Architettura e Paesaggio
Centrale elettrica SAEAI Società Anonima Elettricità Alta Italia (poi ENEL, infine Terna S.p.A) [ARCHITETTURA]
- Tipologia
- Tipologia edificio:
- stabilimento produttivo
- Tipologia specifica edificio:
- centrale elettrica
- Notizie storiche
- Descrizione:
- "Allora, non tutti sanno che Viverone detiene un primato nazionale. Sul suo territorio, infatti, fu costruito il primo impianto idroelettrico in Italia a utilizzare il “riciclaggio” dell’acqua. Con una struttura di pompe e di condotte forzate che connettevano il lago di Viverone con quello di Bertignano, si poteva sfruttare la differenza di quota tra i due bacini, ovvero il “salto d’ac - qua” di circa 150 metri capace di far girare le turbine. Di notte un potente sistema di pompaggio da 2000 cavalli, fabbricato dalle Officine Riva di Milano (i tecnici della Riva incaricati dell’esecuzione delle opere, gli ingegneri Buchi e Ratti, si erano formati a Biella, il primo al Liceo e il secondo alla Scuola Professionale), pescava l’acqua dal lago di Viverone e la rimandava a monte. Di giorno la stessa acqua defluiva dal lago di Bertignano producendo elettricità. La centrale, le tubazioni (del diametro di circa 1,5 metri) e la “torre di carico alta ben 40 m. e costrutta in lamiera metallica”, ancora oggi visibile sul profilo delle colline alle spalle del lago, furono realizzati dalla SAEAI Società Anonima Elettricità Alta Italia (nata a Torino nel 1897 e poi acquisita dall’Enel negli anni Sessanta, durante il processo di nazionalizzazione dell’energia elettrica), ma la pensata geniale di usare il laghetto di Bertignano come invaso di accumulo va ricondotta, a quanto pare, al professor Pietro Zublena. Nel 1912 la centrale era pronta (tra l’altro lo svuotamento del lago “superiore” in regime di test funzionali portò alla scoperta della prima canoa o piroga di Bertignano), ma si attendeva il collaudo che avvenne tra il 20 e il 21 settembre del 1913. Pietro Zublena assistette ovviamente alle prove e, chiamando testimoni gli eletti spiriti elettromagnetici delle italiche buonanime di Alessandro Volta, Galileo Ferraris e Antonio Pacinotti, si stupì di quanto il grande motore fosse tutto sommato silenzioso (usò, però, per rendere l’idea anche “rombo” e “tonante” pronta (tra l’altro lo svuotamento del lago “superiore” in regime di test funzionali portò alla scoperta della prima canoa o piroga di Bertignano), ma si attendeva il collaudo che avvenne tra il 20 e il 21 settembre del 1913. Pietro Zublena assistette ovviamente alle prove e, chiamando testimoni gli eletti spiriti elettromagnetici delle italiche buonanime di Alessandro Volta, Galileo Ferraris e Antonio Pacinotti, si stupì di quanto il grande motore fosse tutto sommato silenzioso (usò, però, per rendere l’idea anche “rombo” e “tonante”). L’erudito cronista volle pure sottolineare, con compiaciuto e manifesto amor patrio, che le valutazioni tecniche di quei giorni settembrini di un secolo fa, avevano sancito una bella vittoria per l’industria italiana facendo preferire le pompe rotative Riva a quelle proposte dalla elvetica Sulzer di Winterthur, che promettevano un rendimento superiore a quello in effetti riscontrato in sede di prova, mentre quelle italiane superavano di ben tre punti il 74% indicato nel preventivo di fornitura. La “officina elettrica” di Viverone rimase in esercizio fino agli anni Cinquanta, ma le tracce di quella fabbrica idrolelettrica, oltre al torrione metallico, si possono ancora notare, a partire dalla centrale sulla sponda del lago (oggi centro di addestramento della società elettrica Terna)".
[da Danilo Craveia, Cent’anni fa a Viverone: storia di energia e alborelle, in "Eco di Biella" del 5 ottobre 2013]
Immagini della centrale di Viverone si trovano nell'Archivio Storico della Biblioteca Civica di Biella
- Link esterni
- Wikipedia
- Terna