Architettura e Paesaggio
Casa delle scuderie [ARCHITETTURA]
- Case nuove (alternativo)
- The stables houses [English version by Della Livorno, find out after the Italian text] (alternativo)
- Tipologia
- Tipologia edificio:
- villaggio operaio
- Tipologia specifica edificio:
- casa operaia
- Notizie storiche
- Descrizione:
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Il primo edificio che sorse per assicurare un'abitazione (anche) per gli operai del Cotonificio Fratelli Poma fu Pietro è stato quello denominato “Casa delle scuderie” (ma per molti ancora oggi si tratta delle "Case nuove") perché originariamente ospitava le scuderie dell'azienda. Convenzionalmente si fa risalire la data di costruzione al 1870, quindi non molto tempo dopo l'avvio dello stabilimento di Miagliano. Ma è plausibile che la progettazione e la sua realizzazione siano di qualche anno successive, ossia verso il 1876-1877.
In ogni caso, questo stabile, per quanto rimaneggiato nel tempo, è da osservare con attenzione e rispetto, perché costituisce sicuramente il primo esempio di edilizia operaia nel Biellese. Questi muri rappresentano un atto di nascita: così come la "Macchina vecchia" di Valle Mosso segnò l'esordio dell'industrializzazione locale e non solo (nel 1817), questo edificio ha inaugurato una nuova dialettica tra "capitale" e "lavoro" in questa zona e non solo.
Giuseppe Mazzini affermò che "una casa dolce e decente dove il fanciullo riceve il bacio della madre·e le carezze del padre è la prima lezione per diventare buoni cittadini". La Storia, forse, lo ha smentito. Forse non è sufficiente una casa "dolce e decente" per dare stabilità alla società attraverso il senso civico, ma un'abitazione decorosa e non troppo lontana dal luogo di lavoro garantiva un livello di vita ben più alto, anche se nel caso delle "Scuderie" di Miagliano gli standard minimi erano quelli di un pionierismo senza troppi punti di riferimento, che doveva inevitabilmente fare di necessità virtù e che non si distanziava di molto dal modello rurale (cui erano comunque abituati gli operai del cotonificio) nel quale uomini e animali condividevano spazi minimi.
Secondo alcune descrizioni dello stabile, composto da due maniche parallele (una terza adibita a tettoia, prossima alla scarpata della Bazzerra, è stata aggiunta in seguito) alla strada per Tollegno che comprendevano tra i loro un lungo cortile (il tutto racchiuso da un muro di cinta). La lettura dei progetti di costruzione conferma, infatti, che la manica edificata sulla strada fosse destinata fin da subito ad accogliere i lavoratori e le loro famiglie in piccoli appartamenti, mentre la struttura parallela, più corta, fosse tutta adibita a scuderia (al piano terreno si contano 18 posti in batteria per i cavalli e al piano superiore, un unico salone tutto aperto, potevano trovare posto il foraggio e altre derrate o materiali da immagazzinare).
Comunque sia, è curioso, ma non stupefacente, notare che, per comprensibili ragioni commerciali e produttive, l'azienda si sia preoccupata prima o, quanto meno, contemporaneamente di dare ricovero ai suoi cavalli (o altri quadrupedi) rispetto ai suoi dipendenti. D'altro canto la necessità di accudire gli animali utili al funzionamento dell'azienda era un principio molto più radicato nella mentalità imprenditoriale dell'epoca di quanto non lo fosse quello dell'assistenza nei confronti dei lavoratori.
In questo senso va evidenziato che l'elaborato progettuale del fabbricato, firmato dall'ingegner Giovanni Pezzia di Torino il 2 aprile 1876, si intitola: "Progetto di scuderia e caseggiati annessi" e non il contrario. La priorità spettava alle bestie... I caseggiati per le maestranze erano solo "annessi".
Le scuderie erano caratterizzate da un doppio ordine di volte ai due piani, una tettoia sul lato ovest della manica più distante dalla strada (tettoia poi ricavata, come detto, lungo il tratto occidentale del muro di cinta all'epoca della riconversione abitativa della manica delle scudere, riconversione avvenuta prima del 1900 e che che ha visto chiudere il fienile e rialzare di un piano l'intero caseggiato) e da un sistema fognario a tombini, probabilmente ad acqua corrente per mantenere pulite le scuderie e per servire gli alloggi, che defluiva verso lo stesso sistema installato sotto la carrozzabile per Tollegno.
