Il 20 ottobre 1936 il cavalier Romolo Buratti, consigliere di Amministrazione del Regio Istituto Tecnico Industriale Quintino Sella, e il commendator ingegner Ramiro Morucci rilevarono in consegna la nuova sede della scuola, costruita dall’Amministrazione Comunale su di un lotto di oltre diecimila metri quadrati, sito all’angolo tra le vie Rosselli e Ivrea, in una zona del quartiere Vernato all’epoca ancora poco edificata. L’edificio costituiva un’emergenza architettonica nel paesaggio circostante, anche in virtù della sua mole: due lunghi bracci a tre piani fuori terra che si dipartono simmetricamente da un avancorpo più alto e con portico al piano terreno sostenuto da colonne, corrispondente all’atrio di ingresso, attestato su via Rosselli. Troviamo quindi un richiamo alla tradizione nella partitura della facciata principale ed una ricerca di monumentalità che si coniuga tuttavia a linee sobrie ed essenziali con accenni al “moderno” nella curvatura dei blocchi angolari che seguono la forma del lotto. Autore del progetto è l’ing. Cornelio Grossi, all’epoca direttore dell’Ufficio Tecnico Comunale. Le origini dell’istituzione risalgono al 1838, quando nacque per iniziativa di Mons.Losana come Scuola di Incoraggiamento delle Arti e Mestieri, divenuta nel 1869, col patrocinio di Quintino Sella, Regia Scuola Professionale. Ebbe primigenia sede presso il chiostro di San Sebastiano a cui venne annesso nel 1911 il Lanificio Scuola Piacenza, di cui si è già scritto. Una curiosità: fino al 1958, di fronte alla scuola era il passaggio a livello della ferrovia Biella-Santhià, la cui tratta si snodava lungo l’attuale via Lamarmora a partire dalla stazione sita di fronte ai giardini Zumaglini.
tratto dal catalogo della mostra Identità di pietra. Architettura del '900 a Biella, Biella 2011