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Intervista a Massimo Marchi
Data: 19 marzo 2014
data in cui si è svolta l'intervista
Data topica Biella
Intervista a Massimo Marchi, presidente dell'Unione Industriale Biellese dal 1999 al 2001, realizzata nell'ambito del progetto “St.of.fa”. L'intervista ripercorre la biografia personale e professionale facendo emergere l'inizio della sua carriera di imprenditore tessile presso la Filatura Marchi Giovanni a Pollone fondata da suo padre, oggi Marchi&Fildi con sede a Biella. Marchi si sofferma sulle difficoltà attraversate dalle filature e sulla scelta di allargare la produzione, ramificandosi anche all'estero, in Turchia e in Brasile, mantenendo la sede a Biella, dove si trovano la creatività, la sensibilità e la capacità che non esistono altrove; la fabbrica nel Biellese è una sorta di comunità, fatta di rispetto reciproco e correttezza, che rappresenta l'elemento di forza dell'industria biellese. A questo proposito racconta la sua personale esperienza in relazione all'incendio avvenuto nel 2014 pochi giorni prima dell'intervista. Insiste sull'importanza della formazione, perchè le aziende oggi hanno sempre più necessità di tecnici piuttosto che operai; sulla sfida tecnologica e ambientale; sulla contrattazione sindacale, che nella sua azienda non ha mai assunto i tratti dello scontro e si è basata sulla capacità di mettersi nei panni dell'altro. Vincere distruggendo l'altra parte non rappresenta una vittoria, nè per l'azienda nè per i lavoratori. Rispetto al mercato globale evidenzia il potere della comunicazione, sia materiale che immateriale, ma anche il rischio che il messaggio possa essere ingannevole. Racconta la chiamata come presidente dell'Unione Industriale nel 1999, una sfida raccolta condividendo i compiti con gli altri membri della Giunta e aprendosi il più possibile. Un tema importante è la delicatezza del passaggio generazionale che tanto caratterizza il Biellese, ricco di aziende familiari, che hanno fatto la forza del territorio. Affronta la responsabilità sociale che la sua generazione ha nei confronti di quelle più giovani. Si sofferma a lungo sulla fusione della Giovanni Marchi con la Fildi, che ha dato vista alla attuale Marchi&Fildi, ritenendola un esempio imprenditoriale importante e lungimirante, che ha visto l'alleanza di due aziende che erano concorrenti. Illustra le differenze tra la produzione e la gestione dell'azienda in Italia e quella nelle sedi all'estero e l'influenza della tecnologia nel processo produttivo e nella conseguente organizzazione del lavoro.