Inventario
Nuove normative per la gestione dell’aria negli ambienti.
Che cosa si intende per inquinamento atmosferico?
La definizione è data dal DPR 203/88 :
Ogni modificazione della normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica, dovuta alla presenza nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da:
- Alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell’aria
- Costituire pericolo ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell’uomo
- Compromettere le attività ricreative e gli usi legittimi dell’ambiente
- Alterare le risorse biologiche e gli ecosistemi ed i beni materiali pubblici e privati
La normativa in materia di rilevamento, controllo e gestione della qualità dell’aria ed i relativi valori limite sono stati recentemente riveduti ed aggiornati con .
- Decreto Legislativo 4 agosto 1999 n. 351, in attuazione della direttiva CEE 96/62 CE
- Decreto Ministeriale del 13 aprile 2002 n. 60 recepimento delle direttive CEE 1999/30/CE e 2000/69/CE
che hanno delineato i principi e le metodologie di base per la gestione ed il controllo della qualità dell’aria nel prossimo futuro.
IL decreto legislativo 351/99 prevede la progressiva abolizione in particolare della disciplina dettata dal DPR 203/88 e dai suoi decreti attuativi.
Le finalità del decreto si possono riassumere in:
- Tutela della salute e dell’ambiente
- Miglioramento della qualità dell’aria
- Previsione di criteri e metodi comuni per la valutazione della qualità dell’aria
- Realizzazione di un adeguato sistema di informazione.
Le misure dirette per la realizzazione di tali obiettivi devono rispondere ad un approccio integrato per la protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo.
Il decreto definisce alcuni concetti fondamentali rinviando a successivi decreti ministeriali la fissazione dei valori limite e delle soglie di allarme per gli inquinanti elencati nel decreto
Valore limite:livello fissato in base alle conoscenze scientifiche al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti dannosi sulla salute umana o per l’ambiente nel suo complesso, che deve essere raggiunto entro un dato termine e in seguito non superato vale a dire sono fissati limiti anche per la protezione della vegetazione, oltre a quelli per la protezione della salute
Soglia di allarme:livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata
Margine di tolleranza: la percentuale del valore limite nella cui misura tale valore può essere superate nelle condizioni stabilite dal decreto legislativo 351/99.
È fissato per ciascun inquinante con le modalità di riduzione di tale margine nel tempo
Valore obiettivo: è il livello fissato al fine di evitare a lungo termine, ulteriori effetti dannosi per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso,
Soglia di valutazione superiore: livello al di sotto del quale le misure possono essere combinate con le tecniche di modellizzazione al fine di valutare la qualità dell’aria ambiente,
Soglia di valutazione inferiore: livello al di sotto del quale è consentito ricorrere soltanto alle tecniche di modellizzazione o di stima oggettiva al fine di valutare la qualità dell’aria ambiente,
Informazione alla popolazione:le modalità di comunicazione sui livelli di inquinamento atmosferico e in caso di superamento delle soglie di allarme
Il DM 60/2002è il primo dei decreti attuativi previsti dal Decreto Legislativo 351/99.
Esso ha ridefinito, per gli inquinanti biossido di zolfo, ossidi di azoto, benzene, particelle PM10, monossido di carbonio e piombo i valori limite sul breve e lungo periodo e i metodi di riferimento, fornendo così un valido strumento operativo.
Le nuove disposizioni rivedono ed aggiornano i valori limite di qualità dell’aria sia sotto l’aspetto quantitativo, rivedendo i valori numerici di soglia, sia sotto l’aspetto qualitativo stabilendo nuove tipologie di valori limite per arrivare a definire in modo sempre più preciso lo stato di qualità dell’aria di una determinata zona geografica.
Un’importante eccezione nel nuovo panorama normativo è rappresentata dall’ozono: la Direttiva che ne stabilisce i nuovi limiti è infatti molto recente (DIR 2002/03/CE del 12/2/2002) e non è ancora stata recepita dall’Italia e pertanto attualmente sono utilizzati per l’ozono i valori limite di cui al Decreto ministeriale del 25 novembre 1994 e 16 maggio 1996.
