Il complesso dell’ospedale occupa una vasta area a ridosso del centro urbano e comprendente numerosi edifici sorti a partire dal XIX secolo, quando l’istituzione si trasferì dalla sede originaria vicino alla chiesa della SS.Trinità nell’ex-convento di S. Pietro degli Agostiniani, ivi esistente. Il pregevole fabbricato denominato “Monoblocco”, elemento identitario dello skyline della città, attestato lungo la via Caraccio, venne inaugurato da Mussolini il 18 maggio 1939 e progettato dall’ingegnere bolognese Giulio Marcovigi. Esperto in edilizia ospedaliera si occupò anche dell’ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano, del S. Anna di Como, del Bellaria di Bologna, del Policlinico di Bari. Su Il Biellese del 7 maggio 1937 così si legge, a proposito del nuovo ospedale in costruzione: …si erge pur sempre maestoso e sereno nelle sue linee semplici di costruzione razionale. La razionalità si esplica non solo morfologicamente nel ricorso a volumi puri e nella composizione delle facciate, ma anche sotto il profilo distributivo e funzionale: i corpi scala e di servizio sono posti al centro del lungo parallelepipedo, in posizione strategica per l’accesso ai vari reparti, ottimizzando i percorsi interni; le camere di degenza rivolte a sud godono di ampie finestre; il tetto a terrazza, soluzione che rompeva la tradizione locale delle coperture a padiglione, sarebbe dovuto diventare, secondo il progetto originario, un giardino pensile per la convalescenza degli ammalati. Un ultimo accenno alla solidità del manufatto che ha sopportato senza problemi adeguamenti relativi soprattutto all’impiantistica e alla velocità ed efficienza nella costruzione con solo quattro anni di lavori.
tratto dal catalogo della mostra Identità di pietra. Architettura del '900 a Biella, Biella 2011