Nel tratto più panoramico del promontorio naturale che domina la sponda destra del Cervo furono costruite negli anni ‘20 quattro ville per altrettanti componenti della famiglia Rivetti. I facoltosi imprenditori lanieri acquistarono circa due ettari di terreni per realizzarvi un sistema di sfarzose residenze, completando così la “presa di possesso” territoriale entro i confini della città, cominciata con il trasferimento delle proprie industrie dalla Valle di Mosso. La villa, realizzata tra il 1924 e il 1929 da Oreste Rivetti, poi nominato Conte di Val Cervo da Mussolini nel 1941, è in stile neo-rinascimentale toscano, ma sembra possibile poter cogliere, dalla lettura dei prospetti e della stereometria dell’edificio, una certa adesione ai principi del primo razionalismo italiano. Sembra plausibile, infatti, dalle testimonianze raccolte e dall’analisi dei disegni d’archivio, che autore dell’intero progetto, e non solo di alcuni interventi “minori” di arredo interno come fino ad oggi sostenuto, sia proprio l’architetto razionalista Giuseppe Pagano. Se così fosse, questo sarebbe il suo primo incarico a Biella, antecedente a quelli più noti ricevuti da Riccardo Gualino a Torino. L’impianto della villa si regge in modo simmetrico e monumentale su due assi ortogonali. Le facciate sono scandite dall’uso alternato della pietra d’Istria (basamento e marcapiani) e del laterizio rosso, proveniente da una fornace di proprietà dei Rivetti, appositamente acquisita prima della realizzazione delle imponenti ville. Tutti i giardini del complesso residenziale sono a firma di Giuseppe Roda.
tratto dal catalogo della mostra Identità di pietra. Architettura del '900 a Biella, Biella 2011