Si tratta di un fabbricato del 1955 progettato dall’Ing. Francesco Agrusti a quarantotto anni, al vertice della carriera. Pur non essendo in realtà un vero fabbricato a torre, (quali i recenti edificati in via Lamarmora), è così che viene percepito osservando la sua sagoma snella dal lato nord della piazza. La piazza Lamarmora, (la piazza “del Bersagliere”) è caratterizzata dal fatto di essere circondata da un tessuto edilizio discontinuo, composto da fabbricati relativamente bassi che ne disegnano lo skyline fino dal primo ‘900. Si distingue a nord la palazzina eclettica dell’ex Lanificio-scuola Piacenza, mentre a sud, diametralmente opposto, si erge e dialoga il palazzo “Mazzini”. Cosa unisce e divide la Palazzina Piacenza dal condominio Mazzini? Entrambi sono rappresentativi di un’architettura severa, di carattere aulico con richiami al rinascimento toscano per la palazzina Piacenza, mentre l’uso a volte originale del travertino, (vedi il rivestimento del piano attico), la pulizia formale delle facciate e il gioco dei rapporti dimensionali infondono un senso di solida monumentalità al palazzo Mazzini.
La prima (Piacenza) guarda però ad un glorioso passato; tra l’altro, solo da pochi decenni l’eclettismo, quello stile architettonico che riprendeva in tutto o in parte modelli architettonici di epoche passate, è stato accettato, se non rivalutato del tutto. Al contrario, il palazzo Mazzini, pur riprendendo stilemi propri del periodo razionalista, rappresenta nel lontano 1955 un edificio “moderno”, con alloggi di pregio, dotati di tutti i comfort allora disponibili.
tratto dal catalogo della mostra Identità di pietra. Architettura del '900 a Biella, Biella 2011