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Chiacchere femminili : L'anima e la vernice
Data: 16 dicembre 1929
Data topica Biella
Articolo pubblicato su Il Popolo Biellese. Hedda riporta la vicenda della signora Lucy Polnay, figlia di un grande industriale ungherese, la quale aveva intentato causa al padre, dopo essersi sposata. La signora Polnay sosteneva che il padre, dopo averla cresciuta nella massima ricchezza, le assegnasse poi soltanto una misera somma mensile e cosa ancora peggiore non le avesse dato la possibilità di imparare un mestiere.
Hedda sostiene che la malattia della giovane ungherese sia "la malattia della vernice": ogni donna vuole essere bella, elegante, seducente, vuole essere guardata dal maggior numero di ammiratori possibile; si bada soltanto alla quantità.
La poetessa prende spunto dalla vicenda per fare una riflessione sull'educazione e sulla bellezza, differenziando particolarmente la bellezza divina, quella autentica, quella generata dall'amore, da quella effimera, creata ad arte grazie all'imbellettamento.
Hedda sostiene che la malattia della giovane ungherese sia "la malattia della vernice": ogni donna vuole essere bella, elegante, seducente, vuole essere guardata dal maggior numero di ammiratori possibile; si bada soltanto alla quantità.
La poetessa prende spunto dalla vicenda per fare una riflessione sull'educazione e sulla bellezza, differenziando particolarmente la bellezza divina, quella autentica, quella generata dall'amore, da quella effimera, creata ad arte grazie all'imbellettamento.