Dal 1939, con il "Concorso per lo studio di massima del Piano Regolatore della Città", si incominciò a prevedere il risanamento del quartiere Riva, attraverso l’abbattimento degli edifici giudicati insalubri e il tracciamento di nuove strade: tra queste la via Dante Alighieri. Il Piano prevedeva, all’angolo tra le vie Italia e Dante, nuovi lotti edificabili, che già a partire dal 1940 vennero acquistati da facoltose famiglie biellesi. In particolare a volere il fabbricato sul terreno a nord-est del crocevia fu Giacomo Gualino, appartenente a una famiglia di orefici e primo di undici fratelli, tra i quali il finanziere Riccardo. La palazzina fu realizzata dall’impresa Guala e Carpano nel 1942, come indica l’iscrizione sulla soglia dell’androne, su progetto del geometra Giuseppe Mortarini. Il palazzo venne concepito con una manica piuttosto stretta e una enfilade di stanze regolari rivolte verso le vie e coperte da volte ribassate, che consentivano di ridurre l’uso delle armature in ferro, come imposto dalle leggi vigenti in periodo bellico. Le facciate assecondano il perimetro del lotto, rettilineo su via Dante e irregolare su via Italia.
Il piano terreno, che originariamente accoglieva una succursale della Cassa di Risparmio di Biella, è rivestito in travertino, mentre ai piani superiori si alterna l’uso dell’intonaco a quello della litoceramica, tutte finiture coerenti con le imposizioni del Regime sull’uso di materiali autarchici.
Di grande interesse sono le persiane in legno, scorrevoli e a soffietto, rivisitazioni in chiave moderna di quelle della tradizione piemontese.
tratto dal catalogo della mostra Identità di pietra. Architettura del '900 a Biella, Biella 2011