La normativa attualmente in vigore può essere così riassunta
Normativa nazionale e regionale di carattere generale:
- Decreto Legislativo 4/8/1999 n. 351: “Attuazione della Direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e gestione della qualità dell’aria ambiente”;
- Legge Regionale del Piemonte n. 43 del 7/4/2000: “Disposizioni per la tutela dell’ambiente in materia di inquinamento atmosferico. Prima attuazione del Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell’aria”.
- Il Decreto del Presidente della Giunta regionale dl Piemonte n. 14-7623 del 11 novembre 2002 che stabilisce una zonizzazione del territorio piemontese in ordine alla qualità dell’aria, assegnando i vari comuni piemontesi alle Zone 1, 2 e 3p e 3 (in ordine di criticità decrescente
- Decreto Ministeriale n. 60: del 2 aprile 2002 “Recepimento della Direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, gli ossidi azoto, le particelle ed il piombo e della Direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell’aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio
Normativa specifica per l’ozono
- Decreto Ministeriale del 25/11/1994: “Aggiornamento delle norme tecniche in materia di limiti di concentrazione e di livelli di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane e disposizioni per la misura di alcuni inquinanti di cui al decreto ministeriale 15 aprile 1994”;
- Decreto Ministeriale del 16/05/1996: “Attivazione di un sistema di sorveglianza dell’inquinamento da ozono”;
- Deliberazione della Giunta Regionale 31/7/2000 n. 27-614;
- Direttiva 2002/3/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12/2/2002, relativa all’ozono nell’aria (Non ancora recepita dall’Italia).
I nuovi standard europei per la misura della qualità dell’aria
Schematizzando, i parametri di riferimento che vanno a costituire i nuovi standard di qualità dell’aria su base europea possono essere raggruppati e classificati in alcune categorie generali, cui corrispondono però differenti informazioni sullo stato di qualità dell’aria e differenti strategie di intervento in caso di superamento dei valori limite.
a)Valori limite per la valutazione e la gestione degli episodi acuti di inquinamento atmosferico.
Si tratta di valori limite nel breve periodo (orari, giornalieri o su 8 ore) al cui superamento corrispondono situazioni di picco dell’inquinamento atmosferico locale: tali situazioni richiedono interventi rapidi al fine di riportare i livelli di inquinante al di sotto dei valori limite ed una tempestiva informazione alle autorità ed alla popolazione.
Il DM 60/2002 prevede, oltre al valore limite per la protezione della salute umana, anche un numero massimo di superamenti di tale valore nell’arco dell’anno, ponendo così l’accento sull’importanza di gestire le emergenze, ma anche di attuare una pianificazione di interventi a medio/lungo termine che riporti l’accadimento delle emergenze entro limiti ristretti.
b) Valori limite per la gestione della qualità dell’aria nel medio termine (annuale)
Il DM 60/2002 stabilisce per ciascun inquinante dei “valori limite annuali per la protezione della salute umana” che servono da riferimento per rappresentare lo stato più generale di qualità dell’aria di una determinata zona al di là delle contingenti situazioni di inquinamento acuto, generalmente di durata limitata. E’ previsto un arco temporale di adeguamento, con una tolleranza percentuale fino alla data in cui il valore limite dovrà essere rispettato
Il superamento di uno o più limiti di riferimento annuali richiederà l’adozione di interventi strutturali sul territorio programmati e pianificati al fine di migliorare lo stato generale di qualità dell’aria, ma anche il non superamento comporta comunque la definizione di attività volte a mantenere lo stato di qualità dell’aria esistente.
c) Valori limite per valutare gli effetti sull’ambiente
I valori limite per la protezione degli ecosistemi e della vegetazione stabiliti dal DM 60/2002 e, per l’ozono, dal DM 16/5/1996 costituiscono dei parametri di riferimento in base ai quali valutare l’impatto sugli ecosistemi.
