Architettura e Paesaggio
San Sebastiano (ex convento) [ARCHITETTURA]
- Chiostro di San Sebastiano (alternativo)
- Museo del Territorio Biellese (alternativo)
- Notizie storiche
- Descrizione:
- La scuola per l'avanzamento delle arti, dei mestieri e dell'agricoltura, il Regio Istituto Tecnico Industriale e l'ITIS "Q. Sella"
Nel 1838 alcuni cittadini biellesi chiesero al re Carlo Alberto l’approvazione di fondare una società avente lo scopo di “provvedere per gradi al fomento delle arti, dell’agricoltura, chiamando la scienza in suo aiuto e valendosi di tutti quei mezzi che la protezione del governo ed il concorso dei privati le concederanno di impiegare”. Il 3 gennaio 1839 nella cappella del collegio di San Francesco venne inaugurata la “Società Biellese per l’avanzamento delle arti, dei mestieri e dell’agricoltura” con un discorso del presidente e vescovo di Biella Giovanni Pietro Losana, che mantenne l’incarico fino alla morte; la sede della società venne collocata in un locale presso San Sebastiano, mentre le assemblee generali venivano effettuate nella cappella del collegio di San Francesco.
Gli obiettivi della Società non erano in linea con quelli delle altre accademie italiane, legate all’apprendimento dei classici, a discussioni sulla storia e sulla filosofia o sulla bellezza delle arti. Le materie insegnate nella scuola inizialmente erano quelle utili a muratori, contadini o apprendisti operai come meccanica, disegno di ornato, aritmetica, geometria, taglio delle pietre; solo più tardi si sarebbero aggiunte prima la lingua italiana, poco conosciuta, e calligrafia, poi l’agronomia, l’edilizia e le arti tessili. Gli studenti rimanevano a Biella durante l’inverno per portare avanti gli studi, mentre emigravano all’inizio della primavera per lavorare come selciatori, riquadratori e muratori; primo direttore della nuova scuola fu l’ingegnere Severino Grattoni che qui insegnò tra il 1838 e il 1842 come ricorda una epigrafe conservata presso l’Istituto Tecnico Industriale di Biella.
Monsignor Losana chiamò illustri personaggi all’interno della Società: Amedeo Avogrado di Quaregna, professore di fisica, nominato vicepresidente; Bernardino Drovetti, generale napoleonico, egittologo ed archeologo, al quale si deve la donazione che porterà alla nascita del Museo egizio di Torino; Carlo Bernardo Mosca, maestro di architettura, ingegneria e urbanistica; il marchese Carlo Ferrero della Marmora.
La Società Biellese per le arti, i mestieri e l’agricoltura portò alla fondazione delle scuole tecniche “superiori” di Biella nel 1838 e delle scuole agricole nel podere sperimentale del castello del Torrione di Sandigliano nel 1841. Dall’esperienza didattica delle scuole tecniche, sempre nei locali dell'ex convento di San Sebastiano, nacque nel 1869 il Regio Istituto Tecnico Industriale “Quintino Sella” di Biella . Il 27 ottobre 1869 con la firma del commendatore Minghetti, ministro dell’agricoltura e del commercio, venne ufficialmente decretata la nascita della scuola professionale presso la Società: prende vita l’Istituto Tecnico Industriale, conosciuto oggi come ITI; inaugurato il 27 dicembre 1870 porterà, secondo l’ingegnere Bernardo Mosca, ad un celere progresso scientifico e quindi pratico delle arti agricole e industriali. Losana era convinto che la nuova istituzione scolastica avrebbe mantenuto lo stesso carattere, senza modificare la “missione d’amore e di beneficenza, che da più di trent’anni si assunse e con ammirabile costanza sostiene”; il presidente Losana e il direttore Riccardi non avrebbero mai perso il diritto di intervenire alle sedute dei consigli scolastici delle future scuole professionali, potevano fare delle proposte ma non avrebbero mai avuto il diritto di voto. Il vescovo non riuscì a vedere la stretta analogia degli insegnamenti e dei principi che intercorreva tra le scuole tecniche della Società e l’Istituto Tecnico poiché la morte lo colse nel 1873.
