N.B. Tutta la scheda va completamente rivista alla luce dell'articolo di Taddeo Molino Lova "Il lanificio Molino Lova di Sordevolo" richiamato nelle "Relazioni" a seguire.
Secondo l'autore de "La roggia di Sordevolo", il sito su cui sorge questo edificio è storicamente caratterizzato dalla presenza di numerosi edifici che sfruttavano l'energia idrica. Nel 1851, infatti, la ditta Vercellone, in società con la ditta Maja, acquistò dal Comune di Sordevolo un edificio di pesta da canapa ivi presente. Nel 1861 i Vercellone acquistano un mulino.
Nel 1862 i Vercellone acquistarono anche la metà dei Maja.
Il mulino venne venduto nel 1862 ai Maja.
Il lanificio venne costruito nel 1864.
Nel 1867 infine i Vercellone comprarono anche il cosiddetto "Mulino Superiore".
Il mulino venne riacquistato nel 1909 (da chi?).
Il lanificio subì un incendio nel secondo decennio del 1900.
Il lanificio subì un incendio il 15 giugno 1940.
Da questi dati non si evince il nesso con la famiglia Molino Lova né con il successivo proprietario (Chiappo).
Configurazione strutturale primaria
L'edificio originario aveva strutture verticali in muratura, solai in legno e orizzontamenti con voltini, copertura a falde e manto in coppi, e rivestimento esterno in mattoni.
L'edificio attuale presenta strutture verticali in muratura, strutture orizzontali con voltini, copertura a falde con manto in coppi e rivestimento esterno in mattoni.
Il grande opificio Vercellone della Ferraria ha raggruppato ben quattro salti diversi della roggia di Sordevolo per alimentare la sua turbina. Il salto d'acqua, in origine, faceva girare una ruota e tramite una trasmissione, a cingha o a cavo, il moto veniva portato ad una ulteriore ruota posta all'interno dell'opificio, collegata con l'albero di trasmissione.
Stato di conservazione
Riferimento alla parte:
intero bene
Stato di conservazione:
cattivo
Indicazioni specifiche:
dicembre 1995
Note di lavoro
NCTN: R0252606 Numero della schedatura DocBi: 338 (scheda originale compilata da M. Perrone, 2001) Codice tesi: 0503R