La valutazione dello stato di qualità dell’aria in relazione alla protezione degli ecosistemi richiede esplicitamente misure effettuate in punti di campionamento situati in zone distanti da sorgenti di inquinamento.
d) I margini di tolleranza sui valori limite
Un importante aspetto introdotto nei nuovi standard europei recepiti con DM 60/2002 sta nell’introduzione di un margine di tolleranza su ciascun valore limite (specifico per ciascun inquinante ed espresso in percentuale del limite stesso) che permette un adeguamento temporale ai requisiti del decreto stesso.
Il margine di tolleranza viene progressivamente ridotto di anno in anno fino ad un valore di 0% (generalmente nell’arco di 5 o 10 anni).
E’ importante precisare che il valore limite è fisso ed invariato; il margine di tolleranza è stato introdotto solo allo scopo di pianificare gli interventi di adeguamento e perciò non ha effetto sul valore limite.
Biossido di zolfo
Si origina dalla reazione dello zolfo contenuto nei combustibili con l’ossigeno. La principale fonte di inquinamento è costituita dai combustibili fossili, in particolare olio combustibile. L’anidride solforosa può quindi provenire da impianti di riscaldamento civili, fonti industriali e in misura minore, dal traffico veicolare.
E’ in parte responsabile dell’acidificazione delle precipitazioni.
Effetti sull'uomo: gli effetti cronici ed acuti sull’uomo sono piuttosto noti; è considerato un broncoirritante a marcata attività.
Fino a pochi anni or sono era ritenuto l’inquinante atmosferico più importante, ma con il miglioramento della qualità dei combustibili per il riscaldamento e per autotrazione e con l’estendersi della metanizzazione in molte città, la sua concentrazione in atmosfera è andata via via decrescendo
I valori normalizzati sono espressi in μg/m3
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Periodo di mediazione |
Valore limite |
Margine di tolleranza |
Data alla quale il valore limite deve essere raggiunto |
1. Valore limite orario per la protezione della salute umana
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1 ora |
350 µg/m3 da non superare più di 24 volte per anno civile
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42,9% del valore limite, pari a 150 µg/m3, all’entrata in vigore della direttiva 99/30/CE (19/7/99). |
1°gennaio 2005 |
2. Valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana |
24 ore |
125 µg/m3 da non superare più di 3 volte per anno civile |
nessuno |
1°gennaio 2005 |
3. Valore limite per la protezione degli ecosistemi |
Anno civile e inverno (1 ottobre - 31 marzo) |
20 µg/m3 |
nessuno |
19 luglio 2001 |
Soglia di allarme per il biossido di zolfoè di 500 µg/m3 misurati su tre ore consecutive in un sito rappresentativo della qualità dell'aria di un'area di almeno 100 km2 oppure in un’ intera zona o un intero agglomerato, nel caso siano meno estesi.
Informazioni che devono essere fornite al pubblicoin caso di superamento della soglia di allarme per il biossido di zolfoLe informazioni da fornire al pubblico devono comprendere almeno:a) data, ora e luogo del fenomeno e la sua causa, se nota; b) previsioni:- sulle variazioni dei livelli (miglioramento, stabilizzazione o peggioramento), nonchè i motivi delle variazioni stesse;- sulla zona geografica interessata, sulla durata del fenomeno;c) categoria di popolazione potenzialmente sensibili al fenomeno;d) precauzioni che la popolazione sensibile deve prendere.
Biossido di Azoto
Ossidi di azoto (NOx): Monossido di azoto (NO) e Biossido di azoto (NO2)
Sono inquinanti prodotti dagli impianti di combustione (veicoli, impianti termici, industrie). Il monossido è un composto di bassa tossicità e perciò non soggetto a limiti di legge, la cui importanza dipende dal fatto di essere un precursore del biossido di azoto. E’ infatti il monossido ad essere emesso primariamente nei processi di combustione. In presenza di ossigeno il monossido viene convertito a biossido di azoto, che presenta una tossicità ben maggiore.
