Architettura e Paesaggio
Casa del Popolo di Miagliano [ARCHITETTURA]
- The people's house [English version by Della Livorno, find out after the Italian text] (alternativo)
- Tipologia
- Tipologia edificio:
- villaggio operaio
- Notizie storiche
- Descrizione:
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Dalla prima pagina de “il Biellese” del 30 maggio 1913 si apprende come è sorta la “Casa del Popolo” di Miagliano, edificata appositamente e solennemente inaugurata domenica 1° giugno 1913: "Le Associazioni Cattoliche, cresciute di numero e di vitalità, si trovavano addossale in locali ristretti, insufficienti al loro libero sviluppo. Da tempo e da tutti era sentito il bisogno di ambienti più ampii e più adatti ove ogni singola Società potesse esplicare tutta la propria attività. Questa necessità era sentita maggiormente in occasione delle adunanze generali o di qualche conferenza. Ma dove trovare un locale che corrispondesse alle esigenze delle Società? Bisognava costruirne una. Ma gravi difficoltà si opponevano. Come avere il capitale occorrente? Colla scarsità di area fabbricabile nel centro del paese, dove trovare un terreno adatto?
Due anni or sono [1911, n.d.r.] il Circolo Operaio Cattolico celebrava la festa del suo Protettore S. Giuseppe. I 60 soci del Circolo, dopo le sacre funzioni, si erano raccolti a fraterno banchetto nel corridoio della casa parrocchiale parato a festa. Nei brindisi, un socio lanciò l’idea da tanto tempo accarezzata: Facciamoci una casa! D. Canova raccolse l’invito e disse: Vi assicuro che fra due anni la casa sarà fatta, ad una sola condizione: che tutti voi fin d’ora vi iscriviate alla Cassa operaia e risparmiate…”.
La “Cassa operaia” citata da don Giovanni Canova era quella istituita dal Cotonificio Fratelli Poma fu Pietro fin dal 1869 per i propri dipendenti, sotto il nome di “Cassa mutua di deposito”.
La proposta venne accolta con entusiasmo; e da quel giorno cominciò una nobile gara tra i soci a fare sacrifizi e a mettere in serbo qualche lira al mese. Col risparmio si era provveduto in parte alla parte finanziaria. La Commissione nominata per la costruzione della «Casa del Popolo» con felice veduta e accortezza seppe acquistare una delle più belle e sane posizioni di Miagliano, con annesso un bel giardino”.
Per dare il via al cantiere di costruzione dello stabile sorto a ridosso della attuale piazza Dante Alighieri (all’innesto di via Alessandro Volta) si rese necessaria la costituzione di un ente giuridico ad hoc, ossia la “Unione Miaglianese”. Non avrebbe potuto, infatti, il semplice Circolo Operaio Cattolico nato in seno alla parrocchia di Sant’Alessio di Miagliano accollarsi l’onere di erigere lo stabile. Inoltre era quella la migliore occasione per costituire la “alternativa” cattolica al sodalizio di ispirazione socialista nato nel 1872.
Di norma è la nascita di un’esperienza condivisa produce il bisogno di una sede, ma nel caso di Miagliano si assistette, se non a uno sviluppo contrario, senz’altro a una duplice azione concomitante:
“Il 21 aprile 1912 veniva costituita con atto del notaio Evasio Buscaglia, approvata poi dal tribunale di Biella li 10 maggio di detto anno, l’Unione Miaglianese, società anonima cooperativa per il bene religioso, economico e morale del popolo, per azioni a capitale illimitato, che nel suo primo articolo ha per iscopo la costruzione della Casa del Popolo a vantaggio delle Associazioni Cattoliche Miaglianesi”. Il fatto che le “associazioni” di Miagliano fossero indicate al plurale indica, se non altro, almeno quella maschile e quella femminile (di quest’ultima, nata nel 1910, fu inaugurata quel giorno la bandiera).
Inizialmente gli azionisti furono 46, con un capitale versato di circa 10.000 lire. Dopo due anni erano saliti a 75 e le azioni costituivano un capitale di 22.000 lire.
L’edificio, cui successivamente fu addossato il prolungamento verso ovest, si presentava isolato, con il giardino sul fianco occidentale e fu definito “un vero gioiello” che “si eleva su una base di circa 150 metri quadrati, fu costrutto dagli imprenditori Sereno Felice e Forgnone Luigi di S. Giuseppe di Casto, su disegno di quest’ultimo, il quale, oltre ad essere un abile ed esperto costruttore, seppe segnalarsi buon architetto e farsi veramente onore. La Casa si innalza a due piani, oltre il piano terreno, con cantine, sale di ritrovo e d’amministrazione, con ampio salone per adunanze, teatrino, ecc. In essa le nostre Associazioni Cattoliche potranno respirare ed esplicare quanta attività può dare il loro entusiasmo per il santo ideale della ristorazione sociale cristiana”.
Lo stesso bisettimanale cattolico diocesano, nel numero di martedì 3 giugno 1913, pubblicò la cronaca della grande giornata miaglianese che celebrava anche la “VIIa Festa federale delle Associazioni Cattoliche” biellesi:
“L’Inaugurazione della Casa del Popolo. Sorge la bella Casa nel contro del paese: elegante, ampia per il paese, con arte ed avvedutezza disegnata e costrutta, con esteso cortile cinto da muro verso ovest, piena di aria e luce dai quattro lati, essa s'impone all’ammirazione dei venuti da ogni parte del Biellese, che non si saziano di salire e scendere per vederne ogni particolarità. Un acre odor di calca ne dice la freschezza dell'opera e la febbrile rapidità dell'ultima preparazione. Sventolano su i frequenti balconi bandiere tricolori. Mentre il pubblico ne gremisce ogni parte e le vicinanze, nell'ampio salone del primo piano Monsignor Pietro Norza impartisce la rituale benedizione. Assistono come padrino e madrina della Casa del Popolo due umili popolani: Boglietti Francesco, contadino, e Re Maddalena ved. Falcone, tessitrice. Sono presenti l'illustre Conte Della Torre, il Sindaco di Miagliano cav. Pietro Bruna, il R. Conciliatore assessore Gio. B. Gallione, il segretario maestro comunale Daniele Chiei, ecc. Compiuto il breve rito sacro, il padrino con parola commossa disse: «Permettete, o illustri signori a gentili signore, che io come padrino e membro del Consiglio d’Amministrazione mandi un fervido ringraziamento ed un caldo saluto a tutti. Ringrazio prima di tutto i miei cari consoci che hanno voluto scegliere noi padrino e madrina dalla bella Casa del Popolo, che oggi troviamo più bella perché benedetta da Dio e visitata da tanti cari amici, che sarà d’ora innanzi la sede delle nostre Società. Ringrazio le illustri autorità che gentilmente hanno voluto onorare la nostra festa. Ringrazio tutti i nostri cari amici vicini e lontani che col loro numeroso intervento ci hanno dimostrato tutto il loro amore e rispetto per la nostra opera. Saluto con entusiasmo questa di