[sulla "Strada della lana"] Nessun luogo forse più di questo restituisce il fascino di un percorso "archeologico" fra i resti di una civiltà industriale. Quasi completamente avvolto dalla vegetazione, dell’opificio Serra sopravvive intatta solo parte della scatola muraria in pietra realizzata con elementi di forma e dimensioni eterogenee, integrati da un limitato impiego di mattoni, per delimitare le aperture di forma rettangolare, e di conci lapidei squadrati, per erigere gli angoli dell’edificio e le due grandi aperture sovrastate da archi poste al piano terreno. Fondato nel 1835, esso venne eretto lungo il rio Tamarone per ospitare una filatura, probabilmente per maglieria, e poi ampliato nel 1848. Nel 1870 l’opificio affiancò alla precedente attività quella della fabbricazione di panni, dando lavoro nel 1873, con due ruote idrauliche, novecento fusi e otto telai a mano, a trentacinque operai. Dopo solo qualche anno, tuttavia, esso venne distrutto da un incendio e da allora, non più ricostruito a causa dell’assenza di collegamenti viari efficienti, sopravvisse nella memoria dei biellesi come machina brusà.
[M.L.B.]
Note di lavoro
NCTN: R0252538
Numero della schedatura DocBi: 122 (scheda originale compilata da Roberto Janno, 2000)
Codice tesi:0508/4N