Argomento
Karakul (o caracul)
Si tratta di una pecora originaria del Turkestan (o, comunque, dell'Asia centrale), ed è considerata come una una delle razze più antiche al mondo. È allevata sia per la pelliccia (ottenuta con lo scuoiamento), sia per la lana (ottenuta con la tosa), ma anche per la carne. "La pecora Caracul prende suo nome da Kara kul (lago nero), villaggio all'oriente di Buchara" (La pecora caracul, Istituto Nazionale di Coniglicoltura, Alessandria 1937). Il vello più pregiato è quello degli agnelli, anche e soprattutto in stato fetale o neonatale. Lo sfruttamento delle piccole caracul non prevedeva la tosatura, quindi provocava la morte dell'agnello. Proprio l'impiego della pelliccia degli agnelli ha fatto coniare il nome di "agnello di Persia" per designare le pecore caracul, altrimenti note anche come astracan o breitschwanz.
La pelliccia di karakul, di solito di colore nero, ma anche rosso-bruna e grigia, è riconoscibile per la sua lucentezza e morbidezza, nonché per la caratteristica arricciatura a piccoli boccoli.
Da segnalare la produzione di tessuti "Karakul" del Lanificio Trabaldo Pietro Togna di Pray. Si trattava di "finte pellicce" (vedi inserto pubblicitario sul volume dell'Ormezzano), ossia di tessuti di lana (o misti lana) che, grazie a una particolare operazione di finissaggio, assumevano un aspetto similare a quello della pelliccia di pecora caracul, ovvero un "effetto caracul".
La pelliccia di karakul, di solito di colore nero, ma anche rosso-bruna e grigia, è riconoscibile per la sua lucentezza e morbidezza, nonché per la caratteristica arricciatura a piccoli boccoli.
Da segnalare la produzione di tessuti "Karakul" del Lanificio Trabaldo Pietro Togna di Pray. Si trattava di "finte pellicce" (vedi inserto pubblicitario sul volume dell'Ormezzano), ossia di tessuti di lana (o misti lana) che, grazie a una particolare operazione di finissaggio, assumevano un aspetto similare a quello della pelliccia di pecora caracul, ovvero un "effetto caracul".