisti se ne contano pochi, resta un luogo affascinante.
La presenza degli alpeggi e la naturale bellezza del luogo favorì, all'inizio del XX secolo, la salita dai paesi di numerose comitive per una piacevole occasione di incontro. Molti alpigiani offrivano, oltre ai loro prodotti, la possibilità di ristoro e di alloggio. Nasce in questo modo la vocazione turistica di Noveis. In quegli anni venne aperto il primo albergo, chiamato "del Belvedere" e poco dopo un altro detto "del Cornabecco". A Noveis Basso, nella bella conca che guarda a Caprile, vennero realizzati negli stessi anni due piccoli laghetti, con tanto di barchetta, e un'osteria detta "del lago". L'iniziativa più importante, voluta dagli industriali Fila di Coggiola all'inizio degli anni '20, fu l'albergo "Monte Barone", situato poche decine di metri a valle di questo punto. Costruito con lo stile degli "chalet" turistici del tempo utilizzando legno e ferro, dotato di ampie vetrate panoramiche, diventò ben presto il punto di riferimento del turismo a Noveis. Venne bruciato e distrutto nel 1944, nel corso della guerra partigiana e ora ne rimangono solo i ruderi soffocati dalla vegetazione.
La seconda guerra mondiale segnò la fine della "stagione turistica d'oro" della piccola Svizzera del Biellese. Gli alberghi aprivano battenti d'estate, ma le schiere di allegri frequentatori vennero chiamati ad altri più seri impegni. La guerra, quella vera, restò lontana e vi giunse solo nel 1944 con l'avvento della Resistenza. La posizione strategica dell'altopiano favorì l'insediamento di alcune formazioni partigiane, con un distaccamento della 50° Brigata e di un reparto del Battaglione "Creola". Il 20 luglio 1944, nel corso di una offensiva nazifascista, il distaccamento venne accerchiato ed i partigiani, numericamente inferiori e male armati, resistettero solo alcune ore prima di ritirarsi verso il Monte Barone, da dove riuscirono a sfuggire all'assedio. Durante la battaglia, sette giovani partigiani vennero catturati e fuciati in questo luogo. Il monumento è stato eretto a loro perenne ricordo
La presenza degli alpeggi e la naturale bellezza del luogo favorì, all'inizio del XX secolo, la salita dai paesi di numerose comitive per una piacevole occasione di incontro. Molti alpigiani offrivano, oltre ai loro prodotti, la possibilità di ristoro e di alloggio. Nasce in questo modo la vocazione turistica di Noveis. In quegli anni venne aperto il primo albergo, chiamato "del Belvedere" e poco dopo un altro detto "del Cornabecco". A Noveis Basso, nella bella conca che guarda a Caprile, vennero realizzati negli stessi anni due piccoli laghetti, con tanto di barchetta, e un'osteria detta "del lago". L'iniziativa più importante, voluta dagli industriali Fila di Coggiola all'inizio degli anni '20, fu l'albergo "Monte Barone", situato poche decine di metri a valle di questo punto. Costruito con lo stile degli "chalet" turistici del tempo utilizzando legno e ferro, dotato di ampie vetrate panoramiche, diventò ben presto il punto di riferimento del turismo a Noveis. Venne bruciato e distrutto nel 1944, nel corso della guerra partigiana e ora ne rimangono solo i ruderi soffocati dalla vegetazione.
La seconda guerra mondiale segnò la fine della "stagione turistica d'oro" della piccola Svizzera del Biellese. Gli alberghi aprivano battenti d'estate, ma le schiere di allegri frequentatori vennero chiamati ad altri più seri impegni. La guerra, quella vera, restò lontana e vi giunse solo nel 1944 con l'avvento della Resistenza. La posizione strategica dell'altopiano favorì l'insediamento di alcune formazioni partigiane, con un distaccamento della 50° Brigata e di un reparto del Battaglione "Creola". Il 20 luglio 1944, nel corso di una offensiva nazifascista, il distaccamento venne accerchiato ed i partigiani, numericamente inferiori e male armati, resistettero solo alcune ore prima di ritirarsi verso il Monte Barone, da dove riuscirono a sfuggire all'assedio. Durante la battaglia, sette giovani partigiani vennero catturati e fuciati in questo luogo. Il monumento è stato eretto a loro perenne ricordo