Effetti sull'uomo e sull'ambiente: il biossido di azoto è un inquinante molto importante non solo per la sua pericolosità intrinseca, ma anche per il fatto di essere coinvolto anche in 2 fenomeni di inquinamento:
1 - Il biossido di azoto a concentrazioni di 10 – 20 ppm esercita una azione irritante sugli occhi, naso e sulle vie respiratorie. Inoltre, introdotto nell’organismo attraverso il processo respiratorio alveolare si combina con l'emoglobina, modificandone le proprietà chimiche e fisiologiche dando luogo a formazione di metaemoglobina. Questa ultima molecola non è più in grado di trasportare l'ossigeno (ruolo che è proprio dell'emoglobina); già a valori intorno al 3% - 4% di metaemoglobina si manifestano disturbi a carico della respirazione.
2 – le piogge acide. Il biossido può infatti subire una serie di trasformazioni che hanno come risultato la sua conversione in acido nitrico, con conseguente acidificazione dell’umidità atmosferica. Precipitazioni acide hanno effetti sul patrimonio artistico, ma anche sull’ecosistema, in quanto alterano gli equilibri chimico-fisici a livello del suolo e provocano danni alla vegetazione.
3 – Tuttavia il ruolo principale dal punto di vista dell’inquinamento, il biossido lo manifesta nella partecipazione alla formazione dello smog fotochimico. Con questo termine si intende una miscela molto complessa di composti altamente reattivi e perciò fortemente aggressivi e per l’uomo, gli animali, la vegetazione ed i materiali e quindi potenzialmente nocivi per la salute e per l’ambiente anche a bassissime concentrazioni. Lo smog fotochimico si forma, sotto particolari condizioni meteorologiche, in presenza di opportune concentrazioni di biossido di azoto, ozono e idrocarburi. Il processo di formazione è innescato dalla reazione del biossido di azoto con la luce del sole e procede con una serie di reazioni a catena non controllabili.
La formazione dello smog fotochimico è favorita nei centri urbani ad alta densità di traffico, in condizioni di calma di vento e di alta insolazione.
Il biossido di azoto risulta quindi un inquinante il cui monitoraggio appare indispensabile.
Valori limite per il biossido di azoto e gli ossidi di azoto |
Periodo di mediazione |
Valore limite |
Margine di tolleranza |
Data alla quale il valore limite deve essere raggiunto |
1. Valore limite orario per la protezione della salute umana
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1 ora |
200 µg/m3 NO2 da non superare più di 18 volte per anno civile
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50% del valore limite, pari a 100 µg/m3, all’entrata |
1°gennaio 2010 |
2. Valore limite annuale per la protezione della salute umana
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Anno civile
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40 µg/m3 NO2
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50% del valore limite, pari a 20 µg/m3, all’entrata in vigore della direttiva 99/30/CE (19/7/99). |
1°gennaio 2010 |
3. Valore limite annuale per la protezione della vegetazione |
Anno civile
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30 µg/m3 NOx
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Nessuno |
19 luglio 2001 |
Soglia di allarme per il biossido di azoto400 µg/m3 misurati su tre ore consecutive in un sito rappresentativo della qualità dell'aria di un'area di almeno 100 km2 oppure in un intera zona o un intero agglomerato completi, nel caso siano meno estesi.
Informazioni che devono essere fornite al pubblicoin caso di superamento della soglia di allarme per il biossido di azoto
Le informazioni da fornire al pubblico devono comprendere almeno:a) data, ora e luogo del fenomeno e la sua causa, se nota; b) previsioni:- sulle variazioni dei livelli (miglioramento, stabilizzazione o peggioramento), nonche' i motivi delle variazioni stesse; sulla zona geografica interessata,- sulla durata del fenomeno;c) categorie di popolazione potenzialmente sensibili al fenomeno;d) precauzioni che la popolazione sensibile deve prendere.
Particolato
Valori limite per il materiale particolato (pm10)
Non si tratta di un inquinante specifico: con il termine particolato (o particelle) si indicano in generale le particelle solide aerodisperse e gli aerosol atmosferici, cioè un sistema estremamente eterogeneo dal punto di vista della composizione chimica (organica ed inorganica) dell’origine (antropica, animale, vegetale, minerale), della tossicità. Esse costituiscono rispetto all’aria una fase eterogenea non fluida di varia provenienza e pertanto sono indicatore di inquinamento generale. Sicuramente però i processi di combustione sono una fonte significativa di particolato, le cui caratteristiche chimiche sono più definite.
