[sulla "Strada della lana"] Dalla strada che da Biella sale a Pavignano si scorgono, oltre il torrente Cervo, gli edifici industriali che costituiscono il sito produttivo della Filatura e Tessitura di Tollegno. Per primi appaiono il recente capannone occupato dalla tessitura e gli antichi stabilimenti di quello che fu il Lanificio Rosazza Agostinetti Ferrua, quindi gli stabili dell’antico opificio Maurizio Sella che, nel 1900, divenne la Filatura di Tollegno. Il primo dei due complessi fu impiantato da Pietro Maria e Lodovico Rosazza, Agostino Agostinetti e Virginio Ferrua nel 1863. Distrutto da un incendio nel 1876 e subito ricostruito, fu assorbito nel 1946 da quella che all’epoca era una delle più grandi filature del mondo, famosa per i suoi filati per aguglieria Lana Gatto, la Filatura di Tollegno. Quest’ultima, trae origine dalla precedente attività avviata dai fratelli Giuseppe Venanzio e Quintino Sella nel 1867 per produrre filo per i loro telai di Biella. Il lanificio ha mantenuto le linee tipiche dell’architettura manchesteriana, mentre la struttura della filatura, soprattutto dopo la fondazione della Filatura di Tollegno (cui parteciparono i Reda, i Trossi e i Piacenza), si articolò secondo le più moderne soluzioni a shed. Tra le due fabbriche, oggi un’unica azienda, si trova il villaggio operaio costruito tra l’inizio del Novecento e gli anni Trenta.
[D.C.]
Il primo opificio fu impiantato da Giuseppe Venanzio Sella nel 1870 [in realtà nel 1867] a Tollegno lungo il Cervo come appendice allo stabilimento di Biella.
Nel 1880 poi, per merito del Cav. Carlo Sella succeduto alla direzione dell'azienda alla morte del padre, la nuova fabbrica si ingrandì.
Nel 1898 vennero installate le prime macchine di filatura a pettine a sistema inglese.
Fino a quel momento la ragione sociale era Lanificio Maurizio Sella.
Nell'aprile del 1900 venne costituita la S.A. Filatura di Tollegno che vide come suoi presidenti, prima il cav. Felice Piacenza, poi dal gr. uff. ing. Corradino Sella, e infine dal gr. uff. Daniele Schneider che deteneva anche la direzione tecnica.
DA INTEGRARE: DESCRIZIONE INSUFFICIENTE [il riferimento quale fonte bibliografica a Pio Borgia, La valle del Cervo, sta in Rivista Biellese, n° 6, anno 1946, è errato]
Configurazione strutturale primaria
Strutture verticali in muratura, copertura parte a falde, parte a shed, con manto di copertura in coppi. Il rivestimento esterno è ad intonaco.
Da notare la presenza di una ciminiera.
Stato di conservazione
Riferimento alla parte:
intero bene
Stato di conservazione:
buono
Indicazioni specifiche:
2019
Note di lavoro
NCTN: R0252574 Numero della schedatura DocBi: 215 (scheda originale compilata da M. Perrone, 2001) Numero scheda precedente: 0202R