Nella metà degli anni ’50, a seguito della morte del figlio Massimo, avvenuta in un incidente stradale nei pressi di Rogoredo mentre era alla guida della sua Alfa Romeo 1900 SS, la famiglia di Guido Alberto Rivetti decide di fare realizzare e donare alla città di Biella una nuova struttura sportiva al fine di onorarne la memoria. Quindi nel 1958, su progetto dell’Ing. Carlo Ravizza coadiuvato dall’Ing. Franco Bruni, viene inaugurato un modernissimo impianto sportivo che occupava un’area di 14.700 mq e comprendeva oltre alla palestra, due piscine coperte di 11 e 25 metri (sostituite poi da una piscina olimpionica con la ristrutturazione) e una all’aperto di 33 metri con trampolino in c.a. Completavano un grande atrio, gli spogliatoi, la centrale dei macchinari nei sotterranei, il posto di pronto soccorso e uno spazioso bar con vista sulle piscine coperte. All’esterno in un ampio giardino all’inglese si trovano un chiosco bar, circa 100 cabine, un padiglione per le docce e i servizi, una vasca con arenile per i bambini e di fronte alla vasca più grande una tribuna per il pubblico. All’inaugurazione erano presenti l’on. Giuseppe Pella, il piccolo Alberto Rivetti, nipote di Massimo a tagliare il nastro, Clelia Gualino Rivetti e Guido Alberto Rivetti, genitori di Massimo, i fratelli Corrado e Renato.
Le più importanti riviste di architettura dell’epoca diedero ampio risalto alla pregevole realizzazione. In epoca recente a seguito di un intervento di ristrutturazione ed uno successivo di decorazione, si è irrimediabilmente snaturato l’impianto originario.
tratto dal catalogo della mostra Identità di pietra. Architettura del '900 a Biella, Biella 2011