Architettura e Paesaggio
Villette dei dirigenti della Gera
- La Gera managers' villas [English version by Della Livorno, find out after the Italian text] (alternativo)
- Tipologia
- Tipologia edificio:
- villaggio operaio
- Tipologia specifica edificio:
- abitazione dirigenti
- Notizie storiche
- Descrizione:
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Leggermente più a monte delle case operaie della Gera, sempre sull’attuale via Poma, sono state costruite due villette, destinate ad accogliere i dirigenti del Cotonificio Poma e le loro famiglie. Alla fine dell'Ottocento esistevano già. Gli alloggi, disposti su due piani, dispongono di cantina, sottotetto, servizi igienici interni e sono circondati da un piccolo giardino recintato. La villetta più a sud, realizzata per essere monofamiliare, era composta da dieci vani, mentre quella più a nord doveva ospitare due nuclei familiari con un paio di stanze in più.
Secondo il modello della “company town”, anche a Miagliano i direttori dello stabilimento, come gli impiegati e gli operai, dovevano risiedere nel villaggio. Ma la gerarchia aziendale non poteva non essere in qualche modo rimarcata anche nelle soluzioni abitative. Il direttore, i vice o i dirigenti di alto livello godevano della prerogativa di una sistemazione migliore, con volumetrie più ampie a disposizione e, soprattutto, una minima, ma significativa “distanza” dagli altri lavoratori. Il vantaggio più rilevante era sicuramente quello della maggiore privacy, a partire dal privilegio di avere i servizi igienici all’interno dell’abitazione e non condivisi con altre famiglie.
Va segnalato che il Cotonificio Poma, soprattutto nell’ultima parte dell’Ottocento, attrasse molti lavoratori stranieri (francesi, inglesi e tedeschi) e, in alcuni casi, anche i dirigenti non avevano natali italiani. Le villette della Gera, per quanto abbastanza spartane, garantivano uno standard minimo di agi in grado di soddisfare i direttori provenienti dall’estero. Una sorta di “ritratto” un po’ oleografico di uno di quei direttori si può scoprire su “L’Eco dell’Industria” del 25 giugno 1876: “A capo e direttore di sì illustre stabilimento vedrai l’egregio signor B., il quale, benché abbia nelle sue vene sangue tutto tedesco, tuttavia possiede un volto simpatico, italiano, e spiega un ingegno dei più fervidi e potenti massime in siffatte industrie e meccanismi, perciò tutti e padrone ed operai (che sono quasi duemila) gli professano amore, rispetto ed ammirazione; essi ne hanno tutta la ragione ed egli ben sel merita, poiché da lui deriva l’ordine, la floridezza e la prosperità di tanto Stabilimento”. L'8 ottobre 1882 lo stesso bisettimanale lodò ancora una volta il direttore del cotonificio: "lo stabilimento di Miagliano e gli altri due sono retti da un direttore unico nel suo genere, che cominciò a fare il lavorante e progredì a poco a poco fino a farsi come è ora, padrone del suo ufficio che egli compie con energia ed oculatezza rare".
La realtà miaglianese non è quindi diversa da altre esperienze analoghe, sebbene le crescenti tensioni sociali potessero consigliare di separare la dirigenza dalle maestranze quando si trovavano al di fuori della fabbrica. Vivere a pochi passi poteva causare problemi per i dirigenti, ovvero mettere i lavoratori in condizione di raggiungerli in qualsiasi momento, direttamente a casa. Gli episodi gravi furono davvero pochi e, in verità, la convivenza fu sempre tranquilla, ma in alcuni frangenti la situazione degenerò. E’ il caso di quanto avvenuto in occasione delle agitazioni del luglio 1888. Su “L’Eco dell’Industria” dell’8 luglio si legge che, dopo le accese discussioni in merito all’applicazione delle multe per i ritardatari, le parti non avevano raggiunto un accordo e “allora gli operai che già giovedì si erano sollevati contro il vice-direttore, dando luogo ad una collutazione in cui questi sarebbe rimasto ferito al capo, si ribellarono nel mattino del successivo giorno contro il Direttore. Le ferite riportate da questo ultimo sono piuttosto gravi, si deve all’energica difesa degli assaliti ed il pronto soccorso prestato dai RR. CC., se non si hanno a deplorare più tristi conseguenze. Si fecero tre arresti, la fabbrica fu momentaneamente chiusa per evitare maggiori disordini; ma poche ore dopo molti operai ripresero il lavoro tranquillamente”.
- Descrizione:
- ENGLISH VERSION:
La Gera managers' villas
Further up the road from the textile workers’ houses of La Gera, also in the present Poma Street, two villas were built to house the Pomas’ cotton mill managers and their families. They were already in place at the end of the 18th century. The flats, arranged on two floors, comprise of a cellar, a loft, indoors sanitary facilities, and they are surrounded by a small fenced garden. The villa built further south, and meant for one family only, consisted of ten rooms, while the one further north was to house two families with a couple more rooms. According to the company town model, even in Miagliano, the factory’s managers along with the office and textile workers had to live in the village. But the company’s hierarchy could not avoid being stressed even as far as the housing solutions were concerned. The manager, the deputy managers or the higher ranking director enjoyed the privilege of a better accommodation with larger spaces at their disposal and, above all, a minimal even if marked, distance from the other workers. The most relevant advantage was certainly given by more privacy, starting from the privilege of having the sanitary facilities indoors all to themselves.
It has got to be pointed out that the Pomas’ cotton mill, especially towards the last part of the 18th century, attracted a lot of foreign workers (French, English and German people) and, in some cases, even the managers were not Italian natives. The Gera villas, although rather spartan, afforded such a minimum standard of comfort as to be able to meet with the foreign directors’ satisfaction.
An example of semi holographic “portrait” of one of those directors can be found in “L’Eco dell’Industria” newspaper dated 25th June 1876: “At the helm of such a prestigious factory you will meet the respectable Mr B., who, although of German lineage, possesses a nice Italian face, and sports the most fervent of geniuses and powerful principles in such industries and engineering, therefore everyone from the factory owner down to the textile workers (who are almost two thousand) pledge love, respect and admiration to him. They are absolutely right and he well deserves them because the order, the prosperity and the success of this very factory, stem from him”. On the 8th of October 1882 the same twice weekly newspaper yet again commended the cotton mill director: “Miagliano’s factory along with the two others are led by a one-of-a-kind director, who started as a labourer and then slowly progressed into the man he is now, in charge of his own work that he carries out with rare acumen and energy”.