Inventario
Fotografia
Ritratto del maestro Lanfranco Abate
Data: circa 1920
Lanfranco Abate (1872-1928) è stato ritratto in studio (Studio Rossetti di Biella). Giacca e cravatta.
Dal necrologio apparso su "Il Popolo Biellese" del 1° novembre 1928:
"A pochi mesi di distanza dalla scomparsa di Annibaie Canepa, — scomparsa che fu mantenuta celata al povero Lanfranco, che gli era amico carissimo, per non scuotere la sua fibra già straziata dal male che da lunghi mesi lo teneva inchiodato a letto — si spegneva in Crocemosso il Maestro Lanfranco Abate. La notizia della morte fu appresa con dolore e con rammarico da tutti quanti avevano conosciuto il Maestro Abate, amici e conoscenti di tutte le classi sociali, perché si può realmente dire che il buon Lanlranco non avesse nemici. Noi, che gli fummo amici intimi in questo ultimo ventennio, abbiamo provato un vero strazio nell’apprendere la notizia della sua morte. Era amato ed apprezzato dal popolo che lo ricordava educatore semplice, persuasivo, bonario nella scuola di Crocemosso; dal popolo che ricordava la sua attiva propaganda per l'elevazione morale e materiale degli operai ai tempi del socialismo romantico. Perché si deve appunto al Maestro Abate la creazione di istituzioni culturali a Crocemosso, quali l’Università Popolare, la Biblioteca Circolante, la Filodrammatica (il buon Abate fu anche attore spontaneo e brioso nei teatrini popolari nei tempi della sua gioventù) e fu l’Abate l'alimatore della costruzione della Casa del Popolo di Crocemosso, sede delle leghe operaie. Dal socialismo ufficiale il Maestro Abate si era staccato, sin dal periodo delle prime degenerazioni del Partito che si avviava alla concezione comunistica. Parteggiò poi per i socialisti riformisti i quali, come è risaputo, guidati dal grande .Bissolati e dal Canepa di Genova, furono quasi tutti interventisti ed intervenuti nella grande guerra. Nel dopoguerra Abate lasciò la scuola elementare, conservando l’insegnamento nelle scuole serali di Valle e di Crocemosso, ed assunse le mansioni di Segretario della Federazione Industriale di Valle Strona recando alla medesima il notevole contributo della sua intelligente attività e della sua lunga pratica organizzativa unita ad una soda cultura del problemi tecnici industriali relativi alla produzione. Partecipò, nel dopoguerra, a tutte le iniziative patriottiche e diede la sua adesione al movimento della giovinezza fascista per quanto la sua indole ed il suo fisico non gli permettessero, nei primi tempi, di prendere parte alle violente battaglie delle camicie nere. Ma Abate ebbe pure delle doti di tenace e di audace combattitore e seppe con onore e con fierezza tener testa ai comunisti che non gli perdonarono mai la sua uscita dal partito socialista, rivendicando la sua fede nei destini del popolo unitamente di suo ardore patriottico. Il ricordo delle opere buone compiute dal Maestro Abate non sarà mai dimenticato dai cittadini e dagli operai della vallata di Mosso e la vasta classe degli insegnanti elementari non scorderanno tanto presto il contributo portato dall’Abate all’organizzazione della classe magistrale. Noi, fascisti, pieghiamo i gagliardetti abbrunati sulla sua bara, ed inviamo alla sua eletta, amatissima compagna, ed ai parenti tutti le più sentite e sincere condoglianze".
Dal necrologio apparso su "Il Popolo Biellese" del 1° novembre 1928:
"A pochi mesi di distanza dalla scomparsa di Annibaie Canepa, — scomparsa che fu mantenuta celata al povero Lanfranco, che gli era amico carissimo, per non scuotere la sua fibra già straziata dal male che da lunghi mesi lo teneva inchiodato a letto — si spegneva in Crocemosso il Maestro Lanfranco Abate. La notizia della morte fu appresa con dolore e con rammarico da tutti quanti avevano conosciuto il Maestro Abate, amici e conoscenti di tutte le classi sociali, perché si può realmente dire che il buon Lanlranco non avesse nemici. Noi, che gli fummo amici intimi in questo ultimo ventennio, abbiamo provato un vero strazio nell’apprendere la notizia della sua morte. Era amato ed apprezzato dal popolo che lo ricordava educatore semplice, persuasivo, bonario nella scuola di Crocemosso; dal popolo che ricordava la sua attiva propaganda per l'elevazione morale e materiale degli operai ai tempi del socialismo romantico. Perché si deve appunto al Maestro Abate la creazione di istituzioni culturali a Crocemosso, quali l’Università Popolare, la Biblioteca Circolante, la Filodrammatica (il buon Abate fu anche attore spontaneo e brioso nei teatrini popolari nei tempi della sua gioventù) e fu l’Abate l'alimatore della costruzione della Casa del Popolo di Crocemosso, sede delle leghe operaie. Dal socialismo ufficiale il Maestro Abate si era staccato, sin dal periodo delle prime degenerazioni del Partito che si avviava alla concezione comunistica. Parteggiò poi per i socialisti riformisti i quali, come è risaputo, guidati dal grande .Bissolati e dal Canepa di Genova, furono quasi tutti interventisti ed intervenuti nella grande guerra. Nel dopoguerra Abate lasciò la scuola elementare, conservando l’insegnamento nelle scuole serali di Valle e di Crocemosso, ed assunse le mansioni di Segretario della Federazione Industriale di Valle Strona recando alla medesima il notevole contributo della sua intelligente attività e della sua lunga pratica organizzativa unita ad una soda cultura del problemi tecnici industriali relativi alla produzione. Partecipò, nel dopoguerra, a tutte le iniziative patriottiche e diede la sua adesione al movimento della giovinezza fascista per quanto la sua indole ed il suo fisico non gli permettessero, nei primi tempi, di prendere parte alle violente battaglie delle camicie nere. Ma Abate ebbe pure delle doti di tenace e di audace combattitore e seppe con onore e con fierezza tener testa ai comunisti che non gli perdonarono mai la sua uscita dal partito socialista, rivendicando la sua fede nei destini del popolo unitamente di suo ardore patriottico. Il ricordo delle opere buone compiute dal Maestro Abate non sarà mai dimenticato dai cittadini e dagli operai della vallata di Mosso e la vasta classe degli insegnanti elementari non scorderanno tanto presto il contributo portato dall’Abate all’organizzazione della classe magistrale. Noi, fascisti, pieghiamo i gagliardetti abbrunati sulla sua bara, ed inviamo alla sua eletta, amatissima compagna, ed ai parenti tutti le più sentite e sincere condoglianze".