Argomento
Sericoltura (seta)
La seta è un filamento tessile molto pregiato derivato dalla secrezione di un insetto chiamato filugello, cavaliere o semplicemente baco da seta. Il baco da seta più conosciuto è il bombice, larva della falena Bombyx mori, cioè bombice del gelso, appartenente all’ordine dei Lepidotteri e alla famiglia dei Bombicidi.
L’allevamento inizia riponendo i semi dei bachi su pagliericci. Dopo la schiusa, i bachi vengono posti su graticci di vimini, chiamati “bigattiera”, un'armatura di legno con diversi ripiani costituiti da stuoie di canne. A questo punto i bachi vengono coperti bene ed alimentati con foglie di gelso asciutte, fresche, pulite e frantumate.Il primo baco che spunta viene denominato cavallaio. Con la crescita i “cavalieri”, aumentano il loro appetito e crescono rapidamente mangiando foglie di gelso, dapprima sminuzzate poi intere. Per alimentare 6000 bachi sono necessari 100 chilogrammi di foglie di gelso.
Dopo circa una quarantina di giorni dalla schiusa, quattro cambiamenti di pelle e un aumento del peso corporeo di 10000 volte quello originario, i bachi cessano di nutrirsi: è giunto il momento di filare il bozzolo. Si allestisce il "bosco" con ramoscelli secchi intrecciati in modo che i bachi possano salirci sopra e fare il bozzolo attaccandosi ai rametti. I locali vengono opportunamente oscurati ed il baco, per mezzo della filiera, un organo posto sotto la bocca, comincia a filare il bozzolo secernendo un filamento umido che solidifica appena a contatto con l’aria. Appena il bozzolo è completato (circa 4 giorni) viene staccato dal “bosco” e lavorato subito, prima che si verifichi la metamorfosi del baco e la crisalide all'interno si trasformi in farfalla fuoriuscendo e rompendo così il prezioso filamento che per ogni bozzolo è lungo fino a 2000 m.
Soltanto le falene strattamente necessarie alla riproduzione sono fatte sfarfallare. Chiusa dentro il bozzolo la larva si trasforma in crisalide e dopo circa 10 giorni sarà pronta ad uscire una farfalla. Si accoppierà e darà origine a un nuovo ciclo di vita. La falena adulta è solitamente di colore giallo o bianco giallastro, con il corpo tozzo e peloso. Nel corso della sua breve vita (10 giorni) non si nutre e muore subito dopo aver deposto le uova, di colore giallo, che assicura ad una superficie mediante una sostanza gommosa da lei stessa prodotta.
La "trattura".
Una volta raccolti i bozzoli dal bosco inizia la procedura delicata della trattura. E' la fase in cui si dipana il filo dal bozzolo. Per rendere possibile tale operazione, i bozzoli vengono immersi in acqua calda affinché la sericina di cui sono composti si ammorbidisca. Si cercano poi i capifila e se ne fa una rosa; si inizia quindi a tirare (da qui il termine trattura) tenendo ben unito il mazzetto delle bave. Il filo così ottenuto, reso compatto dal reindurimento della sericina, viene avvolto su di un aspo per formare le matasse di seta greggia le quali verranno successivamente appese ad asciugare. Il filamento che si ricava è chiamato seta cruda ed è composto da 48 filamenti singoli. Una volta che i fili delle matasse sono ben asciutti saranno avvolti in rocchetti destinati al torcitoio. Per ottenere un semilavorato consistente si rendono necessarie ulteriori operazioni di incannaggio, (da matassa a rocchetto) di stracannaggio (da rocchetto a rocchetto) con stribbiature per eliminare eventuali impurità, binatura (accoppiamento fili) ed infine torcitura in cui si dà torsione al filamento per renderlo più resistente.
L’allevamento inizia riponendo i semi dei bachi su pagliericci. Dopo la schiusa, i bachi vengono posti su graticci di vimini, chiamati “bigattiera”, un'armatura di legno con diversi ripiani costituiti da stuoie di canne. A questo punto i bachi vengono coperti bene ed alimentati con foglie di gelso asciutte, fresche, pulite e frantumate.Il primo baco che spunta viene denominato cavallaio. Con la crescita i “cavalieri”, aumentano il loro appetito e crescono rapidamente mangiando foglie di gelso, dapprima sminuzzate poi intere. Per alimentare 6000 bachi sono necessari 100 chilogrammi di foglie di gelso.
Dopo circa una quarantina di giorni dalla schiusa, quattro cambiamenti di pelle e un aumento del peso corporeo di 10000 volte quello originario, i bachi cessano di nutrirsi: è giunto il momento di filare il bozzolo. Si allestisce il "bosco" con ramoscelli secchi intrecciati in modo che i bachi possano salirci sopra e fare il bozzolo attaccandosi ai rametti. I locali vengono opportunamente oscurati ed il baco, per mezzo della filiera, un organo posto sotto la bocca, comincia a filare il bozzolo secernendo un filamento umido che solidifica appena a contatto con l’aria. Appena il bozzolo è completato (circa 4 giorni) viene staccato dal “bosco” e lavorato subito, prima che si verifichi la metamorfosi del baco e la crisalide all'interno si trasformi in farfalla fuoriuscendo e rompendo così il prezioso filamento che per ogni bozzolo è lungo fino a 2000 m.
Soltanto le falene strattamente necessarie alla riproduzione sono fatte sfarfallare. Chiusa dentro il bozzolo la larva si trasforma in crisalide e dopo circa 10 giorni sarà pronta ad uscire una farfalla. Si accoppierà e darà origine a un nuovo ciclo di vita. La falena adulta è solitamente di colore giallo o bianco giallastro, con il corpo tozzo e peloso. Nel corso della sua breve vita (10 giorni) non si nutre e muore subito dopo aver deposto le uova, di colore giallo, che assicura ad una superficie mediante una sostanza gommosa da lei stessa prodotta.
La "trattura".
Una volta raccolti i bozzoli dal bosco inizia la procedura delicata della trattura. E' la fase in cui si dipana il filo dal bozzolo. Per rendere possibile tale operazione, i bozzoli vengono immersi in acqua calda affinché la sericina di cui sono composti si ammorbidisca. Si cercano poi i capifila e se ne fa una rosa; si inizia quindi a tirare (da qui il termine trattura) tenendo ben unito il mazzetto delle bave. Il filo così ottenuto, reso compatto dal reindurimento della sericina, viene avvolto su di un aspo per formare le matasse di seta greggia le quali verranno successivamente appese ad asciugare. Il filamento che si ricava è chiamato seta cruda ed è composto da 48 filamenti singoli. Una volta che i fili delle matasse sono ben asciutti saranno avvolti in rocchetti destinati al torcitoio. Per ottenere un semilavorato consistente si rendono necessarie ulteriori operazioni di incannaggio, (da matassa a rocchetto) di stracannaggio (da rocchetto a rocchetto) con stribbiature per eliminare eventuali impurità, binatura (accoppiamento fili) ed infine torcitura in cui si dà torsione al filamento per renderlo più resistente.