L’elemento comune che permette di classificarle sono le loro dimensioni, in base alle quali se ne definisce la respirabilità (e di conseguenza la pericolosità) ed il tempo di permanenza nell’atmosfera. Possiamo distinguere allora le polveri totali sospese (PTS), oppure la frazione di polveri il cui diametro aerodinamico è inferiore o uguale al valore nominale di 10 mm(indicate in sigla come PM10). Il PM10 è molto importante ai fini tossicologici perché rappresenta per convenzione la cosiddetta frazione toracica delle polveri, cioè la frazione che può superare la laringe e penetrare nei bronchi. La capacità di tale frazione del particolato di aggravare le patologie a carico dell’apparato respiratorio (bronchi, asma, enfisema polmonare) e cardiaco è ormai assodata, mentre sono allo studio le eventuali proprietà mutagene, cancerogene e gli effetti epidemiologici.
Effetti sull'uomo e sull'ambiente: la tossicità del particolato è legata soprattutto alla composizione chimica ed in particolare alla capacità di trattenere sulla sua superficie sostanze tossiche, quali metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, eccetera. Questo fenomeno di assorbimento interessa soprattutto il particolato fine con diametro inferiore a, rispettivamente, 10 µm, 2,5 µm, 1 µm (PM10, PM2.5, PM1).
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Periodo di mediazione |
Valore limite |
Margine di tolleranza |
Data alla quale il valore limite deve essere raggiunto |
FASE 1 |
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1. Valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana |
24 ore |
50 µg/m3 PM10 |
50% del valore limite, pari a 25 µg/m3, all'entrata |
1° gennaio 2005 |
2. Valore limite annuale per la protezione della salute umana |
Anno civile |
40 µg/m3 PM10 |
20% del valore limite, pari a 8 µg/m3, all'entrata |
1° gennaio 2005 |
FASE 2 (1) |
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1. Valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana |
24 ore |
50 µg/m3 PM10 |
Da stabilire in base ai dati, in modo che sia equivalente al valore limite della fase 1 |
1° gennaio 2010 |
2. Valore limite annuale per la protezione della salute umana |
Anno civile |
20 µg/m3 PM10 |
10 µg/m3 al 1° gennaio 2005 con riduzione ogni 12 mesi successivi, secondo una percentuale annua costante, per raggiungere lo 0% il 1° gennaio 2010 |
1° gennaio 2010 |
(1) Valori limite indicativi da rivedere con successivo decreto sulla base della futura normativa comunitaria
Benzene
Valore limite per il benzene Il benzene appartiene alla classe degli idrocarburi aromatici. La sua concentrazione in atmosfera nelle aree urbane è direttamente correlabile al traffico veicolare: infatti il benzene è diventato un inquinante atmosferico di primaria importanza solo da alcuni anni, con l’introduzione sul mercato delle benzine verdi.
Effetti sull'uomo e sull'ambiente: gli effetti del benzene sulla salute umana sono ormai accertati: il benzene è stato classificato dal 1982, dalla IARC (International Agency for Research on Cancer), in Classe 1 (cancerogeno certo per l'uomo).
Il valore limite normalizzato è espresso in µg/m3.
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Periodo di mediazione |
Valore limite |
Margine di tolleranza |
Data alla quale il valore limite deve essere raggiunto |
Valore limite annuale per la protezione della salute umana |
Anno civile |
5 µg/m3 |
100% del valore limite, pari a 5 µg/m3, all'entrata in vigore della direttiva 2000/69 (13/12/2000). |
1° gennaio 2010 (1) |
(1) ad eccezione delle zone e degli agglomerati nei quali e' stata approvata una proroga limitata nel tempo a norma dell'articolo 32.
