Il 1935 segna la costruzione del nuovo Stadio Comunale. Rispetto all’inserimento puntuale all’interno della maglia urbana esistente di altri edifici della stessa epoca, lo stadio Lamarmora si trova attestato al viale Macallè, lungo l’asse generato dalla piazza della nuova stazione ferroviaria Biella-Novara, nella nuova area di espansione a sud della città.
L’edificio venne inaugurato il 17 giugno del 1936 in occasione del centenario di fondazione del corpo dei Bersaglieri. L’architettura dell’impianto sportivo si caratterizza per il suo rigore formale che rifiuta ogni forma di “decorazione”. In pratica è “struttura pura”, che si offre alla vista con la sola “pelle” del rivestimento in intonaco cementizio. Notevole lo sbalzo dell’ampia pensilina che copre parte delle gradinate, con la sua forma che evoca una serie di canali affiancati in calcestruzzo.
Le biglietterie speculari ai lati dell’ingresso si presentano curve, forate dai piccoli sportelli vetrati per la distribuzione dei biglietti. Le due aquile posate sui pilastri dell’ingresso originariamente si trovavano in analoga posizione sul piazzale della stazione della Biella-Novara. I progettisti sono l’Arch. Ing. Aldo Vannacci (anche impresario vincitore del concorso-appalto), l’Ing. Aldo Macaluso, l’Arch. Mario Mencarelli. Vannacci si occupò anche della progettazione del campo di atletica e della torre Maratona e delle biglietterie nello stadio di corso Sebastopoli a Torino (Stadio Municipale Benito Mussolini, 1933), insieme all’Arch. Brenno Del Giudice e al Prof. Ing. Gustavo Colonnetti di Graglia. Lo stadio di Torino e di Biella sono stati intitolati a Vittorio Pozzo: biellese, calciatore e cofondatore del Torino FC, squadra in cui militò per cinque stagioni e di cui fu direttore tecnico dal 1912 al 1922.
Lasciò un incarico di dirigente alla Pirelli per assumere quello di C.T. della nazionale italiana, accettandolo a condizione di non essere retribuito.
tratto dal catalogo della mostra Identità di pietra. Architettura del '900 a Biella, Biella 2011