Inventario
Soluzioni tessili contro la nocività dell’elettromagnetismo e dei raggi UV.
La continua ricerca di nuovi prodotti e una particolare sensibilità nell’accogliere tutti gli input derivati dal mercato del tessile evoluto, hanno portato alla realizzazione di tessuti con particolari caratteristiche funzionali. Il mercato è infatti sempre più interessato a materiali non solo belli ma anche capaci di reagire a determinate sollecitazioni.
Si parla sempre più di “soft-wear” cioè della produzione di tessuti realizzati con materiali anche non prettamente tessili e capaci di trasferire al capo di abbigliamento caratteristiche uniche e soprattutto monitorabili e di tessuti “intelligenti”, caratterizzati da filati sempre più ingegnerizzati per applicazioni sempre più particolari.
L’industria tessile si sta ponendo quindi l’obiettivo di ricercare la risoluzione di alcuni problemi, primo tra tutti la protezione personale.
Sono ben noti gli sviluppi anche e soprattutto nei consumi dei prodotti che ruotano intorno alla protezione personale: un esempio per tutti il mondo dell’automobile che enfatizza il problema della sicurezza e tende a misurarsi con quello della tutela dell’ambiente.
La segmentazione della domanda che sta affliggendo il mondo del tessile porta il settore tecnico del comparto ad un ulteriore sforzo per innalzare il livello di innovazione, in considerazione del fatto che in un mercato sempre più competitivo è necessario mettere in atto continui sviluppi a medio o lungo termine, “innovando” continuamente.
I nuovi materiali utilizzati devono essere lavorabili (facilmente e senza perdita di efficacia nelle fasi di trasformazione) e soprattutto deve ben funzionare la loro combinazione con i prodotti tessili abitualmente utilizzati: queste condizioni saranno la base del conseguimento degli obiettivi prefissati. Affinché un tessuto divenga “protettivo “ è necessario che le caratteristiche fisico-chimiche dei materiali scelti, si trasferiscano al capo di abbigliamento garantendone l’efficacia protettiva.
Ma l’utilizzo del materiale non basta: individuati i prodotti e verificata la loro tessibilità bisogna testare l’efficacia dei prodotti finali ottenuti. Il comparto del tessile deve entrare nell’era della verifica reale, una verifica che troppo spesso viene sottovalutata anche per abitudine ad affidare al gusto individuale la qualità di un prodotto.
Nel caso dei tessuti destinati alla protezione la verifica è fondamentale. Il confronto, il monitoraggio tra i diversi materiali diventa l’elemento cardine dell’attività.
Mi soffermerò in questo intervento sui materiali le cui caratteristiche fisico-chimiche possono offrire risultati utili al problema della protezione dai raggi UV e dalle radiazioni provocate dai campi elettromagnetici.
I prodotti devono anche tener conto non solo della conducibilità termica e di tutti i fattori che li rendano adatti al raggiungimento degli obiettivi ma devono anche poter assicurare all’utilizzatore il normale uso quotidiano.
Un tessuto che abbia protezione UV, poichè usato in estate all’aperto ad alte temperature, deve essere leggero ed avere il giusto grado di assorbimento e traspirazione, perché in caso contrario sarebbe inutilizzabile. Anche i processi di manutenzione ordinaria, quali per esempio il lavaggio devono essere previsti e tali da non ridurre la portata protettiva se non dopo un numero congruo di lavaggi certificati.
Individuato quindi il problema e realizzato un primo tessuto verificando in laboratorio i valori di protezione ottenuti, si può proseguire con la fase di finissaggio che deve ben tenere conto del materiale su cui si sta lavorando: l’obiettivo da raggiungere è la massima protezione senza costringere l’individuo ad indossare un’armatura.
Questi criteri generali valgono ovviamente anche nel caso di tessuti dotati di fattore di protezione da elettrosmog e UV: due elementi presenti del nostro ambiente dai quali dobbiamo proteggerci nello svolgimento delle normali attività di tutti i giorni.
La LCTha pensato a tessuti di protezione leggeri e traspirabili da indossare in estate ma anche in inverno magari come fodera di capi d’abbigliamento.
Considerato il basso peso del tessuto siamo consapevoli che la protezione ottenuta non sia totale ma riteniamo il livello conseguito sicuramente utile. Per avere una protezione totale dovremmo infatti agire anche e soprattutto sulla confezione dei capi che diverrebbero delle vere e proprie tute da sub e quindi inadatte alla quotidianità.
Tessuti che proteggono dall’elettromagnetismo.
E’ possibile tutelarsi dagli effetti delle onde elettromagnetiche e convivere con le tecnologie senza rinunciare alle loro comodità? Sì, a condizione di essere consapevoli degli effetti negativi che l’elettromagnetismo ha sulle persone e di usare materiali protettivi idonei quali tessuti realizzati con filati che proteggendo, garantiscano comunque un certo comfort. Abbiamo infatti già realizzato e fatto testare tessuti realizzati con filati di rame, argento e acciaio che offrono una barriera contro le onde elettromagnetiche in ottemperanza al Decreto Ministeriale n° 381 del 1998 e alla Legge Quadro n° 36 del 2001.
Siamo consapevoli di muoverci ancora in una fase sperimentale. Indubbiamente nel campo della protezione dalle onde elettromagnetiche non tutto è ancora ben definito e si è cercato comunque di realizzare tessuti con delle fibre metalliche (rame, acciaio) o di carbonio, che garantissero comunque una schermatura protettiva contro l’elettromagnetismo.
Tessuti che proteggono dai raggi solari.
Anche le radiazioni solari sono molto pericolose e la protezione dai raggi UV è ormai di costante attualità. L’obiettivo postoci è la produzione di tessuti capaci di assorbire e riflettere i raggi ultravioletti e consentire, a chi li indossa, di svolgere attività professionali o ricreative al sole, anche per prolungati periodi, senza rischi e nel pieno comfort. Siamo in possesso dei risultati dei test effettuati sui tessuti che dimostrano l’elevato grado di UV protection (UPF) sia in relazione alla norma neozelandese AS/NZS 4399/96, sia in relazione all’UV Standard 801.
E’ indubbio che la ricerca nel campo della protezione dai raggi ultravioletti è sicuramente più avanti rispetto a quella sulla protezione dalle onde elettromagnetiche.
Si è cercato di ottimizzare le ultime scoperte nel campo della protezione dai raggi ultravioletti ed si sono realizzati i tessuti tenendo presente le caratteristiche proprie di ciascuna fibra.
Fra le fibre naturali la lana è infatti quella che garantisce la maggior protezione, mentre il cotone ha il peggiore UPF. Nel campo delle fibre sintetiche il miglior UPF è quello del poliestere, mentre il poliammide garantisce una protezione assai ridotta.
Partendo da queste nozioni e tenendo ben presente che i fattori che determinano un buon UPF sono anche il tipo di costruzione del tessuto, il tipo di fibra utilizzato, la presenza di pigmenti, il colorante utilizzato, la presenza di candeggianti ottici, la presenza di UV-Absorber, abbiamo iniziato la sperimentazione diretta sui tessuti, realizzando dei campioni che, opportunamente testati, hanno consentito di certificare i nostri tessuti UV Protection.
In particolare un nostro tessuto realizzato con del Poliestere Ceramico è risultato avere il livello di protezione più alto previsto (Classe UPF 50+) con un fattore di protezione UV pari ad un UPF di 291,9 .