Sul volume "Patrimonio edilizio esistente: un passato e un futuro: rassegna di studi, progetti e realizzazioni nel campo del recupero edilizio in Piemonte e in alcune regioni italiane ed estere" (1980) si legge: "L’edificio è piuttosto complesso, strutturato in due nuclei, a due piani fuori terra, realizzato in muratura portante con gli alloggi distribuiti lungo il ballatoio, composti da due o quattro stanze, serviti da una sola scala su cui si affacciano due servizi igienici per ogni piano. Complessivamente sono 28 alloggi, attualmente sono abitati al 20% da pensionati ex dipendenti della Ditta".
Dalla stessa fonte si apprende che "La parte nord dell’edificio era destinata a convitto femminile gestito da suore e ospitava le ragazze nubili immigrate dal Friuli. L’edificio prospiciente il precedente, ad un solo piano fuori terra, costruito in muratura portante, comprende 16 alloggi ciascuno composto da due camere collegate da una scala interna. Questi alloggi sono disposti su due piani con la cantina ricavata dal dislivello tra la scala e il cortile interno.
I bassi fabbricati del cortile originariamente contenevano la latrina, il deposito per la legna e i locali delle docce, destinati sia agli abitanti della “ Casa delle scuderie ” sia agli altri dipendenti della ditta Poma. Attualmente lo stato di conservazione dello stabile è buono, ma nonostante questo è in gran parte disabitato".
L'utilizzo delle "scuderie" si è evoluto nel tempo, ma l'impiego come ricovero per i cavalli non deve essere durato a lungo o, meglio, deve essersi ridimensionato velocemente, sia in funzione dello sviluppo di servizi di carreggio (trasporti) esterni alla ditta Poma, sia in virtù dell'arrivo della ferrovia,(1892) che rendeva meno rilevante la necessità di mantenere in attività una scuderia propria dell'azienda. In questo senso va indicato un articolo apparso su "L'Eco dell'Industria" del 7 aprile 1901 nel quale, nel contesto di una vicenda di cronaca avvenuta tra Miagliano e Tollegno, si fa menzione alle "antiche scuderie Poma" che, forse, erano già state in parte dismesse e trasformate in case operaie a tutti gli effetti. La conferma arriva indirettamente dall'album "Manufacture de coton Fratelli Poma fu Pietro" del 1900 dove le "maisons des Écuries", la "A" e la "B", composte rispettivamente da 32 e 34 vani (più 4 destinati a dormitorio, probabilmente in riferimento al convitto di cui sopra), ospitavano 75 e 134 persone.
- Descrizione:
- ENGLISH VERSION:
The stables houses
The first building that was constructed to provide housing (also) for the Fratelli Poma fu Pietro Cotton Mill’s workers was then the one named “Casa delle Scuderie”, “Stables Houses”, (however, for many people even in the present day they are still known as “Case Nuove” /New Homes), because the building used to house the corporation’s stables. The date of construction is conventionally cited as the year 1870, and thus not long after the opening of Miagliano’s factory. Nevertheless, it is plausible that both its planning and realization may date back to a few years afterwards, namely around 1876-1877.
At any rate, this building, however refurbished it may have been over time, commands both respect and close inspection, because it certainly represents the first example of workers’ housing in the Biellese region. These walls constitute an act of birth: as the “Old Machine” in Valle Mosso marked the beginning of the local industrialization and more (in 1817), so this construction inaugurated a new language between “capital” and “work” and beyond.
Giuseppe Mazzini stated that: “A sweet and decent home where the youngsters receive their mother’s kiss and their father’s caresses is the first lesson to grow into good citizens”. Maybe history has debunked him. Perhaps a “sweet and decent” home is not enough to impart stability through a civic sense, but a respectable house not too far away from the working site ensured a far higher standard of life, although in the case of the Stables Houses the minimum standards matched the ones of a pioneering lifestyle without too many examples, which resorted to turning bare necessities into virtues and that was not not far from the farming model (which the cotton mill workers were, nevertheless accustomed to) inside which both people and animals shared tight spaces.
According to some descriptions, the building was made up of two areas (a third one adapted as a shelter, next to the Bazzerra’s escarp was added in a second time) parallel to the road for Tollegno which included a long courtyard (the whole construction was surrounded by a fencing wall). The building plans literature confirms that, indeed, from the very beginning the area constructed above the road was destined to house the workers and their families within small flats, while the parallel shorter structure was converted into stables (on the ground floor there are 18 heated places for the horses and on the floor above, there is an open large room, where the fodder, other type of foods or material to store could be kept).