Le aule, allestite in alcuni locali appartenenti al complesso dell’ex convento di San Sebastiano (ora sede del Museo del Territorio Biellese), erano assiduamente frequentate, soprattutto durante l’inverno, da giovani artigiani o apprendisti della Provincia, che rimanevano a Biella per studiare disegno, geometria, chimica, meccanica e altre discipline; poi, nella bella stagione, spendevano le loro competenze sul territorio biellese o anche molto lontano da esso…
I fondi erano, tuttavia, insufficienti per consentire di soddisfare le richieste di tanti studenti-operai desiderosi di apprendere: grazie, quindi, al patrocinio di Quintino Sella, consapevole che “una popolazione ammaestrata produce di più e meglio che una popolazione ignorante”, e all’intervento del ministro di Agricoltura, Industria e Commercio, Marco Minghetti, venne istituita la nuova Regia Scuola Professionale, con un decreto firmato il 27 ottobre 1869. Il Governo, il Comune di Biella, la Provincia di Novara, l’Ospedale di Carità e la Camera di Commercio di Torino concorrevano alle spese annuali dell’istituzione, la quale era così in grado di accogliere “gli operai che, essendo già forniti delle cognizioni che nelle scuole elementari si insegnano, intendono applicarsi alle arti meccaniche, chimiche, tessili e muratorie” (Art. 1 del Regio Decreto).
Negli anni successivi la Scuola fu ampliata e riordinata con il Regio Decreto del 23 settembre 1879; i risultati ottenuti furono messi in rilievo non solo dalla stampa locale, ma addirittura da un’inchiesta inglese del 1881 sull’istruzione tecnica del continente: Biella, definita “la Manchester d’Italia”, poteva competere con la grande industria europea anche grazie all’efficienza delle sue scuole!
Nei decenni a cavallo dei due secoli la domanda di istruzione e di perfezionamento crebbe costantemente: a tale esigenze, nel 1911 rispose, con generosità e lungimiranza, Felice Piacenza, che permise agli allievi della Scuola professionale di avvalersi di esercitazioni partiche di filatura, tessitura, tintoria e rifinitura, nei nuovi laboratori realizzati all’interno del fabbricato del Lanificio Scuola "Felice Piacenza", la cui bella facciata risalta ancora oggi su piazza Lamarmora.
Dopo le drammatiche difficoltà determinate dalla Grande guerra (gli studenti caduti nei due conflitti mondiali sono ricordati in due lapidi situate nell’atrio della sede centrale), la Scuola fu nuovamente riordinata e, con Decreto Luogotenenziale del febbraio 1918, assunse il nome di Regio Istituto Professionale “Q. Sella” con le sezioni tessili, meccaniche ed edili; nel 1922 fu ordinata come Scuola Industriale di III grado e diventò Regio Istituto Industriale “Q. Sella”; altri decreti, nel ’22 e nel ‘26, sancirono, su pressione degli industriali biellesi, l’ingresso dei chimici. Dal 1° ottobre 1933, il Regio Istituto fu, infine, trasformato in Regio Istituto Tecnico Industriale, comprendente un corso superiore quadriennale e un corso preparatorio di un anno per i licenziati delle Scuole di Avviamento professionale, con specializzazioni finalizzate alla preparazione di periti meccanici-elettricisti (solo nel ’36 sarà istituita la sezione elettrotecnica), tessili tintori, edili, chimici.
Un’istituzione di questa rilevanza necessitava ormai di una più adeguata collocazione: il 20 ottobre 1936, precisamente alle ore 10 si inaugurò la moderna e razionale sede dell’Istituto sul terreno della Marucca, costruita grazie ai fondi dell’Istituto stesso, al Comune e alle consistenti donazioni degli imprenditori biellesi.