Il giorno 21 aprile 1938 sull’area dell’ex-biblioteca di via Arnulfo, vengono inaugurati i Bagni Pubblici di Biella. Su progetto dell’Ing. Federico Maggia in collaborazione con l’Ing. Cornelio Grossi, allora direttore dell’Ufficio Tecnico Comunale, trova materializzazione quella che venne definita in seguito un’idea di servizio collettivo che “sa di socialismo senza socialisti” voluta dal regime per offrire servizi educativi anche sul piano igienico. L’edificio si presenta come una delle opere più caratterizzanti del repertorio stilistico di Maggia. Volumi chiaramente definiti rivestiti in lastre di travertino sono giustapposti a porzioni in rosso laterizio, precise corrispondenze tra giunti scandiscono il volume tridimensionale. Sul corpo principale caratterizzato da volumi squadrati si innesta sul retro un corpo snello e smussato che contiene le scale. All’interno rivestimenti in marmo venato alternato a fasce omogenee completano pavimentazioni ed incorniciano le porte di accesso ai servizi. Tutto appare ben disegnato e magistralmente eseguito, quasi che il benessere del fisico dovesse passare attraverso un armonia delle parti che lo circondano.
Tutto ciò non esiste più, in un blitz attuato tra sabato 5 e domenica 6 novembre 1988 l’azione delle ruspe ha raso al suolo l’edificio creando ciò che si rivelerà nel tempo un inutile vuoto urbano, colmato da una manciata di automobili.
tratto dal catalogo della mostra Identità di pietra. Architettura del '900 a Biella, Biella 2011