Monossido di carbonio
Valore limite per il monossido di carbonio Il monossido di carbonio è un gas tossico che si forma in tutti i processi di combustione che avvengono in difetto di ossigeno. La causa principale di inquinamento da monossido di carbonio è oggi indubbiamente costituita dal traffico veicolare. Si stima che il settore dei trasporti contribuisca per il 90 % alle emissioni di CO di origine antropica. La quantità di CO prodotta dipende dal tipo di motorizzazione, dalla velocità di marcia e da altri fattori. Si verificano alte produzioni di questo inquinante in condizioni di traffico congestionato, con bassa velocità di scorrimento, che si verificano tipicamente nei centri urbani.
Fonti di emissione di minore importanza sono le attività industriali in cui sono coinvolti processi termici e gli impianti di riscaldamento delle abitazioni.
La situazione del CO è in via di miglioramento con l’introduzione diffusa di auto dotate di marmitta catalitica, che permette di ridurre le emissioni di CO fino al 90%.
Effetti sull'uomo e sull'ambiente: Il monossido di carbonio ha la proprietà di fissarsi in modo irreversibile all’emoglobina del sangue, entrando in competizione con l’ossigeno, il cui legame con l’emoglobina è di circa 200 volte più debole, portando così ad un’alterazione del meccanismo di trasporto dell’ossigeno stesso dai polmoni a tutti i distretti dell’organismo.
A concentrazioni molto elevate (che si rinvengono in ambienti chiusi) il CO può portare a morte per asfissia; alle concentrazioni rilevabili nei centri urbani gli effetti tossici sono meno evidenti, ma possono provocare condizioni croniche di insufficienza respiratoria o anemia.
Il valore limite normalizzato, espresso in mg/m3.
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Periodo di mediazione |
Valore limite |
Margine di tolleranza |
Data alla quale il valore limite deve essere raggiunto |
Valore limite per la protezione della salute umana |
Media massima giornaliera su 8 ore |
10 mg/m3 |
6 mg/m3 all'entrata in vigore della direttiva 2000/69 (13/12/2000). Tale valore e' ridotto il 1°gennaio 2003 e successivamente ogni 12 mesi, secondo una percentuale annua costante, per raggiungere lo 0% al 1° gennaio 2005 |
1° gennaio 2005 |
La media massima giornaliera su 8 ore viene individuata esaminando le medie mobili su 8 ore, calcolate in base a dati orari e aggiornate ogni ora.
Ogni media su 8 ore così calcolata e' assegnata al giorno nel quale finisce.
In pratica, il primo periodo di 8 ore per ogni singolo giorno sara' quello compreso tra le ore 17.00 del giorno precedente e le ore 01.00 del giorno stesso; l'ultimo periodo di 8 ore per ogni giorno sara' quello compreso tra le ore 16.00 e le ore 24.00 del giorno stesso.
Ozono
Livelli per la concentrazione di ozono nell'aria
Valori normalizzati espressiinµg/m3
L’insolazione è un fattore determinante per la sua formazione (l’andamento giornaliero presenta una curva a campana che va di pari passo con i valori di radiazione solare), tuttavia la sua concentrazione finale è determinata anche dalla presenza di altre categorie di sostanze, quali gli ossidi di azoto e gli idrocarburi (specie dette perciò "precursori"), con i quali è coinvolto nella formazione dello smog fotochimico.
Effetti sull'uomo e sull'ambiente: la sua aggressività lo rende potenzialmente in grado di reagire con i tessuti viventi: è un riconosciuto broncoirritante ed è in grado di alterare la funzionalità polmonare, nonché di causare disturbi agli occhi e alle mucose. I vegetali inoltre sono particolarmente sensibili alla sua azione.
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Periodo di mediazione |
Valore limite |
Data alla quale il valore limite deve essere raggiunto |
Valore limite per la protezione della salute umana |
Media giornaliera su 8 ore |
110 µg/m3 |
1° |
Livello per la protezione della vegetazione |
Media giornaliera |
65 µg/m3 |
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Livello di attenzione o di informazione alla popolazione |
Media oraria |
180 µg/m3 |
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Livello di allarme |
Media oraria |
360 µg/m3 |
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