Tra il 1922 e l’inizio del secondo conflitto mondiale il partito fascista distribuì sul territorio italiano e coloniale più di 11.000 Case del Fascio che divennero, per la diffusione capillare e per le funzioni svolte, fulcro della vita sociale delle comunità: oltre che emanazione diretta del partito erano anche centri di aggregazione ricreativa, culturale ed assistenziale. A Biella la Casa del Fascio, poi sede di uffici dell’Agenzia del Territorio, venne costruita in via Amendola all’angolo con via Pietro Micca con progetto del 1929: al piano terreno erano sedi di partito e dei sindacati; al primo sale da gioco e ricreative.
L’edificio riprende temi della tradizione storica, ma rielaborati in un linguaggio più essenziale; la facciata principale ha composizione simmetrica con corpo centrale più alto segnato dai due ingressi e al primo piano da tre arcate corrispondenti, all’interno, ad un salone di rappresentanza, ora modificato, il cui pavimento era decorato con i simboli della svastica. Autori del progetto sono i vercellesi Paolo Verzone e Giuseppe Rosso.
tratto dal catalogo della mostra Identità di pietra. Architettura del '900 a Biella, Biella 2011